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Recensione: "Piccole Donne - Piccole Donne Crescono" di Louisa May Alcott.

Creato il 16 gennaio 2015 da Marta @RosaMDeserto

5 libricini, il massimo, per i romanzi! Molti meno per l'edizione.


Trama


Recensione

« Natale non sarà Natale senza qualche regalo », brontolò Jo, sdraiata sulla stuoia del caminetto.
« È così triste essere poveri », sospirò Meg, guardando il suo vecchio abito.
« Non trovo giusto che certe ragazze abbiano tante belle cose e altre nulla del tutto » soggiunse la piccola Amy, con una smorfia di disprezzo.
Dall'angolo dove si trovava, Beth osservò, lieta: « Abbiamo però un babbo, una mamma e noi tutte siamo l'una per l'altra. »
I volti giovanili illuminati dalla luce del fuoco si rasserenarono a quelle confortanti parole, ma di nuovo si rabbuiarono quando Jo esclamò con tristezza: « Il babbo non l'abbiamo e non l'avremo per molto tempo ».
Non precisò « forse mai più », ma ognuna di esse mentalmente formulò quel pensiero, riflettendo sul fatto che il padre si trovava al fronte dove si stava combattendo.

Tu sei il gabbiano, Jo, amante della burrasca e del vento, che vola nell'alto mare aperto, e felice anch se solo. Meg è la tortorella e Amy è come le allodole di cui scrive, che cerca di innalzarsi al di sopra delle nubi, ma ricade sempre nel suo nido.

In questo mondo ci sono molte Beth timide e sempre zitte, sedute in un angoletto, finché non si richiede loro di fare qualcosa, e sempre pronte a vivere per gli altri senza che alcuno si avveda dei loro sacrifici, finché un giorno l'allegro grillo del focolare non smette di cantare e l'essere soave e radioso non svanisce lasciando dietro a sé una scia d'ombra e di silenzio.
L'ambizione di Jo era di fare un qualcosa di veramente splendido; che cosa ciò fosse non ne aveva ancora la minima idea; per il momento aspettava che il tempo glielo dicesse e ora si sentiva tremendamente afflitta per il fatto che non le riusciva di leggere, di correre e di scarrozzare come le pareva meglio. Il suo caratteraccio sempre pronto a scattare, la lingua tagliente, e quel suo spirito senza pace la mettevano sempre nei guai, e la sua vita era tutta una serie di alti e bassi che assumevano aspetti comici e patetici nello stesso tempo.
L'affetto bandisce il timore e la gratitudine può debellare l'orgoglio.
Il vero talento o la bontà non rimangono ignorate a lungo, non temere. E anche se questo accade, la coscienza di possedere queste qualità e di farne uso con giudizio, basterebbe a dar soddisfazione, il gran fascino della forza proviene dalla modestia.
... rendersi indipendente e meritare le lodi delle persone che amava rappresentavano i più vivi desideri del suo cuore e questo le sembrava un primo passo verso quella fortunata meta.
I più umili oggetti acquistano bellezza se fatti da mani amorose.
L'agiatezza è certo fra le cose più desiderabili, la povertà ha pure il suo lato buono. Uno dei suoi meriti più grandi è la sincera soddisfazione che procura un duro lavoro manuale o intellettuale, ed è appunto all'ispirazione sotto lo stimolo del bisogno che siamo debitori delle belle, sagge, e vere gioie della nostra vita.
Jo potè assaporare il gusto di questa soddisfazione e smise di invidiare le ragazze più ricche, profondamente soddisfatta di riuscire a provvedere a se stessa, senza dover chiedere un soldo a nessuno.
Ma per quanto giovane, aveva imparato che i cuori sono come i fiori, vanno trattati con delicatezza, e si devono schiudere da soli.
In ogni vita un po' di pioggia deve cadere. Qualche giorno deve essere cupo, triste e tetro.

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