Recensione R.I.P. - Requiescat in Pace di Eilan Moon.

Creato il 26 dicembre 2013 da Valentina Seminara @imatimehunter
Fra tag, auguri, post divertenti e il resto, ho avuto poco tempo per mettere a punto questa recensione. Ma ci sono riuscita e quindi la posto. Ho letto e finito R.I.P. - Requiescat in Pace di Eilan Moon in meno di un giorno, persa nei gelidi angoli di Cracovia, nei cimiteri in cui i morti tornano a calpestare il terreno, senz'anima, e a cui solo pochi possono donare la pace. Ma questo ve lo spiego più sotto. Siete curiosi? Bene, perché io, adesso, vado a mangiare vado a salutare i parenti che si stanno radunando al piano di sopra! Buon Santo Stefano a tutti!
R.I.P. - Requiescat in Pace
Eilan Moon
Amazon
180 pagine
9 Dicembre 2013
2,68€ - prezzo ebook
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★ 
Dopo più di duecentocinquant’anni dall’Inquisizione e dalla segreta fondazione dell’Avatara, la terra maledetta che trasforma i morti in Succubi e Incubi non si placa più nemmeno con il Potere del Sangue dei Custodi. Forse l'Apocalisse è ai cancelli e i membri dell'Avatara hanno un piano per impedire al mondo intero il momento della Rivelazione, ma quel progetto prevede qualcosa di terribile. Kaspar Nowak e sua figlia Joanna, da tutti chiamata Asia, dovranno affrontare il ritorno del Male nel cimitero di Cracovia. Per Asia essere una Custode e possedere il Potere del Sangue è una battaglia continua contro una parvenza di vita normale, da mantenere a tutti i costi. Qualcosa non funziona più come dovrebbe e la vita dei Custodi, ma soprattutto quella di Asia, è in serio pericolo. Un modo per porre fine alla maledizione esiste, ma chi dovrebbe metterla in atto brucia dal desiderio di non farlo. Borislav Todorov, affascinante quanto pericoloso Venator dell’Avatara, correrà in soccorso della giovane Joanna, ma i suoi ordini celano segreti inconfessabili, e orrori che il cacciatore non vuole rivelare. L’odio e l’amore che provano l’uno per l’altra divamperà in fuoco e ghiaccio, perché tra loro non esistono mezze misure. Bor tenterà di combattere da solo contro il Male, in qualunque forma decida di svelarsi, purtroppo per lui, però, il Potere del Sangue non può essere ignorato. Per secoli i Custodi hanno protetto la razza umana dalle porte dell'Inferno ma forse, ora, è giunto il momento di spalancarle.
La mia Recensione            
E' una storia di eredità familiare impressa nel sangue, segreti condivisi e celati, persone del passato che ritornano e creature sommerse da cumuli di terra che affermano di nuovo la loro presenza nel mondo. R.I.P. - Requiescat in pace non è solo un rituale, ma un romanzo forte e pieno di carattere nato dalla penna di Eilan Moon, situato in uno scenario gotico altamente evocativo, da brividi, ipnotico tanto da non accorgerti quando sei ormai prigioniera del suo abbraccio.
Ora, si. Ci sono i vampiri. No, non luccicano, se temevate questo. Sono bestie infernali che non trovano la serenità, essere immondi venuti dai più profondi recessi della terra, anime tormentate, che un gruppo di persone cerca di restituire alla pace che spetta loro; in perfetta credenza medievale aggiungerei, non vi pare? Credo sia questo il motivo per cui la storia ha attratto la mia attenzione. Il Medioevo mi ha sempre affascinata, superstizione e pregiudizi che seppelliscono la verità relegandola fra le mani di poche persone, a volte alterata, altre volutamente modificata. Le buone premesse ci sono tutte, la storia è interessante e coinvolge fin da subito. Appurato questo, sono diventata molto, mooolto curiosa e decisa nel voler scoprire sempre di più sulla tradizione familiare che investe Asia da quando suo fratello Jozef è morto. Entrambi dotati del Potere del Sangue, insieme al padre, sono Custodi, capaci cioè di impedire che i demoni s'impossessino delle anime dei morti allo scopo di privarle della pace che desiderano. Una missione che ogni Custode assolve per tutta la vita, lavorando nei cimiteri per impedire che la terra maledetta dal Male porti al risveglio dei corpi sotto forma di vampiri. A questo scopo, da secoli è stata istituita l'Avatara, ordine che "collabora" con i Custodi e all'occorrenza, addestra veri e propri soldati, i Venatores, per uccidere i non-morti. Fra queste macchine di guerra, Borislav Todorov è sicuramente il migliore, il più temibile e agguerrito, un uomo solido fisicamente quanto mentalmente e un gran bel figo, si. Ed è anche un gran bel figo, a giudicare da come Asia lo dipinge ai suoi occhi, innamorata da anni di lui così come lui di lei. Ma, ehi, se c'è una cosa che abbiamo imparato leggendo tanti libri del genere, è che l'amore non è mai abbastanza. Dev'essere successo qualcosa, pensavo leggendo, qualcosa di davvero grave, per portare l'un l'altro ad odiarsi in egual modo al sentimento opposto che muove i loro cuori. Ma ne l'una ne l'altro ne fanno cenno all'inizio, e continuano silenziosamente a dannarsi a vicenda, amandosi nel segreto delle loro anime. La tensione fra loro è palese, i motivi meno, ma i problemi del loro mondo sovrannaturale si delineano con chiarezza sempre crescente -tranne per un dettaglio che Bor tiene nascosto, e che da brava detective avevo fiutato già all'inizio.
L'equilibrio che si era stabilito fra il Potere del Sangue e gli esseri dell'Inferno viene spezzato da questi ultimi, che improvvisamente sembrano prevalere sul primo. Per questo motivo, il padre di Asia si ritroverà in ospedale, e la ragazza, ferita e salvata in tempo da Bor, l'unica in tutta Cracovia che può fermare i non-morti. Riuscirci significa essere pronta a combattere in qualunque momento, sapere come difendersi -cosa che Asia non è mai stata addestrata a fare, e per la quale avrà bisogno dell'aiuto di Bor. Bagliori della loro vecchia intesa e dell'attrazione che sentono reciprocamente daranno a lettore gli elementi necessari per decifrare ciò che c'è stato fra loro -e sperare che entrambi si lascino investire nuovamente dalla vecchia scintilla. Perché, diciamolo pure, leggere di Bor e Asia è incredibilmente frustrante. Ci sono momenti in cui avrei davvero voluto sbattere quella montagna di muscoli contro qualche lapide, o bruciare i pochi dubbi neuroni di Asia. Asia, che vorrebbe essere normale, ma che non può esserlo a causa di ciò scorre in lei -il compito che grava sulle sue spalle, marchiato nel suo essere col sangue. L'incidente al cimitero, la minaccia dei vampiri che ritorna nel momento in cui il suo sangue non è più sufficiente, la porterà ad abbandonare l'ultima parvenza di normalità e ad immergersi completamente nel suo dovere di Custode. E' un retaggio antico, il loro, che risale a centinaia di anni prima, è la cosa non avrebbe potuto far altro che affascinarmi, dato che amo il mistero e le storie che prendono vita da elementi risalenti a periodi di molto precedenti ai nostri. E' curioso anche rendersi conto di come non ci siano fazioni davvero definite, poiché alleati e nemici si nascondono facilmente dietro la versione più falsa dell'una e dell'altra cosa. L'Avatara è in combutta con i Venatores, ma anche con le Veggenti, "streghe" che possono prevedere qualsiasi cosa, che usano una magia sconosciuta agli occhi dei mortali, che i Custodi disprezzano e che i Venatores usano da tempo, per via del patto che li lega alle tre megere. Girano per i cimiteri e controllano l'operato dei Custodi, che preferirebbero non averli fra i piedi. Insomma, si presuppone che combattano tutti la stessa battaglia, seppur in modo diversi e con idee differenti in mente, eppure la rivalità -e qualcosa di più- sono fin troppo evidenti alla fine, lo saranno ancora di più. Perciò si, intrighi e misteri e segreti in un'atmosfera così goticheggiante creano il mio terreno di scontro preferito, ma quel tocco di romance in più ha reso il tutto molto più interessante -cosa sono i romanzi senza un po' di tenerezza? non che ci sia molta tenerezza esplicita, e più che tenerezza direi spietato bisogno d'affetto (?) Gran parte del romanzo, infatti, oltre che sul problema del risveglio di Succubi e Incubi, sulle digressioni nel passato che riconducono il lettore all'istituzione dell'Avatara, dei Venatores e dei Custodi e ai loro rapporti controversi, si concentra su Bor e Asia.
Ma che volete che vi dica?
Mi sono piaciuti. Non ci sono troppo moine che fanno alzare gli occhi al cielo, il velo di drammaticità fra loro non infastidisce -non è granché eccessivo, buona cosa per chi ama l'aspetto prevalentemente misterioso dei rapporti fra i protagonisti- e quel che li tiene lontani non è tanto sovrannaturale anzi, per niente. Riguarda il loro essere incomprensibili l'uno con l'altro, quel tocco d'orgoglio ed egoismo non voluti che hanno creato due visioni diverse nella mente dei due. E, allo stesso tempo, non c'è nessun'altro con cui vorrebbe stare, nessuno in grado di capire e accettare pregi e difetti reciproci.
Ho anche letto il pezzo che Eilan ci ha regalato per il contest -in corso anche qui sul blog-, quello in cui Asia e Bor s'incontrano per la prima volta. Le scintille hanno preso a volare fin da subito; se potevo intuirlo da R.I.P., così ne ho avuto la conferma.
Nel complesso, come romanzo d'esordio e primo della trilogia, è davvero buono. Intrigante, oscuro, con un finale che lascia senza fiato e con un senso di frustrazione che per me è stato davvero inaspettato. Lo dico perché per buona parte ho avuto l'impressione che ci fosse qualcosa di incompleto, che non mi rendeva pienamente convinta di ciò che stavo provando, o del giudizio che avrei dato. Qualcosa nel carattere della storia, forte e indipendente, ma non... come dire, in rilievo, approfondito. Non so come spiegarlo, ma nonostante mi sia davvero piaciuto e non lo si possa definire piatto, né nella trama né nello stile, nel complesso la sua essenza mi ha si catturata quel tanto da coinvolgermi nella storia durante la lettura, ma avrei voluto qualche dettaglio in più, scene aggiunte nei punti giusti, personaggi particolareggiati... insomma, di più. E lo dico perché penso che la trilogia possa funzionare, chiunque leggerà se ne renderà conto. Detto questo, spero che il sequel non tardi ad arrivare!

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