Finalmente è arrivato il momento di parlare di Nix, romanzo di Elisabetta Ossimoro, che come al solito fa parte del progetto “Libri in cambio di recensioni“.
Autore: Elisabetta Ossimoro
Genere: narrativa contemporanea, young
Editore: Sangel
Collana: Cortona
Pagine: 138
Anno di pubblicazione: 2011
ISBN: 9788897040378
Prezzo: € 12,90
Formato: brossura
Valutazione:
Ringrazio l’autrice per avermelo inviato in formato eBook.
Nix non è un serial killer, non è un mago e nemmeno un vampiro. Nix ha diciannove anni, un fascino spiazzante e una fidanzata molto bionda. Ha due amici carissimi, Ermanno e Ottilia, con cui affronta le piccole tragedie quotidiane dell’ultimo anno di liceo. Ha incubi ricorrenti, che lo perseguitano ogni notte.
Nix sa moltissimo e parla poco, avanza verso la Maturità con un’eleganza talmente naturale da sembrare studiata, trova il bene e il male nei posti più improbabili, ha reazioni imprevedibili nei contesti più strani.
Intorno a lui si muove un mondo di scuola, compiti, gite scolastiche, supposti intellettuali, presunti idioti, parenti stretti, creature evanescenti, professori sull’orlo di una crisi di nervi, opere d’arte, oggetti inanimati, storie d’amore che iniziano e finiscono.
Le sue poche parole affilate dissacrano le istituzioni, cercano un’eternità possibile in quel circo di luoghi comuni che è la fine dell’adolescenza. Vano è ogni tentativo di comprendere il perché della sua inquietudine, del precoce disincanto e dell’immagine troppo sfocata che ha del suo domani. Ma chissà… forse, prima dell’ultimo atto, arriverà una risposta.
Sebbene il riassunto di questo libro dia l’impressione di trovarsi davanti al solito romanzo che parla di adolescenti, primi amori, scuola e amici e difficoltà nel trovare la propria strada – ovvero un argomento su cui si basano innumerevoli libri e film, compresi quelli del mio adorato (?) Mr. Moccia -, il mio consiglio è quello di non lasciarsi ingannare: per quanto non possa vantarmi di essermi divorata una per una tutte le storie di questo genere (ormai si è capito che i libri cloni di altri libri non mi vanno a genio… o no?), sono convinta che Nix abbia qualcosa di particolare, per non dire speciale, che lo distingue dagli altri. A partire dal protagonista, che è uno dei personaggi adolescenti di sesso maschile che mi siano mai capitati.
Cominciamo, appunto, da Nix, ovvero Nicodemo, il cui punto di vista ci racconta la nostra storia: sappiamo che ha 19 anni e che è straordinariamente bello (alto-biondo-occhi neri-fisico atletico), ma non per questo si tratta del classico adolescente superficiale e/o donnaiolo. Anzi, posso ben dire che Nix è tutto il contrario: i suoi pensieri riflettono una maturità e un’intelligenza non comuni, una capacità di vedere il mondo al di là dei luoghi comuni e delle ipocrisie che lo impregnano che ho trovato stupefacente – e che per una volta mi ha messo il cuore in pace ricordandomi che, per fortuna, esiste ancora una percentuale per quanto ridotta di adolescenti di sesso maschile con la testa “a posto”. Mi è piaciuto molto il suo modo critico di esaminare ogni cosa, di commentare l’atteggiamento dei suoi coetanei.
L’unico aspetto che non mi è andato giù di Nix è il fatto che sia così nichilista: penso che sia un peccato che un ragazzo intelligente come lui non abbia ideali o passioni, che non si lasci coinvolgere quasi da nulla, che non riesca a trovare niente per quale valga la pena vivere. Nonostante la sua maturità, inoltre, appare come un giovane inquieto e fragile, come dimostrano i frequenti incubi che ha.
Tutto questo disinteresse per ciò che lo circonda arriverà al culmine nel finale, amaro eppure molto azzeccato.
A parte questo, però, trovo che il nostro Nix sia un personaggio davvero ben fatto. Talmente ben fatto che tuttora mi domando cosa lo spinga a rimanere insieme a quell’oca superficiale di Giulia.
Stessa cosa si può dire anche degli altri personaggi, in particolare di Ottilia e di Ermanno, i due migliori amici di Nix, e di Isabella, la sorella minore. Il fatto che, poi, l’autrice abbia da poco superato a sua volta l’adolescenza ha contribuito a conferire verosimiglianza a essi: spesso i libri che parlano di adolescenti sono stati scritti da persone che si sono lasciati alle spalle la giovinezza ormai da parecchi anni, risultando così molto distaccati; in questo caso, invece, si capisce che Elisabetta Ossimoro conosce l’argomento in modo profondo.
Parlando un po’ della storia generale e dello stile, credo innanzitutto che Nix sia scritto davvero bene: il lessico è ricco, la prosa molto coinvolgente e il fatto che sia lo stesso Nico a narrare la storia rende la lettura appassionante. Tutto sommato, si percepisce a ogni pagina che l’autrice conosce bene l’arte dello scrivere: a parte rare sviste, ho trovato lo stile veramente accurato e ben fatto.
Per chi ci è già passato, è senz’altro un modo piacevole per ricordare i momenti della maturità, e nonostante io sia ancora “piccolina” è riuscito a divertire molto anche me, soprattutto la punizione del povero Piervi, che mi ha fatto morire dal ridere. Toccante anche la scena tra Nix e la professoressa Galbiati.
In definitiva, dunque, anche se nel complesso non è riuscito a lasciarmi interamente soddisfatta, trovo che sia un romanzo d’esordio niente male.
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“Sono uno sporco qualunquista, lo so, e giuro che invidio questi miei coetanei, che riescono ad avere una fede incrollabile nei loro ideali. Rimpiango di non essere in grado di credere in altro se non in Nicodemo Orsini.”
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