[Recensione] Onde di Sabrina Calzia
Creato il 20 dicembre 2014 da Chiaradm
Mi scuso enormemente con l'autrice per il ritardo con cui pubblico questa recensione, ma purtroppo Blogger mi ha tirato un brutto tiro e, a recensione già fatta e finita, non me l'ha salvata, sicchè ho dovuto riscriverla tutta dall'inizio e, soprattutto, ho dovuto trovare il tempo per farlo tra tutti gli altri impegni! Dunque, il libro di cui oggi vi parlo mi è stato gentilmente inviato dall'autrice, Sabrina Calzia. Si tratta di una serie di racconti più o meno brevi, autopubblicati. Come sapete da un po' storgo il naso quando si tratta di questo genere di pubblicazioni, ma ho ugualmente dato una possibilitù a questa autrice. A lettura terminata, ecco qui che cosa ne penso.
TITOLO: OndeAUTRICE: Sabrina CalziaCASA EDITRICE: autopubblicatoANNO DI PUBBLICAZIONE: 2014GENERE: racconti
SINOSSI "Venti racconti, alcuni molto brevi, narrano venti storie per voce di altrettanti uomini e donne, toccando svariati temi, tutti molto intimi. Dall’inquietudine alla nostalgia per l’infanzia, dal rapporto tra fratelli alle difficoltà nell’affrontare i condizionamenti esterni, siano essi le aspettative dei genitori o i conflitti socio-politici e generazionali. E poi l’amore, la maternità, la solitudine, la malattia, l’indifferenza, l’ingiustizia, l’ipocrisia, la capacità di perdono. Ogni vicenda ha un profumo tutto suo, un proprio colore, un preciso carattere; eppure, anche nelle diversità, da tutti i brani emerge una costante: l’attenzione rivolta a sensazioni e sentimenti, veri protagonisti di ogni storia. Sensazioni e sentimenti che, filtrati dalla memoria, pulsano come onde nel mare dei ricordi. Al ritmo del cuore."Vorrei iniziare questa (breve, per vostra fortuna) recensione con un piccolo appunto sulla cover. So che non si giudica un libro dalla copertina, ma questa è importante, perchè è il primo elemento che cattura l'attenzione di un potenziale lettore. Quella di "Onde", sarò sincera, lascia molto a desiderare e non invoglia alla lettura, fa pensare a racconti per bambini messi insieme alla bell'e meglio. Ora, io capisco che non tutti si possano permettere di spendere 200-250 euro per una cover ( e sì, ci sono illustratori che viaggiano su questa tariffa) ma questa sembra realizzata con Paint e Word ( sempre ammesso che non lo sia davvero). Insomma, si poteva fare qualcosa di più, senza contare che è una cover che non ha alcun collegamento con nessuno dei racconti.Passando a questi, invece. Premetto che non navigo molto sul genere del racconto, e solo di rado ho letto delle raccolte, ma sarà che non ho ancora l'età per capire storie (pseudo?)esistenziali, confesso che non sono riuscita a capire e non ho ancora capito il 90% dei racconti. Per carità, ripeto, magari sono io in questo caso - se si trattasse di romanzi non lo direi per nulla al mondo, perché nè ho letti abbastanza per riconoscere un buon libro da una schifezza - ma vista la mia poca esperienza in fatto di racconti... Cioè, non ne ho proprio capito il senso. Ho trovato solo frasi più o meno collegate fra di loro, piene zeppe di riflessioni di vario tipo, a volte senza un'opportuna cornice. Più che racconti, infatti, ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte a dei frammenti di riflessioni e pensieri di personaggi diversi fra loro. L'azione è minima.Altra cosa che mi ha lasciata perplessa, è lo stile: una continua voluta di parole, parole che, tra l'altro, alcune volte vengono usate in modo del tutto inopportuno, espressioni, metafore, che si avvolgono nella mente del lettore senza che però ad essere corrisponda qualcosa di concreto, senza che si formi alcuna immagine nitida. L'ho percepito più come un estremo e sterile esercizio di stile, in alcuni casi troppo enfatico. Avendo letto solo questo lavoro della Calzia non posso dire se si tratti del suo stile personale o se si sia impegnata per scrivere quello che ha scritto, ma personalmente avrei preferito che l'autrice si concentrasse meno su queste girandole di parole e desse maggior attenzione ai personaggi e alle loro storie, senza limitarsi ai loro pensieri.Rispetto ad altri autori autopubblicati, credo che Sabrina Calzia abbia una potenzialità che sono certa saprà sfruttare, ma il mio consiglio è quello di cercare di preoccuparsi meno della scrittura e di andare più a fondo nel cuore della storia, che è la cosa più importante, soprattutto per un racconto. Sabrina Calzia è nata a Imperia nel 1971, e della Liguria conserva nel cuore il vento, il sole e la casa dove è cresciuta. Ha amato molti autori, primo fra tutti Pirandello, e coltivato diverse passioni: dalla musica ai numeri alla cucina.A Cernusco sul Naviglio, dove vive, ha trasferito su carta il suo sogno di scrivere, chiuso in un cassetto da quand’era bambina. Tre anni dopo “La metà di credere”, è alla sua seconda pubblicazione.
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