Recensione Sherlock - L'abominevole sposa

Creato il 14 gennaio 2016 da Lightman

Passando dai giorni nostri all'epoca vittoriana che dovrebbe essere lo sfondo naturale per le sue avventure, lo Sherlock con di Mark Gatiss e Steven Moffat con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman arriva al cinema.

Marco Lucio Papaleo inizia a giocherellare sulle tastiere degli home computer nei primissimi anni '80. Da allora, la crossmedialità è la sua passione e sondarne tutti i suoi aspetti è la sua missione. Adora il dialogo costruttivo, vivisezionare le opere derivate e le buone storie. E' molto network e poco social, ma è immancabilmente su Facebook e Google+.

Avevamo lasciato, alla fine della terza stagione del serial, Sherlock Holmessu un aereo, pronto al suo 'esilio' subito ritirato per via di una misteriosa emergenza. Ma quello era il presente. In Sherlock - L'abominevole sposa torniamo sempre a Londra, ma sul finire dell'800, in un'ambientazione consona alle avventure classiche del personaggio nato dall'immortale penna di Sir Arthur Conan Doyle. Qui ritroviamo il noto detective, il fido John Watson e tutti i personaggi che conosciamo riportati alle loro connotazioni originali, seppur interpretati dagli stessi attori della serie "regolare". Dopo una breve parentesi introduttiva veniamo dunque a conoscenza del caso trattato in questo episodio speciale: l'emaciata sposa Emelia Ricoletti dà apparentemente di matto, si suicida e, da cadavere, sparge morte ai quattro venti in una spirale di terrore. Sherlock, naturalmente, non crede all'ipotesi sovrannaturale e indagherà a fondo la questione, finendo risucchiato in un vortice di bizzarre situazioni...

"The name's Sherlock Holmes and the address is 221b Baker Street"

Il 'sociopatico ad alta funzionalità' più amato della letteratura mondiale torna sugli schermi, per la gioia dei suoi tanti fan, e questa volta, dopo il passaggio televisivo in UK, anche al cinema. L'abominevole sposa è un episodio specialissimo della saga ideata da Mark Gatiss e Steven Moffat, che per celebrare il grande successo delle prime tre stagioni e in attesa di poter cominciare le riprese della quarta si sono dati da fare per questo divertissment originale e finissimo. L'idea è quella di "rimettere le cose a posto" riprendendo dinamiche, personaggi e caratterizzazioni ma inserendole nel giusto contesto vittoriano. E, da un punto di vista iconografico, funziona tutto a meraviglia, gettando nuova luce su alcuni aspetti, integrandone o ribaltandone altri, e giocando in maniera preziosa e assennata con trovate di metacinema assolutamente deliziose. I riferimenti sono ai racconti su carta così come alla serie, in un continuo rilancio che si prende anche il lusso di riferirsi, con molto gusto, alla differenza di percezione da parte del pubblico tra personaggi reali, immaginari e trasposti fra vari media diversi. Il caso della abominevole sposa, per quanto appassionante e ben strutturato, passa in realtà in secondo piano quando un sottile gioco di scatole cinesi comincia a dipanarsi e suggerirci che sottotraccia c'è molto più di quel che originariamente possiamo aspettarci... sta allo spettatore, a quel punto, stare al gioco.

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