Recensione: Non c’è niente che fa male così di Amabile Giusti (La Tartaruga Edizioni)

Creato il 22 novembre 2013 da Erika @erika_zini

E’ passato un pò di tempo da quando ho finito Non c’è niente che fa male così di Amabile Giusti. Un  paio di mesi che sono serviti a riordinare le idee dopo aver terminato una delle letture più intense e struggenti degli ultimi tempi, scritta talmente bene che il solo pensiero di dover “riscrivere” la storia per questa recensione mi creava notevole spavento, e tutt’ora sono convinta che non riuscirò a rendervi merito. Non scriverla per niente, però, non sarebbe giusto verso tutti coloro che ancora non hanno conosciuto e, quindi non possono apprezzare, questo libro. Ecco. La scriverò per voi.

La protagonista della storia è Caterina, 17 anni e una non consueta voglia di estraniarsi dal mondo. Tutto quello che potrebbe definirla inizia con “non”: non è particolarmente carina, non è socievole, non ama la compagnia, non ama le relazioni, non ama la vicinanza fisica, a tal punto da pensare che la sua possa essere una malattia. Caterina è quindi il contrario delle ragazze della sua età. Tuttavia viene notata, in particolare, da un compagno di scuola che si chiama Fillo che in lei, invece, nota qualcosa di diverso che la valorizza. Lui la vede così:

Però quella ragazza lì, che ignorava i giochi a colpi di cancellino dei suoi compagni di classe, che ignorava la coppietta che, a cinque centimetri dal suo gomito, si sbaciucchiava come se fosse in un pied-à-terre e non in una scuola pubblica durante la pausa fra greco e filosofia, che sembrava distante, immersa, pure lei scolpita in un ciocco e trasformata in un ciuco e mangiata dalla balena e salvata da un tonno, quella ragazza era proprio curiosa, e a guardarla aveva sentito una fitta alla base del cranio.” [pag.68]

Ma Caterina non è interessata a cotte adolescenziali, tiene i suoi coetanei a debita distanza (tanto che anche loro hanno iniziato a farlo) ed esce con Marco, un uomo sposato, con una figlia di poco più giovane di lei. Una relazione malata, fatta di sotterfugi, menzogne, verità celate:

Non c’era niente di giusto in una relazione che rendeva cattivi entrambi.” [pag.53]

Caterina tra le mura domestiche deve combattere una battaglia ancora più ardua di quella che combatte ogni giorno all’esterno. Sua sorella maggiore, Loretta, la preferita della madre, tutto ciò che Caterina non è mai stata e non sarà mai, è morta 11 anni prima. La madre non si è mai ripresa, tratta la ragazza con freddezza, giudicandola in tutto, umiliandola e paragonandola continuamente alla figlia morta, decretando che non è e non sarà mai alla sua altezza. Ne è ancora talmente sconvolta che parla di Loretta come se fosse ancora in vita, ma per un qualche motivo non lì con loro.

Quando la mamma la critica perché non si sa allacciare le scarpe, è una scemenza, no? Eppure Caterina ci pensa lo stesso, ci pensa così tanto che la testa le scricchiola come un cardine, e non si sente come una bambina che non sa fare una cosa ora e forse la saprà fare domani, ma come una che mai mai mai caverà dal buco qualcosa di più di un ragno morto. Si sente sola, e ci pensa più di quanto sarebbe lecito pensare a una cosa così stupida come il laccio di una scarpa che sembra nano e l’altro che pare un gigante e insieme fanno un fiocco monco.” [pag.152]

Il padre è un uomo debole, incapace di affrontare la moglie così come di affrontare qualsiasi argomento spinoso; preferisce sottrarsi, non pensare, distogliere lo sguardo e la mente.

Papà non vede niente, invece, neppure una cosa inventata, lui non ha lenti che deformano i fatti, lui ha una campana sotto la quale vive come un pettirosso in una voliera, è troppo zitto, troppo buono per accorgersi di ciò che potrebbe non funzionare.” [pag.74]

Loretta. Chi era Loretta per Caterina? Loretta era tutto. La ammirava, la imitava, la idolatrava. In poche parole: la adorava come una sorellina di 6 anni può vedere la sorella maggiore perfetta. Anche Loretta amava Caterina seppur in altra maniera:

(…) Loretta è diversa, è sì tenera e magica, ha un cuore di peluche e plastilina, ma non la adora allo stesso modo.” [pag.73-74]

Da qui partono due binari di narrazione. Il primo riguarda il presente, cosa sta vivendo Caterina, cosa le succede. Il secondo è improntato al passato, e ha l’obiettivo di svelare cos’è successo a Loretta. Sì, perché un giorno succede qualcosa alla ragazza, qualcosa di drammatico che anche Caterina scoprirà solo col tempo, una sorta di spaccatura che la cambierà profondamente:

Domani sarà di nuovo a pezzetti, avrà ancora quello sguardo da rondine che non trova il nido (…)” [pag.77]

Parte da qui un viaggio doloroso nel passato di Caterina che rivive insieme al lettore il rapporto con Loretta, la sua morte, lo sgretolamento di una famiglia, l’abilità di ferire della madre, l’assenza ingombrante del padre. E poi la sua vita, divisa fra la scuola, i segreti taciuti ai genitori, la relazione con Marco, il perché ha deciso di stare con lui, con un uomo sposato, difficile, problematico. E continueremo a seguire questa ragazza anche anni dopo quando la sua vita, di cui nel frattempo sarà entrata in possesso, prenderà una strada ben determinata, tanto inaspettata quanto logica.

Di seguito non troverete, come invece è mia consuetudine, la trama del romanzo. A volte credo che gli editori inseriscano troppe informazioni che, alla fine, tendono a rovinare la lettura. Per cui sappiate che quanto vi ho scritto è sufficiente per iniziare la lettura ma soprattutto per poter assaporare fino in fondo questo libro.

Come accennavo all’inizio, ci troviamo davanti ad un romanzo molto particolare, apparentemente statico, dove succedono poche cose ma intense. Ed è per questo che va letto con calma, ognuna delle 274 pagine è profonda e piena di riflessioni, motivo per cui fisiologicamente ci metterete molto a leggerlo. Non perché vi annoi, tutt’altro, piuttosto le sensazioni che vi trasmetterà hanno bisogno di essere metabolizzate, ascoltate.

L’approfondimento psicologico di ogni singolo personaggio è curato in maniera perfetta. Pur essendoci un narratore, ogni vicenda sarà ispezionata (è questo il termine più adatto) dal punto di vista di uno di loro. Per questo riusciremo a capire meglio la madre di Caterina, perchè si comporta così, perchè tratta male la ragazza, perchè è sempre acida e scontrosa e arrabbiata col mondo: cattiveria o dolore allo stato puro? Scopriremo perché il padre si è così estraniato, come mai tende a lavarsene le mani di ciò che succede, si comporta “da cagnolino” con la madre e cerca di appacificare sempre tutti: la sua è debolezza o estremo coraggio? Marco, padre di famiglia infedele, assente con la moglie che lo adora e incapace di avere un rapporto con la figlia che lo odia, perso in una relazione malata con un’adolescente che sembra dargli, seppur in maniera discontinua, ciò che lui desidera di più. Vittima o carnefice?

E così per tanti altri personaggi, la vicina di casa impicciona, la figlia di Marco, la moglie dell’uomo, l’amico di Caterina Fillo. Tutti personaggi secondari ma che danno la loro importante visione dei fatti e mostrano la propria forza ma soprattutto, le proprie debolezze.

L’unica persona davvero trasparente e coerente, cinica fino in fondo e determinata è proprio Caterina che, forse proprio per questa sua estrema sincerità, spesso non viene creduta. Ogni personaggio del libro indossa una maschera, tranne lei. Che sia per un fine positivo, per viltà o per paura, tutti hanno stabilito per loro stessi un modus operandi, uno stile di vita, consuetudini che celano il loro vero essere.

Caterina, invece, amata od odiata, è esattamente come appare e non si cura di piacere o di essere d’accordo con qualcuno per nessun motivo. Se è triste piange, se è felice ride. Non giudica gli altri e non vuole essere giudicata. Ama i suoi spazi ed è pronta a combattere per ottenerli. Quanto sarebbe più semplice la vita in questo modo? Certo, anche così Caterina non è felice. Sua sorella non c’è più e questo proprio non lo può tollerare. Vivere in quella casa è un inferno. Vive scomoda in qualsiasi posizione. Ma ha un obiettivo importante, scoprire cos’è successo veramente alla sorella e, se ci sono delle responsabilità, fare in modo che vengano a galla.

Una lucidità, quella di Caterina, disperata; consapevole che solo se chiarirà quanto successo potrà iniziare a vivere veramente.

Ma il vero protagonista del romanzo è il dolore, la sofferenza, la solitudine. Ognuno nel libro ha un patimento e vive una vita schiava del dolore e delle scelte sbagliate, incapace di andare oltre il proprio passato, oltre i limiti che ognuno dei personaggi del libro si è dato. Incapaci di uscire dalla gabbia che loro stessi hanno costruito, nonostante la porta sia aperta.

Un libro che fa riflettere sulla famiglia, sui rapporti tra le persone, sull’amore, sulle convenzioni, sulle gabbie, appunto, in cui ognuno di noi rischia di rinchiudersi. Certamente un posto confortevole, ma neppure lontanamente quello che ognuno di noi vorrebbe per sé, qualcosa che lo porta ad allontanarsi dai propri desideri, dalle proprie passioni, dal proprio io. Con risultati davvero disastrosi.

E’ un romanzo che ha diverse chiavi di lettura questo scritto da Amabile Giusti, un libro complesso e semplice allo stesso tempo, una storia che rimane dentro e ti porti dietro come un bagaglio, a volte ingombrante, a volte rassicurante, con la certezza di aver incontrato personaggi unici, magnificamente descritti, e una scrittrice che difficilmente scorderai.

Voto: 9

Amabile Giusti è un avvocato, ma non si sente avvocato: scrivere è la sua vera passione da sempre. Non c’è niente che fa male così è il suo primo romanzo, seguito da Cuore Nero, con il quale ha conquistato pubblico e critica e Odyssea. Oltre il varco incantato è il primo volume di una saga (cliccate qui per la recensione e l’intervista all’autrice). A settembre 2013 è uscito il seguito Odyssea. Oltre le catene dell’orgoglio.

Per essere sempre aggiornati su Odyssea, sui prossimi volumi e sulle anticipazioni di Amabile Giusti, cliccate sulla pagina Facebook ufficiale, la trovate qui!

Titolo: Non c’è niente che fa male così
Autore: Amabile Giusti
Editore: La Tartaruga Edizioni (BC Dalai Editore)
Pagine: 275
Prezzo: 17,00
Data di uscita: 10 marzo 2009


Archiviato in:Narrativa, Recensioni Tagged: amabile giusti, Anche Loretta, caterina, Caterina Fillo, dolore, esordio, gabbia, La Tartaruga Edizioni, libertà, loretta, mamma, marco, maschere, non c'è niente che fa male così, papà, personaggi, primo libro, punto di vista, recensione, solitudine, stile di vita, trama

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :