Una figura davvero emblematica, la povera O Lan, venduta bambina come schiava, richiesta in sposa proprio in quanto brutta, così da non avere grilli per la testa, anche se il contadino ha preteso che almeno non fosse una sfigurata dal vaiolo o col labbro leporino, che riesce a guidare col suo aiuto fondamentale e con l’istinto le scelte della famiglia, anche se ha i piedi troppo grandi, orribili e per nulla sensuali, perché sua madre l’ha venduta troppo piccola per poter cominciare a fasciarglieli. Una donna della Cina rurale, dove è vista solo come una macchina per fare figli e al massimo dare una mano nei campi, beninteso dopo avere assolto tutti i doveri nella casa, anche se di tanto in tanto il giovane Wang Lang, ha qualche attimo di attenzione, come quando decide di farsi il bagno perché, il giorno delle nozze non vuole che la nuova moglie lo veda sporco, anche se in fondo si era già lavato un paio di mesi prima ed è davvero peccato sprecare tutta quell’acqua così utile per bagnare i campi assetati. Anche se visto con l’occhio occidentale, tante informazioni per cercare di comprendere la cultura e la mentalità di quel paese lontano. Per chi ancora non l’avesse letto, direi che è un libro da non perdere.
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