Un villaggio di appena quattrocentocinquanta anime popolato da gente semplice: questo è Ponte Spaccato, un luogo apparentemente privo di sorprese, al punto che persino i nomi dei suoi abitantisembrano anticiparne le caratteristiche principali o la professione: Inchiodato è il fabbro, Bonomo l’unico medico disponibile,Cordoro il sindaco che tutti amano, Pelledicuoio il calzolaio… Insomma uno scenario che suggerisce pace e letizia fino a che due loschi individui non fanno il loro ingresso nella taverna “Dal nano monco”. L’arrivo in paese del mezz’orco e il mezz’elfo – questa la natura dei due brutti ceffi –,infatti, coincide con l’avvicendarsi di una serie di efferati delitti che sconvolgono la comunità. Il mezz’orco rimane al di sopra di ogni sospetto, giacché viene messo subito fuori gioco, ma il mezz’elfo, che scopriremo chiamarsi Lacero, non sembra raccontarla giusta. Che sia lui il misterioso assassino? Di certo il suo aspetto e i suoi modi non lasciano presagire nulla di buono. La situazione si complica quando a cadere per mano del serial killer è proprio il sindaco di Ponte Spaccato. Come da regolamento, viene indetto un torneo all’ultimo sangue per eleggere il suo successore e Lacero non solo si candida, ma sbaraglia tutti, diventando così primo cittadino. Aver conquistato il titolo, tuttavia, non significa avere la certezza di mantenerlo. Molti saranno gli ostacoli con cui il neo eletto dovrà fare i conti, ostacoli che odorano di pericolo, di inganno e finanche di magia. Per conquistare e conservare definitivamente il comando, il mezz’elfo dovrà combattere contro una fitta schiera di nemici (umanie non) e partire alla ricerca del Trono d’Ossa, un antico artefatto che può garantire a chi lo possiede l’assoluto dominio sui vivi e sui morti. In quest’impresa non sarà solo: a parte ambigui aiutanti come il mago Grimorio, al suo fianco avrà Violata, una femme fatale dall’animo nero quanto il suo, che saprà rivelarsi un’ottima alleata, nonché perfetta compagna di letto. L’insaziabile sete di potere è il perno intorno al quale si articola Nero Elfico, un’opera dal plot abbastanza semplice ma straripante di personaggi stravaganti, situazioni surreali, dettagli grotteschi, tanto che leggendola si ha l’impressione di essere nel bel mezzo di uno spettacolo pirotecnico. A rendere unica la storia è proprio il particolarissimo contenitore confezionato dall’autore: sui generis non solo perché – in accordo con i parametri della bizzarro fiction – ci proponeun crossover fra generi letterari che spazia dal fantasy all’horror, non trascurando la fantascienza, ma perché adotta una struttura che sfugge ai paletti classici del romanzo. Pur raccontandoci un’unica storia, l’autore tratteggia una fitta carrellata di sequenze, che potrebbero essere paragonate alle strisce di un fumetto, suggerendoci quasi l’idea di tante microstorie che si incastrano a formare il quadro d’insieme. Lo stesso stile narrativo, particolarmente asciutto, a tratti lapidario, sembra assecondare questa suggestione, privilegiando l’azione e le descrizioni dall’immediato impatto visivo. I personaggi sono tutti connotati in maniera precisa e singolare, persino la scelta dei loro nomi, come accennavo prima, non ha nulla di casuale, tuttavia dalla loro caratterizzazione è esclusa qualsiasi forma di introspezione. Possiamo intuire, dal loro modo di agire e di presentarsi, la loro personalità, manon entriamo mai nello sfera emotiva. Questo dal mio personale punto di vista è un piccolo limite perché non consente di immedesimarsi in loro, di comprenderli o di affezionarsi come fossero persone reali, ma lifa apparireprivi di sentimenti, come fossero le pedine di un videogame. Ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto penetrare nella mente di Lacero, scoprirne i conflitti e le motivazioni, o conoscere il background di Violata, i meccanismi che l’hanno resa cinica e spietata. Vista anche la natura ambigua dei personaggi,un approfondimento di questo tipo mi è mancatoun po’. In compenso non mancano le soprese e i colpi di scena che anzi, si rincorrono a ritmo vertiginoso fra le pagine, regalandoci una lettura all’insegna dello stupore e del divertimento. Surreale, grottesco, fantasioso, Nero Elfico si propone quasi come una favola dark postmoderna, in grado di intrattenere e spiazzare allo stesso tempo, proponendoci qualcosa di diverso dalla solitaminestra.
Un villaggio di appena quattrocentocinquanta anime popolato da gente semplice: questo è Ponte Spaccato, un luogo apparentemente privo di sorprese, al punto che persino i nomi dei suoi abitantisembrano anticiparne le caratteristiche principali o la professione: Inchiodato è il fabbro, Bonomo l’unico medico disponibile,Cordoro il sindaco che tutti amano, Pelledicuoio il calzolaio… Insomma uno scenario che suggerisce pace e letizia fino a che due loschi individui non fanno il loro ingresso nella taverna “Dal nano monco”. L’arrivo in paese del mezz’orco e il mezz’elfo – questa la natura dei due brutti ceffi –,infatti, coincide con l’avvicendarsi di una serie di efferati delitti che sconvolgono la comunità. Il mezz’orco rimane al di sopra di ogni sospetto, giacché viene messo subito fuori gioco, ma il mezz’elfo, che scopriremo chiamarsi Lacero, non sembra raccontarla giusta. Che sia lui il misterioso assassino? Di certo il suo aspetto e i suoi modi non lasciano presagire nulla di buono. La situazione si complica quando a cadere per mano del serial killer è proprio il sindaco di Ponte Spaccato. Come da regolamento, viene indetto un torneo all’ultimo sangue per eleggere il suo successore e Lacero non solo si candida, ma sbaraglia tutti, diventando così primo cittadino. Aver conquistato il titolo, tuttavia, non significa avere la certezza di mantenerlo. Molti saranno gli ostacoli con cui il neo eletto dovrà fare i conti, ostacoli che odorano di pericolo, di inganno e finanche di magia. Per conquistare e conservare definitivamente il comando, il mezz’elfo dovrà combattere contro una fitta schiera di nemici (umanie non) e partire alla ricerca del Trono d’Ossa, un antico artefatto che può garantire a chi lo possiede l’assoluto dominio sui vivi e sui morti. In quest’impresa non sarà solo: a parte ambigui aiutanti come il mago Grimorio, al suo fianco avrà Violata, una femme fatale dall’animo nero quanto il suo, che saprà rivelarsi un’ottima alleata, nonché perfetta compagna di letto. L’insaziabile sete di potere è il perno intorno al quale si articola Nero Elfico, un’opera dal plot abbastanza semplice ma straripante di personaggi stravaganti, situazioni surreali, dettagli grotteschi, tanto che leggendola si ha l’impressione di essere nel bel mezzo di uno spettacolo pirotecnico. A rendere unica la storia è proprio il particolarissimo contenitore confezionato dall’autore: sui generis non solo perché – in accordo con i parametri della bizzarro fiction – ci proponeun crossover fra generi letterari che spazia dal fantasy all’horror, non trascurando la fantascienza, ma perché adotta una struttura che sfugge ai paletti classici del romanzo. Pur raccontandoci un’unica storia, l’autore tratteggia una fitta carrellata di sequenze, che potrebbero essere paragonate alle strisce di un fumetto, suggerendoci quasi l’idea di tante microstorie che si incastrano a formare il quadro d’insieme. Lo stesso stile narrativo, particolarmente asciutto, a tratti lapidario, sembra assecondare questa suggestione, privilegiando l’azione e le descrizioni dall’immediato impatto visivo. I personaggi sono tutti connotati in maniera precisa e singolare, persino la scelta dei loro nomi, come accennavo prima, non ha nulla di casuale, tuttavia dalla loro caratterizzazione è esclusa qualsiasi forma di introspezione. Possiamo intuire, dal loro modo di agire e di presentarsi, la loro personalità, manon entriamo mai nello sfera emotiva. Questo dal mio personale punto di vista è un piccolo limite perché non consente di immedesimarsi in loro, di comprenderli o di affezionarsi come fossero persone reali, ma lifa apparireprivi di sentimenti, come fossero le pedine di un videogame. Ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto penetrare nella mente di Lacero, scoprirne i conflitti e le motivazioni, o conoscere il background di Violata, i meccanismi che l’hanno resa cinica e spietata. Vista anche la natura ambigua dei personaggi,un approfondimento di questo tipo mi è mancatoun po’. In compenso non mancano le soprese e i colpi di scena che anzi, si rincorrono a ritmo vertiginoso fra le pagine, regalandoci una lettura all’insegna dello stupore e del divertimento. Surreale, grottesco, fantasioso, Nero Elfico si propone quasi come una favola dark postmoderna, in grado di intrattenere e spiazzare allo stesso tempo, proponendoci qualcosa di diverso dalla solitaminestra.