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Recensione: NOS4A2 – Ritorno a Christmasland, di Joe Hill

Creato il 18 novembre 2014 da Mik_94
Lui vuole bambini che rimangano innocenti per sempre. E l'innocenza non è sempre quello che dicono, sai? I bambini innocenti strappano le ali alle mosche, perché non sanno quello che fanno. E' quella l'innocenza. 
Recensione: NOS4A2 – Ritorno a Christmasland, di Joe Hill Titolo: NOS4A2 – Ritorno a Christmasland Autore: Joe Hill Editore: Sperling & Kupfer Numero di pagine: 658 Prezzo: € 19,90 Sinossi: Victoria McQueen ha la stupefacente capacità di trovare le cose: un braccialetto smarrito, una foto persa, risposte a interrogativi che non hanno soluzione. Quando passa con la sua bicicletta sul vecchio e traballante ponte coperto nei boschi dietro casa sua, emerge sempre nel posto in cui deve andare. Vie tiene segreta questa sua insolita abilità, perché sa che nessuno le crederebbe. Anche Charles Talent Manx ha una dote tutta sua. Gli piace portare in giro i bambini sulla sua Rolls-Royce del 1938 con la targa personalizzata NOS4A2. A bordo della macchina, lui e i suoi innocenti passeggeri possono uscire dalla realtà e percorrere strade segrete che portano a uno straordinario parco dei divertimenti che lui chiama Christmasland. Chilometro dopo chilometro, il viaggio sull'autostrada dell'immaginazione distorta di Charlie trasforma i suoi preziosi passeggeri, rendendoli terrificanti e inarrestabili quanto il loro "benefattore". Poi viene il giorno in cui Vic esce per cercare guai... e inevitabilmente la sua strada incrocia quella di Charlie. Questo è stato molto tempo fa. Ora l'unica ragazzina che sia riuscita a sfuggire al male implacabile di Charlie è diventata una donna che cerca, disperata, di dimenticare. Ma Charlie Manx non ha mai smesso di pensare all'eccezionale Victoria McQueen e non si fermerà finché non avrà avuto la sua vendetta. Vuole dare la caccia a qualcosa di molto speciale, qualcosa che Vic non potrà mai sostituire.                                    La recensione Recensione: NOS4A2 – Ritorno a Christmasland, di Joe Hill C'è qualcosa che non va se scrivi una lettera a Babbo Natale e lui ti risponde. C'è qualcosa di sbagliato se, alla radio, passano Jingle Bells e White Christmas, e siamo in piena estate. E c'è qualcosa di sinistro, soprattutto, se il tuo vicino di casa tiene appese decorazioni agli alberi per tutto l'anno. Un bosco privato, il suo, in cui il vento – in primavera, così come d'inverno – fa frusciare i rami e i loro tesori segreti. Ciondoli, nastri, fiori secchi, palline di vetro soffiato. Ognuno dei bambini di Charlie Manx aveva scelto un simbolo - una cosa piccola, un cimelio da nulla – prima di salire sulla macchina buia diretta a Christmasland. Un viaggio senza ritorno: solo andata. La mamma ti diceva di non andarci, o sbaglio? Ci scommetto, ho ragione. Ma un calcio troppo forte al pallone e tu non avevi scelta. Dovevi andare nella proprietà dei vicini, per recuperare il tuo gioco e perché mettere il naso tra quelle cose, sotto sotto, ti dava i brividi. Eccitazione e terrore insieme. C'erano ombre di bambini alle finestre, eppure affermavano che lì non ci vivesse più nessuno. I telefoni squillavano da soli e, da quel rudere in abbandono, partivano chiamate minacciose e venate di mistero. Quello che ti spaventava davvero, però, era quella vecchia auto che giuravi potesse respirare, sotto il cofano di onice. La targa personalizzata diceva fosse appartenuta a un vampiro. Era spenta, le chiavi lontane dal quadrante rettangolare; ma aspettava che tu oltrepassassi la soglia per mettersi magicamente in moto, con un rombo di tuono. Quella era la slitta degli elfi e delle renne, andava a sangue umano e ti avrebbe portato al Polo Nord o a un luogo che ci somigliava. L'officina di Babbo Natale, in cui la neve è zucchero che ti si scioglie sulla punta della lingua; gli adulti, con le loro regole e le loro rogne, sono aboliti del tutto; i bambini fanno da boia e governanti e le caramelle non ti corrodono i denti, tanto i tuoi li perdi strada facendo. Diventati spilli affilati come ami da pesca, e addio per sempre dentisti carissimi. Tua mamma si è raccomandata. Spazzolati bene i molari prima di andare a dormire, ha detto, e tieniti lontano dalle rogne. Lei lo sa bene. Parla da vecchia canaglia, da casinista convinta, da chi ha visto e ha avuto la fortuna di tornare indietro. Hai una mamma stramba: te lo dicono tutti, a scuola. Vic McQueen ha il corpo pieno di tatuaggi, guida moto imbizzarrite col vento tra i capelli, per un periodo ha avuto addirittura una fidanzata e, per qualche Natale, non è stata a casa. Ha messo fuoco al suo appartamento, incenerito tutti gli apparecchi telefonici, vagato mezza nuda per la città in preda a fumi di liquori e droghe: che pessimo esempio che è. 
Recensione: NOS4A2 – Ritorno a Christmasland, di Joe Hill Nell'ospedale psichiatrico in cui l'hanno curata, però, dicono sia colpa dei suoi antichi traumi. Di quando percorreva un ponte inesistente con la sua bici miracolosa, trovava tutto quel che si era perduto, sopravviveva con il coraggio di una leonessa a un assassino che prima era morto, poi invece no, e che l'aveva trascinata nell'incubo ad occhi aperti di un Natale per sempre. E' scappata e, lungo la via, ha incrociato le fiamme e un principe azzurroso sovrappeso in sella a una Harley che lo reggeva a stento. Lou: tuo padre. Un dolcissimo e morbido orso, che ha il cuore in proporzione al suo sedere (ed è un sedere enorme); maglie dei fumetti attillate, anche se a te risultano larghe quanto una coppia di lenzuola; chili di troppo che gli promettono infarti, una volta sì e l'altra pure. La macchina ha preso vita, adesso, e il suo proprietario ha aperto gli occhi centenari nell'obitorio della contea. Vuole vendicarsi. Per la prigione e la morte, per quei piccoli spettri – figli suoi, ormai – che gli hanno tenuto lontano per una generazione. Sulla sua strada ci sono il cavaliere obeso, la dama con le braccia coperte di inchiostro e le dita che fanno disegni incredibili e tu, che hai il nome di Batman. Ti chiami Bruce Wayne, sei figlio loro, e sei nei guai fino al collo! Guardati dal vampiro e dal suo carro funebre vintage, scappa a gambe levate dalle promesse che sanno di zucchero filato. Recensione: NOS4A2 – Ritorno a Christmasland, di Joe Hill Mi sono divertito un mondo – lo ammetto - a parlarvi del romanzo in questione con questi toni particolari, perché sono vicinissimi a quello che N0S4A2 è, nel profondo dei suoi motori fiammanti e dei suoi calderoni ribollenti di disgustose leccornie. Una gran bella fiaba, riccamente illustrata. Non solo: N0S4A2 è uno dei romanzi più lunghi e appassionanti letti quest'anno. Il migliore nella categoria sfortunata dei romanzi dell'orrore. Sfortunata, dico, perché l'orrore è secondario, ormai: orpello barocco per gli urban fantasy, brivido caldo per l'eros, una sonora scusa per il resto. Il romanzo di Joe Hill è un ritorno all'horror tradizionale, senza conservanti artificiali. Una croccante pralina di cioccolato fondente che si scioglie sul nostro palato e ci uccide bruscamente, a tradimento. In bocca, per quel che vale, abbiamo il sapore più gustoso del mondo. Anche se è veleno per topi mascherato da prelibatezza calorica. Da bambino, ne avrei fatto indigestione, senza preoccuparmi delle conseguenze... Colui che spaccia, sotto banco, gelati e pistole, finali lieti e insetticidi letali, ha la barba, i capelli un po' lunghi, un nome che quest'estate ho scritto su un post-it e messo sul muro, tra le cose da ricordare. Dovevo ricordarmi di Joe Hill. Il suo La vendetta del diavolo era straordinario e, seppure con qualche difetto, anche Ritorno a Christmasland lo è. Gareggiano nella stessa categoria. Sono il meglio. Figlio d'arte, Hill e la sua creatura mi sono arrivati a casa in un pacchetto, sotto Halloween. Aperto, messo sulla scrivania, fotografato insieme a Mr. Mercedes
Recensione: NOS4A2 – Ritorno a Christmasland, di Joe Hill Un dubbio, alla fine: quale dei due leggere prima? Tale padre, tale figlio. Giunti in libreria nello stesso periodo, per lo stesso editore, con trame che parlavano di macchine killer, scomparse e altre amenità. Sono partito dal padre, ma penso mi sia piaciuto di più il figlio. L'allievo non supera il maestro, ma agli appassionati come me lo ricorderà molto, molto da vicino. Quando scriveva It e Cose preziose. Quando era in forma smagliante e, nella chioma, non aveva un solo capello bianco. Hill firma una storia lunga che non annoia un attimo; dà vita a un'avventura d'altri tempi che ringhia minacciosa contro il pascoliano fanciullino sepolto in te; e, come Dio, dal fango e da un semplice soffio, crea mostruose lune che urlano, protagonisti indelebili, uno spietato negozio di giocattoli grande come il mondo, un antagonista che potrebbe essere il nuovo Freddy Krueger e un perverso aiutante con la maschera a gas che si esprime in rima. Gli abeti sono decorati con ghirlande di mani e teste, i bambini nascondono un'ascia dietro la schiena, gli esseri umani sembrano bambole di porcellana, le bibliotecarie hanno i capelli d'arcobaleno, marchi di sigaretta sui seni e il curioso hobby della preveggenza. NOS4A2, insieme a un mucchio di carbone, è il libro da regalare ai bambini cattivi, pensato dal Cappellaio Matto e composto da un Roald Dahl con la camicia di forza. Meritatevelo. Siate cattivi. O sotto l'albero potreste trovare l'ennesimo pigiama a quadretti della nonna, al posto della fantastica avventura di una vita. Peccate e guadagnatevi un biglietto per Christmasland. Mangiate chili e chili di schifezze, anche se i medici e il vostro fegato dicono il contrario, e cercate disperatamente il biglietto d'oro di questo Willy Wonka assassino. Il mio voto: ★★★★½ Il mio consiglio musicale: Tchaikovsky - Suite da Lo schiaccianoci (“Danza della fata confetto”)



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