Tribe!
Dopo due – e dico due- intere settimane di attesa finalmente siamo alla nona puntata. Non facciamo troppo vittimismo, abbiamo potuto riempire il vuoto con la Notte degli Oscar.
Tornando alla puntata, è stata nel complesso divertente, ma ha comunque avuto risvolti abbastanza importanti.
I Gallaghers sono sempre stati una grande famiglia, ora sono effettivamente una famiglia allargata. Qualche tempo fa l’idea dei fratelli Gallaghers che non vivono sotto lo stesso tetto sembrava inconcepibile, ora separati potrebbero essere più uniti che mai.
Emblematiche le scene tra Fiona e Carl, grazie all’intercessione di Kev e V, poi scomparsi per il resto della puntata (destino migliore di quello di Liam che, dopo aver fatto presenza a colazione, è sparito e di Svetlana che non si è proprio vista).
Nell’abbraccio tra i due fratelli ho rivisto l’abbraccio del ritorno di Carl dal riformatorio, la stessa complicità e tenerezza: hanno costruito di nuovo un loro equilibrio. Carl non è più un bambino, ma ha bisogno di sua sorella. Nel momento in cui Fiona gli disfa le trecce, Carl non è più solo determinato a ricominciare, ma si sente anche libero di farlo.
“It’s okay if I say that I’m proud of you?”
Fiona durante la puntata ha reagito in modo esemplare a tutti i problemi che le si sono presentati: la capacità di approcciarsi a Will, la dolcezza nei confronti di Carl e il modo in cui reagisce durante la discussione con Sean. Come solito, però, uno dei suoi più grande punti di forza è anche una delle sue più grandi debolezze: lascia Will da solo per correre da Carl e sapevamo tutti che sarebbe successo qualcosa.
D’altronte, stava andando tutto troppo bene. La discussione tra Fiona e Sean ha rovinato -per così dire- l’atmosfera, ma era inevitabile. Sean è terrorizzato all’idea di perdere la custodia del figlio e nemmeno lui sa se è più arrabbiato con Fiona o con sé stesso – o con suo figlio celebroleso che fruga nel freezer, trova una pistola, la porta a casa e si fa pure beccare – solo a me è parso un pretesto per farli litigare senza rischiare di mettere in ombra Sean?
“I kinda love you.”
“You better.”
A parte le elucubrazioni, Sean ha aiutato Carl in modo concreto e ha mantenuto la mente lucida, oltre che per Fiona, perché sembra tenere davvero a Carl. Forse, Sean rivede in lui anche qualcosa di sé stesso e lo ammira: la determinazione di Carl è quella che gli permette di prendere la decisione più difficile che è, come spesso accade, la più giusta.
Queenie la fa da padrona in casa Gallagher e ancora non riesco a inquadrare il personaggio. È indubbiamente fuori luogo, ma non so ancora dire se ciò sia positivo o meno e, soprattutto, continuo a domandarmi: quanto durerà?
Nel frattempo Queenie si prende cura di tutti in modo tutto suo: aggiusta il tatuaggio compromettente a Chuckie – non abbiamo ancora visto il risultato, ma sarà dura fare peggio di una svastica – e risolve il problema di Lip in una scena assurdamente esilarante che ha dato il titolo all’episodio.
Sarà la volta buona in cui Lip chiude il capitolo Helene?
Si potrebbe sperare che torni, dato che è un qualcosa di relativamente sospeso, per avere anche la soddisfazione di vedere Lip stesso che allontana Helene definitivamente, sia anche per orgoglio o vendetta.
I dialoghi tra il professor Younes e Lip sono ancora una volta geniali, meno saggi, ma più divertenti.
“I could kiss you.”
“Oh, that may get my dick hard.”
Ora che Carl ha deciso di abbandonare il giro, Frank non può più vivere delle sue elemosina. Così opta per continuare personalmente the family business facendo, come suo solito, più danni della grandine e la puntata si conclude con la sua fuga dagli spacciatori.
Dopo sei stagioni ormai non ci chiediamo più se Frank se la caverà o meno, ci chiediamo come se la caverà.
Jake Rosati, WTF?
Chi, come me, segue Awkward potrà capire il mio sconvolgimento. A parte che l’attore dimostrava il doppio dei suoi anni, ogni qual volta che gli attori cambiano serie disorientano, ma su Shameless, come sempre, si va giù pesante.
Questa cosa – non so neanche come definirla- tra Debbie e il maieusofilo è iniziata e finita in questa puntata. E meno male. Oltre ad avermi insegnato una nuova parola, è stata altamente inquietante e utile solamente come conferma dell’ottusità di Debbie.
“I’m an indipendent woman.”
“We hear your roar, girl.”
Last but not least, Ian. Sembra essere tornato quel ragazzo delle prime stagione che persegue il suo obiettivo e affronta tutto ciò che esso comporta in modo propositivo. Afferma di essere felice, felice di avere uno scopo, felice di aver trovato la sua strada e anche felice di avere Caleb accanto? Probabile. La cosiddetta normalità ha sempre attratto i Gallaghers in un certo senso, purtroppo, non è mai finita bene. Fino ad ora. Comunque è sicuro che vedere Ian felice rende felice anche noi.
Inoltre Ian ha confessato a Caleb di essere bipolare. Per par condicio, Caleb confessa di essere positivo al virus dell’HIV.
La storyline di Ian non riesce a rimanere fuori da dibattiti del fandom: fino ad ora le critiche erano rivolte, per un motivo o per l’altro, alla rottura tra lui e Mickey e alla sua nuova relazione, di cui ho scritto soltanto nella recensione di “NSFW”, perché sono critiche che lasciano un po’ il tempo che trovano.
Adesso gli scrittori vengono attaccati per quest’ultima scelta che viene considerata o un cliché o costruita o, addirittura, discriminatoria. A mio parere è stato semplicemente un espediente per fa sì che fosse più facile farli rimanere insieme, accettando la malattia uno dell’altro. Quindi sì, la critica sul fatto che sia costruita è fondata, d’altronde cosa non è costruito in una serie tv?
Shameless torna il 13 Marzo.
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