Recensione: "Rebirth" di Matteo Zapparelli

Creato il 06 marzo 2014 da Saraguadalupi

Titolo: "Rebirth"
Autore: Matteo Zapparelli
Serie: Wolf Lineage #1
Editore: Sogno Edizioni
Pagine: 404
Prezzo: 2,99€ (ebook) - 14,90€ (cartaceo)
SINOSSI   Da millenni in ogni angolo del mondo si combatte una guerra segreta e sanguinosa tra i Figli di Argo, un'antica stirpe di licantropi, e l'oscuro Ordine della Croce d'Argento. Una sola città vive in pace: Verona, la città dell'amore cantata da Shakespeare. Ma anche quest'ultimo baluardo sta per crollare, ora che l'Ordine schiera le proprie forze in un disperato tentativo di annientare il nemico. E la scia di sangue crescerà fino ad assumere le forme di un fiume in piena. Nel mezzo di questo vortice di violenza, Etienne e Sara si incontreranno quasi per caso. Lui, licantropo apostata che ha voltato le spalle ai propri fratelli per amore di una donna. Lei, ragazza sognatrice che gli ruberà il cuore con i suoi grandi occhi verdi. E, mentre cala la notte e sorge la luna piena, gli ululati echeggiano e le spade si innalzano, Etienne dovrà lottare per salvare la donna che ama e offrire al mondo un ultimo barlume di speranza.
  Lo so, sono in ritardissimo con questa recensione, e chiedo venia per questo ;_; Ho letto "Rebirth" diversi giorni fa e devo ammettere che m'incuriosiva parecchio, visto e considerato il cambio di rotta dell'autore che ho conosciuto grazie ad un thriller "Corner's Church" che ho apprezzato in tutta la sua malata genialità (in senso buono ovviamente :P). Così, quando ho saputo che l'autore stava scrivendo un romanzo urban fantasy, non sapevo esattamente cosa aspettarmi e, con un po' di timore, ne ho aspettato l'uscita. "Perchè timore?", direte voi: beh principalmente perchè, quando imparo a conoscere un autore in un dato genere, ho sempre il dubbio che il "cambio di direzione" comporti anche un cambio di stile. Grazie Matteo per aver smentito questa mia convinzione!
Un rumore. Dei passi. Qualcuno dietro la porta dell’appartamento, ne era sicuro. Il sangue gli si gelò nelle vene e i peli gli si rizzarono sulla nuca e sulla schiena. Il respiro si fece affannoso e il battito del suo cuore accelerò. Senza perdere il controllo posò con delicatezza la borsa sul letto, attento a non emettere alcun suono. Qualcosa stava graffiando il legno della porta e lui comprese subito quale fosse la verità. L’avevano trovato molto prima di quanto avesse sperato e immaginato. Erano arrivati a lui così in fretta che non riusciva nemmeno a crederci.
Si aggrappò all’unica speranza che gli rimaneva: scappare. Subito. Prima che riuscissero a entrare. 
"Rebirth" riporta l'attenzione letteraria sull'immagine dei licantropi, ma si distacca dalla visione a cui siamo stati abituati da tutta una serie di romanzi young adult - in cui i licantropi si riassumono in dolci e teneri lupacchiotti che combattono solo i propri simili e che sono quasi paragonabili ad animali domestici - scordatevi questa immagine, perchè qui, i licantropi, sono proprio come ci hanno insegnato da piccoli nelle storielle in stile "uomo nero": enormi, crudeli e soprattutto profondamente attratti dalla carne umana (e non in termini di amore, pace e felicità, ma piuttosto in termini di banchetti molto apprezzati). A questo proposito, lasciatemi ringraziare ulteriormente l'autore per aver dato un calcio all'immagine belloccia e fatale dei licantropi e per averli fatti emergere per quello che sono, in tutta la loro terribile e inquietante maestosità!  Approdando tra le strade di Verona - adorabile ambientazione per un romanzo tutto made in Italy - veniamo a conoscenza di una tregua, tra uomini e licantropi, che vieta a questi ultimi di usare gli umani per spuntino pomeridiano, tregua che però è stata spezzata e che, ovviamente, non preannuncia nulla di buono! Le due fazioni, Ordine della Croce d'Argento (formato dagli uomini) ed i Figli di Argo (licantropi discendenti del primo nella storia) si scontreranno in terribili battaglie, per le vie di una città inerme di fronte alla furia di uomini e animali.
Dopo un inizio, purtroppo, un pochino lento, ho apprezzato a pieno tutto lo scorrere degli eventi narrati in questo romanzo, ma soprattutto ho apprezzato moltissimo lo stile narrativo di Matteo Zapparelli: diretto e senza troppi fronzoli. Le battaglie sono descritte in modo magistrale, quasi come il lettore potesse sedersi appena dietro l'angolo per osservarle dal vivo senza farsi vedere. Il sangue c'è e si vede alla grande! Niente mezze frasi, niente tentativi di "addolcire la pillola", con un realismo estremo, tanto da far venire il dubbio che lui tutte queste cose le abbia viste per davvero (ehy, non è che sei un licantropo vero e ti nascondi in questo mondo dietro l'immagine di uno scrittore? :P). Particolare tenero in mezzo a tutto questo marasma di battaglie sanguinolente, è la storia d'amore che intercorre tra un lupo ed un'umana.. ok, devo ammettere che un pochino me lo aspettavo ma, anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad una storia d'amore non diabetica, ma reale, agitata e straziante,che quindi rende ancora più apprezzabile la storia, proprio perchè bilancia perfettamente battaglie e sentimenti. Il giusto equilibrio per una trama che non lascia spazio a pause noiose, ma che incalza sempre di più fino al finale, chiuso quanto basta per sentirsi soddisfatti, ma lasciando quella piccola pulce nell'orecchio che fa si di non vedere l'ora di leggere il seguito. In conclusione, non posso che fare i complimenti a questo autore che è riuscito a sorprendermi ancora una volta e che non ha perso il suo stile nonostante il cambio di genere. Essere apprezzati nel thriller ed altrettanto nell'urban fantasy, non è da tutti..e questo mi porta a pensare che finalmente è arrivato l'autore che riscatterà i romanzi italiani, troppo spesso declassati, a favore di quelli stranieri.

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