Data di uscita: 3 giugno 2014Editore: Speling & KupferAutrice: Ava Dellaira
Prezzo: 16,90 €Pagine: 324Il mio voto
Tutto comincia con un compito in classe. «Scrivi una lettera a una persona famosa che non c’è più.» Per Laurel è il primo giorno in una nuova scuola, e si sente trepidante, spaventata, e con tanta voglia e paura di cominciare. Si sente anche vuota: quel vuoto gigantesco che si chiama May, la sorella più grande che se n’è andata silenziosamente durante l’estate, lasciandole un dolore esterrefatto e incredulo. Laurel scrive a Kurt Cobain, perché era il cantante preferito di May. E poi scrive a Amy Winehouse, Elizabeth Bishop, River Phoenix. Tutte persone che sua sorella amava. E che, come May, sono morte. Persone che possono ascoltare ciò che Laurel ha da raccontare – il suo primo anno di liceo, le cotte, le amicizie, l’emozione di crescere – e aiutarla a comprendere, e superare, un dolore troppo grande per i suoi quindici anni.
La mia recensione
So che ho scritto a delle persone che non hanno più un indirizzo su questa terra. So che siete morti. Ma io vi sento. Tutti. Siamo stati qui. Le nostre vite contano qualcosa. Da "Noi siamo grandi come la vita"Ci sono dei libri dotati di una straordinaria potenza, di un'intrinseca forza a cui non si può resistere. Una forza che magari non si percepisce dalle primissime pagine, che potrebbe non essere racchiusa in ogni singolo capitolo, ma che ti colpisce irrimediabilmente quando la lettura è finita. E' in quel momento che ci si rende conto che un viaggio può essere giudicato solo una volta finito e che, a volte, certi dettagli che ci erano sfuggiti sono così intensi da poter riecheggiare nella mente per sempre.Sono piuttosto convinta che "Noi siamo grandi come la vita" di Ava Dellaira sia proprio quel genere di libro, che la storia di Laurel sia quel tipo di viaggio che lascia confusi e rapiti, oltre che malinconici. Un po' romanzo di formazione, un po' storia d'amore adolescenziale e un po' dramma familiare, l'esordio della Dellaira tocca le corde del cuore e incanta, rattrista e fa indignare, commuove e fa riflettere. La sua natura di romanzo epistolare, ovvero interamente narrato sotto forma di lettere, pur scandendo le vicende con un ritmo lento e misurato, non intacca il fluire dei sentimenti e delle emozioni che l'autrice si è prefissata di trasmettere. Certamente chi preferisce storie travolgenti, che tolgono il fiato e non lasciano spazio per riflettere, potrebbe giudicare un po' lento questo romanzo, motivo per cui anche io, pur avendolo davvero molto apprezzato, non ho assegnato il massimo dei voti come giudizio finale
Quello che ti ho raccontato a proposito del fatto di salvare la gente… Be’, non è vero. Forse pensiamo che lo sia, perché vogliamo che una persona ci salvi, o perché desideriamo disperatamente salvare qualcuno. Invece nessun altro può salvarci. Non da noi stessi. Ci addormentiamo sulle colline ai piedi delle montagne, e arriva il lupo. E speriamo che qualcuno ci svegli. O che lo cacci via. O che lo ammazzi. Ma poi ti rendi conto che il lupo è dentro di te, ed è allora che ne hai la piena consapevolezza: non puoi sfuggirgli. E nessuno di quelli che ti amano può ucciderlo, perché è parte di te. Vedono la tua faccia impressa su di lui. E non sparano. Da "Noi siamo grandi come la vita"Quella di Laurel è una storia difficile, nascosta dietro segreti inconfessabili. Non conosciamo sin da subito i suoi pensieri, non abbiamo libero accesso alla sua mente, non ascoltiamo la sua voce come accade in tanti altri romanzi. L'intero libro, infatti, è narrato sotto forma della singolare corrispondenza che Laurel intrattiene con stelle del cinema e della musica a cui lei si sente in qualche modo affine. Quello che è cominciato come un compito in classe particolarmente complicato, diventa per Laurel un rifugio, un'abitudine che le consente di liberarsi dei fardelli che l'affliggono ogni giorno.Forse in un primo momento non si direbbe, ma questa giovane protagonista porta sulle proprie spalle il peso di una famiglia distrutta, di un lutto non elaborato, di colpe che la schiacchiano. Oltre ad affrontare il primo anno di liceo, l'abbandono della madre e il crollo emotivo del padre, Laurel deve vedersela con la morte della sua adorata sorella maggiore e con un terribile segreto che la sta lentamente divorando. Così, attraverso le parole che la protagonista decide di confidare a Kurt Cobain, Amy Winehouse, Janis Joplin e altri famosi e tragici personaggi del mondo dello spettacolo, scopriremo delle ombre che avvolgono la sua vita e il suo passato, oltre che i suoi pensieri più remoti. Ma non solo. La vedremo innamorarsi, stringere amicizie sincere e crescere. Crescere in modo confuso, a volte compiendo le scelte sbagliate, altre urlando silenziose e disperate richieste d'aiuto. E con lei affronteremo ricordi dolorosi e momenti drammatici, anelando fortemente quel lieto fine che Laurel si merita.
Voglio essere ripulita, purificata: voglio bruciare tutti i cattivi ricordi, tutte le cose brutte che ci sono dentro di me. E forse è questo che fa l’amore: fa in modo che una vita, una persona, un momento che vuoi conservare rimangano con te per sempre. May che mi sorride. Noi due alla festa d’autunno, da bambine, con i nostri genitori che ballano. La tua canzone che non finisce mai. Le foglie dei pioppi neri, la notte, che catturano le luci bianche. E ogni piccola stella che arde con più calore di quanto immaginiamo. Da "Noi siamo grandi come la vita"
Come ho detto questo è un libro diverso da quelli a cui siamo abituati. Ha un ritmo tutto suo, non consente di approfondire subito la conoscenza con Laurel e gioca molto sulla sottile barriera che divide ciò che il lettore ha il permesso di sapere e ciò che invece vorrebbe disperatamente conoscere, ma che potrà scoprire solo a tempo debito. In qualche modo, in effetti, Laurel rimane un mistero quasi fino alla fine del romanzo. Un mistero che si svela a piccoli passi, attraverso una serie di lettere indirizzate a star scomparse anni fa per cui lei nutre una grande ammirazione e con cui riesce a confidarsi. E questa, diciamolo, è un'arma a doppio taglio. Se da una parte infatti non ci si può che sentire protettivi nei confronti di questa quindicenne dalla vita difficile e dai troppi segreti, da un'altra la si vorrebbe conoscere meglio e subito, dando un taglio ai troppo frequenti indugi dell'autrice. Nonostante la bella prosa della Dellaira, la splendida caratterizzazione dei vari personaggi secondari e l'intensità di alcuni passi delle lettere di Laurel, a volte si avverte il peso dei non detti che permeano la storia. In certi momenti più che in altri, in effetti, avrei volentieri preferito che Laurel scrivesse più di sé e della sua vita e meno delle esistenze delle varie star a cui le sue lettere erano indirizzate. Non che non sia stato interessante scorgere i parallelismi tra le loro vite e quella di Laurel, ma a volte la trama sembrava passare in secondo piano rispetto alle approfondite descrizioni dei trascorsi dei vari destinatari.In ogni caso, difetti a parte, quella raccontata dalla Dellaira è una storia che non manca di commuovere e intenerire, affrontando in modo singolare e delicato argomenti dolorosi e regalando emozioni indelebili.
‘La verità è bella, non importa quale sia. Anche se fa paura, o se è brutta. È bella semplicemente perché è vera. E la verità è luce. Ti rende più te. Io voglio essere me’. Da "Noi siamo grandi come la vita"
Verdetto: agrodolce e brillante come le stelle
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