Autore: Danila Comastri Montanari
Editore: Hobby & Work
ISBN: 978-8878518728
Num. Pagine: 255
Prezzo: 7.90€
Voto:
Trama:
Siamo nell’anno 42 dopo Cristo, l’impero romano è al massimo del suo splendore e sul trono dei Cesari siede Claudio con la giovane moglie Messalina. Publio Aurelio, ricco e gaudente senatore con il “vizio” delle indagini criminali, si reca in visita dalla cortigiana Corinna e la trova morta, con un pugnale piantato nel petto. Aiutato come sempre da Castore – il suo irresistibile segretario alessandrino – Aurelio comincia a indagare sul delitto, sforzandosi di conoscere più a fondo i principali sospetti. Ma prima di avere la possibilità di condurre in porto l’inchiesta, Publio Aurelio viene accusato della morte del genero di Rufo e per protestare la sua innocenza dichiara che si reciderà pubblicamente le vene durante un banchetto.
Recensione:
Confesso: ho acquistato questo libro attirata dal titolo. E anche dal fatto che dovevo spendere in un modo o nell’altro il buono alla Feltrinelli, e quindi posso dire di non averlo nemmeno pagato, e quindi non me ne posso lamentare più di tanto.
Mors tua, da quanto si legge nelle prime pagine di presentazione, è la settima avventura del protagonista, Publio Aurelio Stazio, senatore della Roma imperiale ai tempi di Claudio. Premessa: è un libro commerciale.
Dicesi di libro commerciale quell’opera il cui tutto è in funziona della trama, e non dei personaggi in sé stessi. Indi per cui in questo romanzo troviamo uno stile semplice, perfettamente comprensibile per un lettore medio, anche se il registro tenderebbe a sembrare un po’ troppo alto per chi non è abituato.
L’ambientazione è interessante, l’autrice sa dipingere la cultura romanica con decisione ma senza apparire pedante, le differenze tra condizioni sociali, le tradizioni, le correnti di pensieri, le suddivisioni tra città vera e propria e suburbi; si tratta insomma di un giallo storico ben incastrato nell’epoca in un ritratto ammirevole.
Il protagonista è un adone che ai nostri tempi apparirebbe piuttosto arrogante, non certo il tipo di uomo che ci piacerebbe incontrare, ma perfettamente in linea con l’epoca di cui si parla in cui i ceti più alti potevano permettersi di farsi trattare un poco come divinità.
È un libro godibile, pieno di informazioni gettate al momento giusto, ben delineato e con una trama che fila, non si presenta certo coinvolgente o entusiasmante, ma è una lettura adatta a svagarsi in un pomeriggio di pioggia.