Un minuto di silenzio per questa fine gloriosa.
*...un minuto dopo*
E ora, la recensione!
Se l'unico modo per salvare il mondo fosse quello di distruggere ciò che hai amato di più, lo faresti?
Il tempo stringe. Ognuno deve scegliere.
Passione. Potenza. Segreti. Incantesimi.
Shadowhunters. Le Origini - La Principessa Cassandra ClareMondadori Chrysalide564 pagineIn uscita 23 Luglio 201317,00€Voto: ★ ★ ★ ★ ★
Dalla saga bestseller internazionale di cui è in arrivo un film attesissimo dalle atmosfere dark e ammalianti, Il terzo volume che narra le origini degli Shadowhunters. Una nuova avventura in una dimensione infernale.
Tessa Gray dovrebbe essere felice, come tutte le spose. Eppure, mentre si prepara per il suo matrimonio, una rete di ombre grava sugli Shadowhunters dell’Istituto di Londra. C’è un nuovo demone, legato tramite sangue e segreti a Mortmain, l’uomo che vuole utilizzare il suo esercito di automi spietati, gli Infernal Devices, per distruggere gli Shadowhunters. Abbandonati da coloro che dovrebbero essere i loro alleati e con i loro nemici sempre più vicini, gli Shadowhunters si trovano in una trappola mortale... Come può una sola ragazza, persino una che può comandare il potere degli angeli, affrontare un intero esercito? Un nuovo, avvincente episodio della saga che ha già appassionato moltissimi lettori.
La mia Recensione
Decantato in tante lingue, atteso da lettori e lettrici di altrettanti paesi, ecco che finalmente questo fenomeno mondiale ha fatto la sua meravigliosa comparsa nella mia modesta libreria, accanto a L'Angelo e a Il Principe, che ormai da mesi non desideravano altro che la sua compagnia. Proprio come me. La Principessa è appunto il capitolo conclusivo di una trilogia che mi ha fatta disperare e innamorare e commuovere ed emozionare in ogni modo possibile, cosa che purtroppo non ho potuto riportare in alcuna recensione -se ci fate caso, infatti, non ci sono recensione in questo blog che riguardano i primi due libri, e me ne rammarico-, finora. Non vi preoccupate, cercherò di moderarmi in qualche modo, ma se non avete ancora iniziato questa trilogia, oltre a correre subito nella più vicina libreria per rimediare a quest'incresciosa mancanza, non dove preoccuparvi di trovare spoiler - se dovessero essere presenti, li segnalerò con un altro colore.
Non ci vuole molto a capire che c'è qualche tragedia dietro l'angolo. Insomma, quando mai nei libri di Cassandra tutto fila davvero liscio, senza problemi? E, quando accade, c'è sempre qualcuno appostato nella nebbia -siamo a Londra, no?-, in attesa del momento propizio per attaccare. Ingannevole e astuta, lei, che non prova pietà, non prova rimorso, non ha fine e tornerà sempre. E, ci vuole -anche se lo cambierò un po'-, Raziel abbia pietà delle nostre anime. Ora, chi ha letto il libro o l'ha iniziato, sarà lì lì per piangere e ridere allo stesso tempo, comprendendo appieno la mia allusione. A questi dico, ricordate, siamo più di quanto crediate.
Tornando all'inizio di questo paragrafo... vi dirò di più. E' la stessa Cassie che, per mezzo di Tessa, ci ricorda che la magnanimità non è certo una virtù che le appartiene.
-Tu conosci quella sensazione... quando leggi un libro e sai che finirà in tragedia- disse Tessa. -Senti arrivare il freddo e l'oscurità, vedi la rete stringersi intorno ai personaggi che vivono e respirano sulle pagine. Ma sei legato alla storia come se fossi trascinato da una carrozza, e non puoi lasciarla andare o cambiarne il corso.
Si Tessa, la conosciamo anche noi, questa sensazione.
Così, quando la prova abito di Tessa viene interrotta da Jem, il tentativo di Gideon di convincere Sophie che non conta quanto il loro rapporto possa essere sconveniente pure, così come l'allenamento di Cecily da parte di uno svogliato Will, il tutto a causa di Gabriel Lightwood che, coperto di sangue, si decide ad ammettere finalmente che il padre è un verme... ecco, mi sono detta che all'assurdo non c'è mai fine. Quando poi si capisce che il ragazzo va preso alla lettera, cosa che nessuno aveva fatto nonostante fosse, ripeto, coperto di sangue -dalla testa ai piedi, si-, ho pensato che anche i doppisensi sono immortali. Immaginate la soddisfazione di Will nel constatare che la sua profonda conoscenza della sifilide demoniaca si è rivelata corretta fino all'ultimo sorriso compiaciuto del Cacciatore stesso. Come lui, anche io ero abbastanza contenta della cosa, ma solo perché così finalmente Gabriel sarebbe entrato a far parte della famiglia... non so se mi spiego.
E' così che un personaggio che fino a quel momento non avevo assolutamente considerato, entra a far parte del giogo impossibile creato da Cassandra. Ci si aspetterebbe una guida saggia e stabile, da parte del Console del Consiglio, giusto? Ma Josiah Wayland non sembra tenere molto in considerazione la posizione sociale di Charlotte, nonostante in precedenza l'avesse appoggiata -tutte moine, destinate a sparire nella ferrea condizione che una persone appartenente al sesso debole, a lui leale e in una posizione che gli facesse comodo, fosse più manipolabile di un uomo. E' anche vero che la nostra Charlotte è tutto fuorché manipolabile...
Parallelamente, Jem e Tessa sono felicemente fidanzati e fanno grandi progetti per il matrimonio, felici per la condizione di salute di Jem che pare essere migliorata negli ultimi tempi. Will accusa in silenzio il dolore nel vedere Tessa fra le braccia di un altro uomo e la seppur non completa gioia di poter regalare un po' di vita al suo parabatai. Nel frattempo, dato che la sua falsa maledizione è ormai ben nota agli occhi di tutti, si dedica a Cecily e al suo addestramento di Cacciatrice, mirato solo a indispettire il fratello e strapparlo dall'Istituto in cui vive da anni, per riportarlo a casa. Cecily è la sorella di Will non solo nell'aspetto -una Herondale al femminile che dopo sue mesi desta ancora stupore per la sua somiglianza col fratello, soprattutto agli occhi di qualcuno-, ma anche nel carattere, nella passione e determinazione con cui persegue le sue convinzioni. E proprio con questa stessa determinazione, solo più moderata e ingentilita, Gideon non vuole proprio mollare la presa sulla dolce Sophie.
C'è qualcosa di unico nel modo in cui Cassie da vita a qualcosa come carte, inchiostro, immagini e magia, che dovrebbero produrre un effetto astratto, e non così concreto. Temo che sia la mia infatuazione per questa donna a parlare, perciò cercherò di intrecciare al mio giudizio quanto di oggettivo posso presentarvi senza rovinare la vostra lettura. L'interazione fra i personaggi, odio e amore non più opposti ma complementari, lealtà e onore, orgoglio e disprezzo, paura e tentazione, ogni cosa perfettamente dosata come se l'autrice avesse una padronanza assoluta delle parole, un controllo impossibile da mettere in discussione, dove anche l'errore improbabile è certamente voluto, dove l'ingiustizia per chi legge è giusta nella mente di chi crea, dove ogni cosa ha il suo perfetto equilibrio, eppure la mia mente vacilla ancora come in preda ai postumi della sbronza. Cassandra riesce a mescolare le cause ricavando effetti imprevedibili, sorprendenti o tanto ovvi quanto emozionanti.
Jem è la parte migliore di Will, Will è ciò che senza Jem non sarebbe mai potuto essere, e Tessa è il loro cuore. E' inutile parlare di ciascun personaggio come entità separate, perché non li stiamo conoscendo qui per la prima volta. Sono una ferma sostenitrice di Will e della sua nobile causa, per quanto la mia speranza sia sempre stata vederlo felice con Tessa. Ed ecco che Cassie stravolge le mie sicurezze, come sempre. Non dico di non amare più questo giovane Herondale alla follia -la folle sarei io, se fosse così-, ma nonostante fossi già parecchio affezionata a Jem, tanto che per molto tempo scegliere fra l'uno o l'altro è stata per me una causa persa, in questo volume la sua persona risalta ai miei occhi come non aveva fatto prima, facendomi sentire in colpa per le cose poco carine che mi sono passate per la testa sul suo conto quando il dolore di Will per aver perso Tessa a causa sua -devo comunque puntualizzare che non si tratta esattamente di una colpa, ma in un certo senso lo è- uccideva anche la sottoscritta. Perciò mi sono ritrovata a dolermi per tutti e tre -e lo ammetto, un po' meno per Tessa, perché se non fosse così importante, avrei potuto considerarla quasi un mezzo, trainato da Jem o Will. Un dramma talmente intenso, pieno di lealtà, tradimento, desiderio, sacrificio, timore, amore, odio sangue e morte, che in certi punti dovevo davvero impedirmi di piangere e trovare la forza di continuare. Niente più Tessa e Will o Tessa e Jem o Will e Jem. Sono un trio, un vero trio di anime legate in modo spaventoso e meraviglioso, e niente è stato più straziante, commovente o travolgente fra loro tre come lo è stato ne La Principessa. Avevo nelle orecchie il suono dell'inevitabile che copriva quello ormai esile della speranza, come se tutto lentamente stesse perdendo i proprio contorni.
Nei suoi libri lei è così, ti sconvolge senza darne il minimo segno scritto. Getta la bomba e quella scoppia in silenzio fra le pagine, mentre in te rimbombano lo scoppio assordante, il dolore dell'esplosione e tutti gli effetti collaterali. Non dovrei nemmeno sorprendermi, eppure tutte le volte c'è qualcosa che mi fa scoprire l'esistenza di un altro livello di bellezza più alto rispetto a quelli fino ad ora conosciuti nei libri di Cassandra, come se riuscisse a superare se stessa mano a mano che da vita ad altri romanzi. Quando penso di stimarla già oltre ogni limite, mi dimostra che c'è ancora una soglia da superare, e poi un'altra.
Ecco, quando leggo, mi sento un po' come Henry, chiuso nella sua roccaforte silenziosa con la sola compagnia dei pezzi e delle sue creazioni, come se nella vita non avesse bisogno d'altro che circondarsi di aggeggi meccanici e di tutta la fantasia e la conoscenza di cui dispone per assemblare parti più piccole e tirar fuori qualcosa di grande, unico, al passo con la tecnologia dell'epoca, se non superiore. Circondata dai libri, grazie ad ognuno di essi nella mia mente creo mondi nuovi e do voce a personaggi che altrimenti sarebbero solo parole su carte, e mi rende estremamente felice la consapevolezza di essere in grado di farlo, di averne avuto la possibilità.
C'erano momenti di calma e aspettativa a stento trattenuta, in cui avrei volentieri urlato la mia frustrazione. Era come vedere figure che tramavano nell'ombra, dandomi l'impressione di scovare indizi in ogni movimento ma senza riuscire a capire dove questi portassero, o come intrecciarli fra loro. Ci mancava poco che impazzissi per l'attesa, e non era ancora successo nulla. Nel corso della storia, Cassie ci offre momenti della vita e del mondo dei Cacciatori che prima aveva solo accennato; la cerimonia in cui ad un Nephilim viene conferita la sua prima runa; imatrimonie la loro preparazione. Anche vedere Will e Jem da bambini -se così si possono chiamare, a dodici anni, persone che hanno nel loro passato, presente e futuro orrori che avrebbero abbattuto chiunque altro- ha suscitato in me un'emozione profonda e d'indicibile tenerezza, così da farmi analizzare con altri occhi il loro particolare rapporto d'amicizia e devozione, o qualcosa che ci va molto vicino. A quel punto non puoi odiare l'uno o l'altro, e sembra perfettamente logico che niente sia mai riuscito a dividerli, se non l'amore per un terzo elemento comune e esterno al loro duo. Questo perché la Clare non è mai banale e da sempre una spiegazione perfettamente precisa alle sue scelte.
Si capiranno finalmente un sacco di cose, ogni singola domanda nata nel corso della serie troverà finalmente risposta, i riferimenti a The Mortal Instruments sono facili da individuare e estremamente soddisfacenti, se si pensano a tutte le ipotesi che ci hanno torturato nel corso degli altri libri.
Inutile dirvi quanto straordinari e ben costruiti siano i personaggi, da quelli che amo di più a quelli che odio, perchè nel mio disprezzo, se così vogliamo chiamarlo, riconosco la mia ammirazione per la loro complessità; per me è ovvio proprio perchè li odio, altrimenti non avrei provato per loro qualcosa di così intenso che li tenga comunque in considerazione.
Soprattutto, il triangolo amoroso -e parlarne qui, in TID, sembra un insulto, non è certo a questo che la trilogia si riduce- non significa per forza scelta, e qui Cassie ribadisce il concetto con emozioni sconcertanti, promesse e legami inscindibili, che superano persino la morte. Ancora una volta è riuscita a trasformare la banalità dell'apparenza in un mare profondo di sentimenti, peccati e virtù; il migliore dei suoi capolavori, a mio parere.
Il contrasto delle epoche in cui si svolgono le vicende con la costante dello stile elegante, ironico e scorrevole, mai piatto, ricco di quell'agitazione che scaccia la banalità e fa dell'ovvio qualcosa di sorprendente
È in questo volume che Le Origini acquista tutto il suo significato.