Carissimi astronauti,
inizio la settimana con una nuova recensione!
Ho finito qualche ora fa di leggere... ;)
Questa è un'altra delle letture che ho scelto per partecipare alla #secretbookchallenge organizzata dal blog My Secret Diary; essendo diventata una sfida parecchio competitiva ho deciso di provare ad aggiungere un'ulteriore lettura, che incredibilmente sono riuscita a ultimare in tempo!
Da regolamento si deve scegliere un libro il cui titolo (o nome dell'autore) inizi con la lettera del mese corrente, così, per Febbraio, oltre a "La Fattoria degli animali" ho letto "Poison Fairies - La Guerra della Discarica", il primo volume della nuova serie di Luca Tarenzi.
Titolo: Poison Fairies - La Guerra della Discarica
Autore: Luca Tarenzi
Editore: Acheron Books
Genere: fantasy
Data di uscita: dicembre 2014
Pagine: 224
Lingua: italiano e inglese
Formato: cartaceo ed ebook
ISBN: 8899216185
Prezzo: 9,80 (cartaceo) 0,99 (ebook)
Link per l'acquisto: amazon
Sinossi:
La vita nella discarica è dura, tra il pericolo mortale e onnipresente dei gabbiani, la difficoltà di procacciarsi il cibo e le faide con le altre tribù, come gli spaventosi Boggarts.
Ma Cruna ha deciso che le cose devono cambiare: convince i suoi amici Verderame e Disgelo a rubare la batteria di una macchina, in modo che il suo acido possa fornire energia alla sua gente, visto che l'inverno è alle porte. Come reagirà però il Re Albedo, fratello di Cruna, alla missione non autorizzata? Che cosa sta complottando Waspider, re dei Boggarts? E chi è il misterioso nuovo arrivato, dotato di un Glamour diverso da qualsiasi altro tipo di magia conosciuta?
La Guerra della Discarica è il primo capitolo di una trilogia che descrive la vita delle più feroci creature del mondo: LE FATE!
Il piccolo mondo mi ha sempre affascinato.
Quand'ero bambina guardavo le formiche e immaginavo le loro avventure in quella piccola realtà: mi chiedevo cosa si provasse a guardare i nostri oggetti così grandi, e al tempo stesso cosa volesse dire riuscire a captare le microscopiche caratteristiche di una foglia, un filo d'erba, o il petalo di un fiore. Forse starete pensando che ho visto troppe volte i film "Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi", "Z la formica" o il più recente (e meraviglioso) "Arietty, il mondo segreto sotto il pavimento", ma se invece siete come me, curiosi di scoprire le possibili avventure del mini-mondo, allora non potete di certo perdervi "Poison Fairies"!
Diversamente da come siamo stati abituati, "Poison Fairies" non vanta una natura incontaminata per ambientazione: proprio come suggerisce il titolo del primo volume, le vicende si svolgono in una discarica, in mezzo ai rifiuti umani, dove trovare una batteria o un cellulare sono eventi unici e rari capaci di sconvolgere l'intera piccola comunità. A parte che questi rifiuti non dovevano essere smaltiti con tanta leggerezza (il messaggio ambientalista è appena accennato e molto sottile da recepire), il problema è che possono essere usati come vere e proprie armi!
Ci troviamo infatti in un mondo fantasy quasi nascosto ai nostri occhi, poiché a parte gli enormi ratti o i terribili gabbiani, le vere protagoniste sono delle creaturine dalle dimensioni ancor più ridotte: le fate!
Questi esseri si sono organizzati in una società di tipo medioevale governata dalla monarchia, e da tempo hanno definito i propri confini territoriali. Gli esseri fatati, infatti, sono divisi in più razze, la cui differenza si nota principalmente dall'aspetto e dalle abilità personali; ognuno di loro possiede il "Glamour", ossia quello che potremo definire come "potere" o "magia", che si può passare temporaneamente a un altro tramite il sangue. Ad ogni modo, come anche la storia umana insegna, quando c'è una diversità c'è anche una lotta, e gli equilibri sono così fragili che nonostante gli accordi firmati la guerra è alle porte, complice la principessa Cruna e i suoi colpi di testa.
Del resto la protagonista è giovane, si affida alle emozioni e non pensa alle conseguenze, cosa che invece tocca a suo fratello il Re Albedo, su cui pesa l'eredità del padre e la responsabilità del regno. Ma anche in lui si nota una certa impreparazione, tanto che sembra più preso dal dare (dure) lezioni alla sorella ribelle e temere la mancanza di rispetto, piuttosto che fermarsi saggiamente a pensare al futuro del suo popolo.
Come potete dunque intuire, il libro presenta la tipica struttura di una trama fantasy: la giovane eroina irresponsabile che deve fare i conti con la portata delle sue azioni, la magia, la guerra, persino un mistero familiare che in questo volume è appena accennato... tuttavia, mi sono resa conto adesso che in questa guerra non è chiaro quali siano le forze del bene e quelle del male! Insomma, in fin dei conti ognuno agisce in base ai propri leciti interessi: la batteria si trovava nel territorio dei Boggarts, quindi Cruna e i suoi amici avrebbero dovuto starne alla larga, poi sì, è anche vero che la tregua da loro firmata è tutta a vantaggio della tribù rivale, ma ormai hanno firmato, i patti sono quelli! Insomma, voglio proprio vedere come si evolverà la vicenda.
Gli aspetti più interessanti, per non dire esilaranti, sono quelli che riguardano gli elementi fantastici: le creature fatate sono intriganti, sia per il loro aspetto particolare sia per i vari poteri di cui dispongono, per non parlare della diversificazione del carattere di ogni personaggio.
Le descrizioni che ci aiutano a visualizzare le effettive misure di questi esseri sono geniali e buffe: "Portava una corazza fatta di rondelle di plastica e carapaci d'inserto", "[...] una delle guardie, un Goblin alto e largo di spalle incassato in una corazza di guscio di noce, gli si fece incontro puntando la lancia ricavata da un ago da cucito", e poi ancora, "[---] si ritirò dietro una lattina. - Sono sceso fino al torrente. Non è profondo, cinque o sei centimetri al massimo -. Verderame mandò un sibilo. -basta anche meno per annegarci-", così come mi è piaciuto il nomignolo "Pallide Morti" per i gabbiani; scoprirete il perché già nelle primissime pagine.
Il romanzo, infatti, non è esente da scene di violenza, dolore, e morte.
Non ci sono molte scene d'azione, ma quando si presentano sono avvincenti e sembra di vederle come in un film, tanto sono abilmente descritte.
Oltre alla guerra e alla morte, l'amicizia è un altro dei temi principali. Non ho potuto fare a meno di affezionarmi a Cruna, Verderame e Disgelo. Quest'ultimo, però, confesso di averlo cominciato ad apprezzare solo verso la fine del romanzo.
Inaspettato è l'amore omosessuale, accennato con delicatezza e naturalezza.
Un personaggio che mi ha colpito fin dall'inizio è la misteriosa creatura catturata da Argiope dei Boggards (di cui ancora non sappiamo nulla), la figura delle sirene e gli episodi che le riguardano, e infine, la parte mitologica riguardo l'origine di quel (o questo?) mondo.
L'epilogo è uno spassoso invito a leggersi il secondo volume, e dopo tutti questi aspetti positivi verrebbe da dare un cinque stelle, se non fosse che qualcosa mi frena. Forse il fatto che in certi punti ci siano delle scene un po' sottotono, un doveroso riempimento che i dialoghi da soli non riescono a risollevare, ma in compenso ci sono tutte le premesse perché il seguito possa aggiudicarsi il massimo dei voti, magari risolvendo qualcuno dei tanti misteri.
Intanto, vi consiglio di leggere questo primo volume: non è così semplice trovare dei libri altrettanto fantasiosi.
Il voto di Universi Incantati: