Tre maghi della scienza – tra meccanica, matematica e psicologia.
Una cameriera con un bambino-genio.
Sono i personaggi alla base della nuova serie della CBS, Scorpion.
L’episodio pilota si apre in Irlanda, un’agguerrita squadra speciale irrompe in una casa nel bel mezzo del verde in cerca dell’uomo che ha hackerato la NASA. Viene fuori che l’hacker non è altro che un bambino estremamente intelligente. Ma che dico, esageratamente intelligente. E’ Walter O’Brien [che ha il volto di Elyes Gabel, lo ricordate in Game of Thrones?]
Osserviamo il piccolo Walter conoscere un uomo – quasi sicuramente qualcuno nei piani alti della sicurezza americana – e poi il ricordo si dissolve, presentandoci il Walter O’Brien del presente. [L’attore Un ragazzo in camicia e cravatta che tenta di rompere con la sua ragazza in modo normale. Peccato che Walter normale non lo è affatto.
Capiamo subito infatti che il ragazzo a parecchi problemi con gli stati emotivi. In poche parole? Walter è privo di tatto, quasi incapace di riconoscere emotivamente le altre persone, di comprendere i loro sentimenti. E’ la logica che sopravvale. I numeri, i calcoli. Non basta certo prevedere attraverso dei calcoli tutto ciò che la sua ormai ex proverà per arrivare ad un legame emotivo. Eh no, Walter.
Fatto sta che il protagonista non si trova solo in quel bar per lasciare la sua ragazza, ma soprattutto per riparare la rete wi-fi del locale. Come dire? Unisce l’utile al dilettevole.
A quanto pare, il super cervello di Walter è ridotto ad un aggiusta-tutto tecnologico. Dopo il nostro protagonista, facciamo la conoscenza dei disfunzionali amici di cui si circonda – e con cui, a quanto pare, tenta di lavorare invano – Happy, Sylvester e Toby.
A cambiare le carte in tavola è l’arrivo improvviso dello stesso agente che avevamo visto con Walter quando era un bambino: Cabe Gallo.
L’uomo va subito al dunque: ci sono 56 aerei in volo che hanno perso contatto con le torri di controllo e che dunque sono destinati a schiantarsi. Solo l’intelligenza di Walter può far sì che quest’enorme tragedia non avvenga.
Inizialmente il protagonista è deciso a rifiutare anche il minimo contatto con l’agente Gallo (è evidente che in passato è successo qualcosa tra loro), ma quando all’intero gruppo viene offerta un’elevata somma di denaro – vista la delicata situazione in cui già si trovano – Walter riconosce che è l’unica scelta. Ah, e poi potrebbe salvare anche parecchi umani. Non che lui ne sembri toccato.
Il team parte, ma dato che raggiungere LAX comporterebbe solo uno spreco di tempo, Walter decide di fare sosta nel bar in cui quella stessa mattina aveva riparato la rete wi-fi.
Il ritmo incalza nel giro di qualche minuto: termini incomprensibili per chi possiede il quoziente intellettivo nella norma, velocità di movimento disarmante, tensione.
Fortunatamente c’è il personaggio di Paige, una normale ragazza che si ritrova nel bel mezzo di un team di cervelloni che stabiliscono subito un contatto con suo figlio. Capiamo che il bambino non comunica molto con il mondo esterno, sua madre compresa, eppure stabilisce un legame con Walter e i suoi amici.
Nel frattempo, per ristabilire i contatti con gli aerei in volo c’è bisogno del disco di backup, ma – come in ogni telefilm che si rispetti – c’è un problema: la squadra ha solo 20 minuti per prendere il disco prima che il software venga corrotto. Mentre tutti si danno da fare, la povera spaesata Paige decide di fare il suo lavoro: serve a Walter da bere. Quest’ultimo – giusto per ritornare alla sua mancanza di comprensione emotiva o tatto – analizza con disinvoltura la giovane donna, molto stile Sherlock Holmes.
Sei anemica. Rende le unghie bucherellate. Per questo lo smalto sembra a strisce. Hai bisogno di ferro.
Beh, di certo questo suo atteggiamento non conquista Paige, ma ormai Walter è irrefrenabile. La sua analisi continua finché Paige non decide di metterlo a tacere. Il ragazzo però ha un ulteriore confessione per lei: Ralph, il suo bambino, non ha nessun handicap. E’ solo un genio. Proprio come lui.
“Mi dispiace essere portatore di brutte notizie ma tuo figlio è un genio.”
“Aiutalo.” E’ l’unico consiglio di Walter. Nel frattempo le probabilità di successo della missione, annuncia Sylvester, sono sempre di meno e se dovessero fallire, 20 mila persone sono destinate a morire.
Quando Happy e Toby riescono finalmente ad entrare nel locale che conserva i dischi backup mancano pochissimi minuti prima che si corrompa il software. Con stravaganza, fortunatamente, Toby riesce a trovare il disco semplicemente guardando una foto. Purtroppo l’ennesimo fallimento è alle porte: l’hard drive è cancellato.
E’ tutto finito, non ci sono speranze.
Non capendo come risolvere il problema, Walter va nel panico e molla. Per sua fortuna c’è Paige, che non sarà un genio, ma è sicuramente una donna forte e determinata. Sarà lei ad infondere un po’ di coraggio al nostro protagonista. *è partita la ship*
Il ragazzo, allora, riparte in quarta con un’idea assurda: rendere tutti i semafori della città verdi in modo da raggiungere ad una velocità incredibile la torre di controllo. Ralph – con un semplice gesto – invita sua madre ad aiutare quei strani cervelloni, ed è per questo che Paige si offre come guidatrice. Dopo una sequenza degna di Fast & Furious i due arrivano alla pista di atterraggio, mentre Toby tenta di rintracciare qualche passeggero sull’aereo tramite cellulare.
Una volta riuscitoci, Walter riesce finalmente a parlare con il pilota. La missione è questa: avvicinare abbastanza l’aereo da poter raggiungere il segnale per scaricare il software. Il loro tentativo è folle: Walter e Paige salgono su una Ferrari e sfrecciano sulla pista di atterraggio proprio sotto l’aereo che scende fino a due metri e mezzo da terra. Un suicidio, insomma.
Un nuovo inizio per il team di Walter. Ovviamente il nostro protagonista non puo’ dimenticare l’aiuto di Paige, né quel bambino che tanto gli ricorda se stesso.
La scena finale, quindi, vede Mr. Genio offrire un lavoro a Paige. In effetti, un membro ‘normale’ non guasterebbe per quanto riguarda il fatto “socializzare con gli altri” , e per ricambiare, la squadra potrebbe aiutare Paige a creare un contatto con suo figlio.
“Perché? Non sono un genio.” “No, ma ne stai crescendo uno.”
In definitiva, cosa possiamo dire di Scorpion?
La trama non è originale (Genio=Walter=Fringe), eppure la serie ha posto la base per un grande intrattenimento, con tutti gli stereotipi ma anche i dettagli originali che un telefilm addicted possa desiderare. Personaggi interessanti, toni leggeri, ship assicurate. Ah, un protagonista affascinante e tenero nella sua incapacità di socializzare.
Lo consigliamo? Assolutamente sì.
Ringraziamo: Scorpion Italia