Con la loro seconda fatica, gli sviluppatori di NorbSoftDev hanno volto lo sguardo verso il vecchio continente, concentrando la loro cura certosina su una battaglia campale che ha cambiato per sempre la storia.
Versione analizzata: PC
Giovanni Calgaro è avvocato per sbaglio, ma tuttologo per passione, cresciuto a pane e videogiochi sin dalla più tenera età. Allevato da un commodore 64 non ha mai smesso di stupirsi per l'immensità della forma d'arte videoludica, tanto da sentire molto presto il bisogno di sfruttare l'amore per la scrittura per raccontare, far conoscere ai più e condividere questa meravigliosa passione. Potete sempre trovarlo su Facebook e Twitter, sempre che non sia in qualche aula di tribunale.
Emersa dalla nicchia evolutiva in cui rischiava di rimanere confinata, l'inglese Slitherine Ltd. è riuscita a ritagliarsi il proprio spazio nel settore grazie a furbe alleanze con altre piccole realtà anglosassoni (vedasi Matrix Games) e, soprattutto, grazie ad una gavetta ultradecennale nello sviluppo e nella distribuzione di strategici a sfondo storico e GDR in ambiente PC, console ed in quello mobile.
Anche se il grande pubblico potrebbe snobbarla o non riconoscerne i meriti, Slitherine in questi anni è riuscita a tenere viva la sacra fiamma del nobile genere strategico - da lungo tempo abbastanza tremolante, se togliamo i soliti noti - dando spazio ed ossigeno a sottogeneri poco commerciali (come i wargame o i tabletop games) supportando le idee di piccoli e tenaci sviluppatori come, ad esempio, i ragazzi del minuscolo studio NorbSoftDev.
Il nome non è certo di quelli altisonanti e, probabilmente, alla maggior parte di voi potrebbe non dire niente. Chi, invece, passa le proprie giornate spulciando il catalogo Steam dedicato ai titoli strategici conoscerà sicuramente Scourge of War: Gettysburg, loro primo RTS simulativo dedicato alla guerra civile americana e caratterizzato da una accuratezza storica semplicemente maniacale.
Con la loro seconda fatica, gli sviluppatori hanno volto lo sguardo verso il vecchio continente, concentrando la loro cura certosina su una battaglia campale che ha cambiato per sempre la storia geopolitica europea e mondiale ponendo fine alle ambizioni dell'effimero impero napoleonico e riscrivendo gli equilibri tra le più grandi potenze dell'epoca.
Per Aspera ad Astra
L'amena campagna belga che circonda Mont-Saint-Jean, a pochi chilometri dalla cittadina di Waterloo vide scontrarsi, nel giugno del 1815, oltre quattrocentomila soldati appartenenti alle forze imperiali napoleoniche e alla cosiddetta Settima Coalizione anglo-russo-prussiana, guidata dal Duca di Wellington e dal feldmaresciallo Von Blücher. Il destino di quegli uomini comuni venne forgiato dal capriccio della Storia. E dalla tempra di ferro di un uomo testardo e risoluto.
La fulminea riconquista del potere da parte del generale corso dopo la fuga dall'isola d'Elba lasciò tutti di stucco. Da un lato i francesi, soggiogati dall'immenso carisma di quel piccolo uomo ed impauriti dalla restaurata monarchia, lo riaccolsero con fervore e lo seguirono ciecamente verso la disfatta. Dall'altro le maggiori potenze europee, convinte d'aver tarpato le ali al loro peggior nemico, a Vienna stavano ristabilendo lo status quo dopo la stagione delle conquiste napoleoniche. Date queste premesse, non ci volle molto prima che si giungesse ad uno scontro aperto. Tutte le parti in causa intendevano, infatti, risolvere la questione in un'unica battaglia risolutiva. Napoleone non poteva indietreggiare, pena l'insurrezione del popolo; la Coalizione invece doveva distruggere una volta per tutte il mito, prima ancora dell'uomo.
Scourge of War: Waterloo ci permette di rivivere, ora per ora, tutte le fasi di questo epico scontro, dalle piccole scaramucce iniziali davanti le mura di Chateau de Goumont sino al climax finale di quel fatidico 18 giugno. La nuova fatica di NorbSoftDev, però, non è un prodotto commerciale accessibile e tarato sulle richieste di un pubblico generalista. Il titolo ha, infatti, l'ambizione di presentarsi come uno strategico simulativo a tutto tondo con solide barriere all'entrata, più che come un grand strategy à la Total War.
Invoco l'arrivo della notte...O Blücher!
Procediamo per gradi. Scourge of War: Waterloo non possiede una campagna suddivisa per missioni e scordatevi le dinamiche classiche di un RTS moderno. La parola d'ordine, se si decide di scommettere sull'offerta di NorbSoftDev, è pazienza.
Pazienza nell'apprendere le macchinose meccaniche di gioco e dedizione nello studio delle statistiche e delle tattiche applicabili ad ogni unità, nonché nella conoscenza della morfologia del territorio in cui avvennero gli scontri. Avvallamenti, fattorie, colline, chiazze boschive e condizioni atmosferiche sono state ricostruite nei minimi dettagli, così come i tutti corpi d'armata che presero parte alla battaglia, quest'ultimi caratterizzati da statistiche precise e formazioni storicamente accurate.
La scheda di ogni singola divisione presenta una pletora di parametri da tenere sotto controllo come il classico affaticamento ed il morale, la tipologia di equipaggiamento, la velocità di marcia, il numero di munizioni ed il range di fuoco ottimale rapportato all'arma in dotazione. Questo, infatti, non verrà mostrato sul terreno con un indicatore visivo, bensì si dovrà desumerlo dalla tipologia di arma utilizzata dalla brrigata o divisione comandata e dalla morfologia del terreno. Insomma, una manna per i perfezionisti, che potranno scegliere se cimentarsi nei venti momenti salienti della battaglia con le Waterloo Battles, oppure iniziare uno scenario sandbox totalmente personalizzabile. Non solo. Gli sviluppatori hanno recentemente messo a disposizione degli utenti due nuove unità ed il dev kit, incoraggiandoli a proporre e pubblicare nuove mod.
Il giocatore, inoltre, può prendere le redini della Grand Armee oppure dell'alleanza anglo-prussiana.
Il titolo permette infatti di guidare l'armata intera (impresa improba, con circa 200.000 effettivi per parte e chilometri quadrati di territorio da tenere sott'occhio) oppure di vestire i panni un "semplice" capo brigata, come tale assoggettato agli ordini che arriveranno dalle alte sfere, rette dall'I.A.. Ed è qui che il titolo fa emergere tutta la sua natura simulativa.
Nel caso in cui il giocatore decida di assumere il ruolo di semplice comprimario, prima di muovere in modo scriteriato verso il nemico dovrà attendere gli ordini dei superiori, che giungeranno tramite corrieri a cavallo e indicheranno, di volta in volta, gli obiettivi da conseguire. Questa particolare feature rende l'azione chiaramente più lenta e poco attraente per i giocatori più smaliziati ma, allo stesso tempo, molto più "realistica" e sfaccettata rispetto agli strategici mainstream a cui siamo avvezzi. Il titolo presenta ben sette livelli di difficoltà crescente per adattarsi alla diversa sensibilità degli utenti. Idea sicuramente apprezzabile da parte del team di sviluppo il quale, però, fallisce in un aspetto cruciale: il tutorial.
Abbiamo già ampiamente sottolineato che Scourge of War: Waterloo ha tutta l'intenzione di essere una simulazione davvero complessa e poco accessibile, con una curva d'apprendimento tutt'altro che dolce. Questo aspetto poteva esser temperato, almeno in parte, da un valido tutorial che fornisse una direzione precisa ed aiutasse il giocatore a districarsi tra schermate non esattamente user friendly, un'interfaccia alquanto ostica ed un gameplay macchinoso. Sarebbe bastato davvero poco per chiarire le basi su cui poggia l'offerta di NorbSoftDev e dare un infarinatura, per quanto generale, allo spaesato utente di turno. Sono infatti necessarie molte ore per scalfire solo la superficie del sistema di controllo, figuriamoci, poi, apprendere il movimento delle truppe e quali formazioni adottare di volta in volta.
Interfaccia di un futuro passato
Inutile negarlo, la maggiore debolezza di Scourge of War: Waterloo risiede in un comparto tecnico che definire datato è davvero riduttivo. Questo, unito al già citato tutorial confusionario e superficiale non rende certo le cose facili a chiunque intendesse avventurarsi alla scoperta del titolo. L'interfaccia principale non è intuitiva da navigare e ridotta ad icone e menu carenti di appeal. A ciò si deve aggiungere anche il problema relativo alla risoluzione. Il titolo parte con un'impostazione di default che non vedevamo da molto tempo: 1024x768 windowed. A nostro avviso questa sembra essere l'impostazione ottimale per non sgranare eccessivamente l'immagine e rendere troppo piccola l'interfaccia ricolma di ordini. Ad ogni modo, cambiate le impostazioni per adattarle al periodo storico attuale ci accorgiamo di quanto l'immagine perda di definizione, sporcandosi con pixel grossolani e sprite bidimensionali estemporanei.
Il team, sotto questo punto di vista, sembra aver perso il treno dell'innovazione adottando una soluzione tridimensionale per l'enorme mappa ed una bidimensionale "low res" per truppe e vegetazione. La combinazione delle due scelte, soprattutto utilizzando lo zoom, si rivela impietosa e azzoppata da qualche bug relativo alle compenetrazioni. Capita, infatti, che muovendo una brigata verso un edificio questa di scontri con il muro senza cambiare direzione, oppure entri nella struttura solo a metà, rendendone difficoltoso il controllo. L'unica cosa buona derivante dalla povertà poligonale e dall'assenza di effetti (escluso il fumo dei moschetti e dei cannoni) è l'ottima draw distance, che permette di avere sotto controllo il campo di battaglia e notare i movimenti delle divisioni più lontane. Un vantaggio che Napoleone avrebbe sicuramente apprezzato.
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