Recensione: "Reviver, il sussurro della morte" di Seth Patrick

Creato il 05 maggio 2014 da Saraguadalupi
Qualche tempo fa, per la rubrica "Chi ben comincia" vi avevo trascritto le prime righe di questo nuovo thriller, uscito ad inizio anno, non nascondendovi la mia impazienza nel volerlo leggere fino in fondo. Ebbene, finalmente ce l'ho fatta e..e, sinceramente, mi aspettavo un qualcosa di grandioso, da 5 e più cuori, ma purtroppo non mi sono entusiasmata come avrei voluto..

"REVIVER" di Seth Patrick
• Editore: Newton Compton • Pagine: 431 • Prezzo: 9,90 € (cartaceo) - 4,99 € (ebook) Nessuno può identificare un assassino meglio della sua vittima... I membri del Forensic Revival Service lo sanno bene: la loro specialità è risvegliare chi è appena morto per qualche istante, in modo che le vittime di omicidio possano fornire indicazioni dirette, raccontare com'è andata e dare informazioni decisive sui colpevoli. A comunicare con i morti sono i reviver: uomini e donne che mettono le loro eccezionali facoltà al servizio della giustizia. Dodici anni dopo la scoperta del primo reviver, infatti, i "risvegli" sono ormai considerati una routine investigativa e la testimonianza dei cadaveri è ammessa in tutti i tribunali. Jonah Miller è uno dei reviver più dotati. La sua percentuale di successi è altissima. Un giorno però, dopo aver risvegliato la vittima di un brutale omicidio, Jonah viene a contatto con una terrificante presenza. Qualcosa lo sta osservando. E attende. Miller riferisce quanto accaduto ai suoi superiori, ma nessuno sembra dar peso alla cosa. Poi però Daniel Harker, il giornalista che ha scoperto i reviver, viene ucciso, e per Jonah comincia una lenta discesa all'inferno. Cercando di far luce sull'omicidio, il giovane reviver si imbatte in verità che sono state tenute a lungo nascoste e che rischiano di far crollare tutto ciò in cui lui ha sempre creduto...
Ebbene, eccomi qui per parlarvi di questo thriller che mi ha incuriosita fin dalla prima occhiata: protagonista è Jonah Miller, di professione "reviver" ..ed ora la domanda sorge spontanea: che cavolicchio è un reviver?? Beh, non è nient'altro che un "risvegliatore di morti": in pratica, quando una persona muore (soprattutto in casi di morte violenta o sospetta), il reviver arriva a riporta temporaneamente la vittima in questo mondo, giusto il tempo per carpire le informazioni necessarie per risolvere il mistero/crimine. Alla faccia del testimone, eh?! Sarebbe bello se davvero le vittime dei peggiori crimini irrisolti, potessero pronunciare come ultime parole il nome del loro assassino..sicuramente ci sarebbero meno  famiglie in pena e più criminali dietro le sbarre. Ahimè, però, questo è solo un libro..
Dalle prime pagine del romanzo, entriamo nella vita di Jonah, sulla scena di un crimine, dove si trova per risvegliare una donna appena uccisa, inoltre, ci viene spiegato che, il primo impiego dei reviver è stato proprio in ambito forense e, solo successivamente, sono stati "usati" in ambito civile, per dare conforto alle famiglie e permettergli di dire addio. Il lavoro del reviver però, non è così semplice come ci si aspetterebbe: egli deve toccare prima di tutto il cadavere, e lasciarsi travolgere dall'onda di emozioni che il suo animo portava con sé al momento della morte, oltre che lo smarrimento da "risveglio": i defunti, come comprensibile, sono confusi, agitati, anche se sanno perfettamente cosa gli è accaduto. Nel momento del primo risveglio che "incontriamo" però, a Jonah accade una cosa strana: si sente osservato e sente la voce di una presenza oscura arrivare direttamente dal corpo della donna appena ucciso, qualche giorno dopo poi, crolla, come in preda allo stress, durante il risveglio di una bambina..Nessuno sa cosa gli stia succedendo e lui, nel suo riserbo, fatica a confidarsi..
Ok, dopo questo breve excursus della trama, passiamo ad analizzare il libro nella sua interezza: la trama e le poche parole scritte sulla copertina sono quel che basta per attirare l'attenzione degli amanti del genere thriller. La copertina forse è un po' scontata ma sicuramente di grande effetto. Per quanto riguarda la storia in sé, purtroppo devo ammettere che, prima di vederla "decollare" ho dovuto aspettare parecchie pagine di descrizioni e dialoghi non proprio scorrevoli che hanno reso la lettura lenta e, a tratti, un po' noiosetta - e tutto ci si aspetterebbe da un thriller, tranne che annoiarsi!
Comunque, passata la parte statica iniziale, la storia inizia a prendere una forma ben precisa e prosegue fino alla fine in modo molto accattivante e coinvolgente che lascia intendere, sul finale, l'arrivo di un seguito (quando, ancora, non si sa). In alcuni aspetti però, è palese che "Reviver, il sussurro della morte" è un romanzo d'esordio: lo stile non è scorrevole, si inceppa ed, in alcuni punti, confonde il lettore con troppe informazioni e troppo nomi mischiati l'uno sull'altro..non potete immaginare quanto mi faccia girare le balle non essere stata soddisfatta a pieno da questo libro! Ci credevo cavoli! Credevo che sarebbe potuto essere uno dei miei thriller preferiti e, credo fermamente che, se non fosse stato per lo stile confusionario, sarebbe potuto esserlo. Ad ogni modo, la scrittura è semplice e si fa apprezzare per questo, anche se di tanto in tanto troviamo "appiccicati" qua e là termini tecnici forensi che - diciamolo - non servono a niente se non a far trasparire un po' di cultura sul tema (non approfondita però). Anche i personaggi, tutto sommato, sono ben caratterizzati - quanto basta almeno per essere riconoscibili nei vari capitoli.
Ci ho pensato molto prima di decidere che voto dare a questo romanzo e, ancora adesso, non sono del tutto convinta. Sapete che non mi sento di sconsigliare a priori un libro (a meno che davvero non sia terribilmente terribile!), quindi vi dico di dargli una possibilità, soprattutto se siete amanti del thriller un po' fuori dalle righe, perchè la storia è proprio originale e di grande effetto! Ma vi avverto di non aspettarvi il thriller del secolo, perchè non è così. E' un lettura sicuramente curiosa e diversa, per i temi trattati, ma narrativamente parlando, preparatevi ad un linguaggio molto semplice e comune, così come sono i dialoghi e le descrizioni (per quanto confusionarie siano) e, a questo proposito, fossi in voi terrei vicino un blocchetto per gli appunti, o un foglio di carta, perchè in certi paragrafi si rischia di perdersi.

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