[Recensione] Sangue giudeo di Luca Filippi

Creato il 03 marzo 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

Titolo: Sangue giudeo
Autore: Luca Filippi
Editore: Leone Editore
ISBN: 9788863930535
Numero pagine: 248
Prezzo: € 15,00
Voto:

Trama:
Roma, 1500. Mentre il Valentino torna da trionfatore nella capitale accolto con tutti gli onori dal padre, papa Alessandro VI Borgia, nella comunità ebraica si susseguono diversi omicidi per avvelenamento. Tiberio di Castro, medico speziale alla corte vaticana, sarà chiamato a indagare sul mistero. Ma la sua fama di uomo retto attirerà le attenzioni anche di un’ospite particolare. Caterina Sforza è infatti imprigionata a Castel Sant’Angelo, portata a Roma come bottino di guerra dal Valentino, e con le sue arti magiche e ammalianti chiederà al giovane speziale di aiutarla nel suo progetto di fuga. Le indagini di Tiberio, introdotto ai misteri del veleno da Caterina, andranno a lambire gli alti vertici della Chiesa, ma qualcuno, nei palazzi del potere, segue con attenzione ogni suo passo, pronto a sacrificarsi per l’oscuro demone che lo governa. Dopo L’arcano della Papessa, Tiberio di Castro torna a indagare sui misteri della Roma rinascimentale. Sangue giudeo è un romanzo che alla precisa documentazione storica aggiunge la fascinazione dell’esoterico, il tutto narrato con indiscutibile passione e competenza.

Recensione:
Da classicista incallito, non ho potuto evitare di appassionarmi da subito a questo romanzo, apprezzando l’impeccabile fusione tra la narrazione storica e quella letteraria. L’indagine storiografica è stata trattata con dovizia di particolari, e inquadra molto bene la mentalità dei personaggi nello sfarzo del Cinquecento italiano di corti e palazzi, in contrapposizione con la povertà delle periferie e delle campagne flagellate dal morbo della peste.
I protagonisti sono reali e credibili, non ci sono falle temporali, così che si seguono le loro vicende lasciandosi trasportare indietro di mezzo millennio, assistendo all’indagine e cercando di trarne le conclusioni, lasciandosi affascinare da donne tanto astute quanto letali e imprevedibili, vagliando i risvolti psicologici delle differenti personalità e attraversando con loro i luoghi meno noti di Roma, quelli però dove la vita sembra più reale.
Molto interessante è il contesto antropologico: il Cinquecento è stato anche il secolo che ha visto gli albori dell’Inquisizione vera e propria, non come caccia alle streghe ma come accanimento verso popolazioni minoritarie e personaggi considerati “diversi” dalla società del tempo, in particolare gli ebrei, un millenario capro espiatorio dal punto di vista delle ideologie dominanti.
Quando ho proseguito gli studi come letterato, approfondendo soprattutto la storia moderna, ero già affascinato dal periodo rinascimentale, per cui sono arrivato preparato a una lettura di questo calibro e ho potuto godermela in pieno.
Lettura che, a livello obiettivo, credo sarebbe difficoltosa per un lettore con altre formazioni: i termini ricercati abbondano, talvolta le frasi richiamano costrutti latini, il latino rientra anche nella narrazione così come il greco. Decisamente lodevole, ma forse non dal punto di vista di qualsiasi lettore. È un romanzo culturalmente impegnativo, che richiede attenzione e interesse, ma che non lascia deluse le aspettative di chi è in cerca di un testo ben fatto, intrigante e coinvolgente.


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