Recensione Skinwalker di Faith Hunter.

Creato il 13 ottobre 2013 da Valentina Seminara @imatimehunter
Ecco che finalmente riesco a pubblicare questo post! Fra compiti, scuola e indecisione mi c'è voluta una settimana per finire questo libro, ma ci sono riuscita e l'ho apprezzato. Skinwalker di Faith Hunter, primo della serie Jane Yellowrock composta da sette volumi, è un romanzo originale e piacevole da leggere, un po' più lento all'inizio e in altri punti forse, ma pieno di carattere e intraprendente, assolutamente ben scritto, corposo e intrigante.

Skinwalker
Faith HunterFanucci Editore448 pagine29 Agosto 201310,00€
Voto: ★ ½
È passato solo un anno da quando Jane ha quasi perso la vita lottando contro una pericolosa famiglia di vampiri che infestava un’indifesa cittadina. Ora, dopo una lunga convalescenza, è pronta a saltare di nuovo sulla sua moto per dedicarsi a una nuova missione: Jane viaggia leggera, solo qualche vestito e i suoi attrezzi da ammazzavampiri professionista. Questa volta a pagare per i suoi servigi sarà proprio una vampira, una tra le più anziane e potenti di New Orleans, alle prese con un collega fuori controllo che mette a rischio l’intera comunità. Ma se i non-morti hanno poteri oscuri e insondabili, anche Jane ha le sue armi non convenzionali. Lei è una skinwalker, una mutaforma di sangue cherokee: può trasformarsi in qualsiasi creatura e contare sugli istinti primordiali, affinati e selvaggi che fanno parte della sua natura ferina. Istinti che dovrebbero tenerla lontana da un affascinante biker cajun con misteriosi tatuaggi sul braccio...
La mia Recensione            
Da quando ho messo gli occhi sopra la copertina di questo libro, Skinwalker ha suscitato in me reazioni contrastanti. Solitamente non mi lascio condizionare da stupidi pregiudizi infondati -la mia testolina, a volte, fa avanti e indietro fra se e ma campati in aria, e il più delle volte non le do retta-, ma ammetto che malgrado la forte curiosità non ero sicura di cosa mi attraesse in questo romanzo. La copertina, il titolo, la trama, l'aura, il fatto che non fosse il solito libro di cui tutti parlano? Non lo so, davvero, ma volevo leggerlo e, malgrado a distanza di tempo da quando è arrivato, l'ho fatto. Faith Hunter mi ha mostrato il mondo di Skinwalker pezzo per pezzo. Un mondo che inizia a costruirsi da solo, come a rimettere insieme le idee con quella partenza in medias res che stuzzica subito la curiosità del lettore. Abbigliamento da motociclista, ma non proprio, un vero e proprio armamentario, degno dei servizi segreti, per dare la caccia ai vampiri degenerati, un sorriso sexy, tratti visivi e modi di fare selvaggi, misteriosi, per una protagonista cinica, ironica, puntigliosa e piena di angoli che nascondono segreti, ricordi, e qualcuno che con lei condivide corpo e mente, pur essendo una diversa entità.
Lei è Jane Yellowrock, cacciatrice brevettata di vampiri con tanto di sito web, biglietto da visita e precedenti lavorativi. Una vera assassina prezzolata. Va in giro con la sua Harley e toglie di mezzo i vampiri la cui mente è corrosa dalla fame e dalla pazzia, per conto di chi vuole un lavoro pulito e ben fatto. E' così che giunge a New Orleans, contattata da un'antica vampira del Consiglio del luogo, Katherine Fonteneau, con lo scopo di eliminare un vampiro emarginato che sta dando parecchi grattacapi alla contea, attirando sguardi e attenzioni indesiderate. Un contratto come tanti precedenti, che le darà l'opportunità di ricevere un buon compenso, una dimora in cui vivere nel periodo di "lavoro" e vari altri comfort ben elencati nel suo sito. Ciò che ancora non sa è che questa caccia al vampiro le farà ricordare pezzi perduti del suo passato, mettendola di fronte a pericoli ben diversi da quelli con cui credeva si sarebbe scontrata. Come ad esempio, scoprire chi è e come lo è diventata.
Quello di Jane è un personaggio particolare, curioso -così come gli scenari e la storia su cui si muove. Non si scopre subito e in modo diretto, ma lo fa con una sorta d'indifferenza animata da un pizzico di sarcasmo. Una donna cinica e chiusa a qualsiasi legame affettivo -escluso quello con la sua migliore amica magica, Molly-, aspetto prevalente del suo carattere che trova una profonda spiegazione nella sua metà. Jane non è mai sola: la Bestia è sempre nella sua mente, e in lei. E' sempre stato così, fin dove la sua memoria riesce a spingersi -non prima dei suoi dodici anni-, da quando è stata ritrovata ferita nei boschi. Cresciuta dai lupi, si dice di lei, per poi aver vissuto in un convento fino all'età di diciotto anni e, qualche tempo dopo, acquisito tutte le capacità necessarie per diventare una rinomata ammazzavampiri -da non confondere con la figura leggendaria della Cacciatrice, perché affondiamo in miti e leggende e rivisitazioni moderne che poco rispecchiano questa situazione. C'è infatti qualcosa di arcano, magico che impedisce al lettore di classificarlo come il solito urban fantasy. Ogni elemento, emerso dalla base mitologica o puramente dettagliato dall'autrice stessa, è curato con precisione, senza però dare quell'apparenza enciclopedica in cui si snocciolano informazioni al lettore al fine di ampliare si il romanzo, ma non arricchirlo.
La parte più curiosa è quando la Bestia prende il sopravvento, durante il rituale di trasformazione o nei pensieri quotidiani di Jane, e si inizia a comprendere il loro legame. Due entità separate che tengono conto dei desideri dell'altra, un po' per costrizione, un po' per rispetto, e un'ammirazione insolita. La parte ragionevole, umana, pizzicata dall'anima selvaggia della Bestia. E quest'ultima, antica, fiera, animalesca e feroce, legata a Jane da pensieri, sensazioni e doveri. Due anime nella stessa carne. Un rapporto complesso e sicuramente originale, che vanta le sue origini nelle leggende cherokee e in quei popoli antichi che abitavano l'America da prima della colonizzazione, popoli che ancora conservano usanze, credenze, magie e nemici mortali. Ci sono cose della Bestia che Jane non conosce, perché nonostante condividano tutto, dal punto di vista fisico, l'una non possiede l'altra. Sente però il rancore della Bestia, un sentimento che risale a tempi che Jane nemmeno ricorda, quando la sua anima è entrata in lei, senza sapere a cosa è dovuto, o come è accaduto. O se esiste qualcuno come lei, altri mutaforma. Questi due esseri, donna e Bestia, si definiscono fra loro e con il lettore lungo tutto il romanzo, fino alla fine, e sono il centro stesso della trama, delle rivelazioni, dei nemici e degli amici che incontrano, da cui si diramano tutti i dettagli e gli elementi che rendono così coinvolgente la storia.
Genera una sorta di assuefazione, ad un certo punto, qualcosa che non è proprio coinvolgimento emotivo, ma compartecipazione. Insolito ma intenso, riempie il lettore di dati su dati, a volte fino a togliere il respiro, distogliendolo dal bisogno di fare il punto della situazione. Non aspettatevi un romance, o un erotico o qualcosa del genere; non è il romanticismo il fulcro di questo fantasy, ma l'astuzia e la caccia, gli abili ragionamenti che compongono le indagini, quella sensazione di frustrazione e impazienza che ti fa squadrare ogni personaggio dall'alto in basso alla ricerca del cattivo. Il tutto incorniciato da una mitologia affascinante, antica ma mai vecchia abbastanza per cessare d'essere fonte d'ispirazione per gli scrittori; magia, pericoloso, mistero, creature letali dall'aspetto gioviale e bendisposto, nemici dietro ogni angolo. Un'avventura insolita, diversa da qualsiasi cosa abbia mai letto, priva di elementi melensi e stucchevoli, anzi diretta, schietta e imperturbabile. Jane e la Bestia, così in contrasto ma così simili, mi hanno incatenata ai loro pensieri. I punti in più che hanno influito sul voto di questa lettura li devo sicuramente a loro!
E' ben scritto, scorrevole, sapientone come potrebbe esserlo il cervellone della classe, un connubio di informazioni ben ordinate, esplicitate nei momenti giusti così da far ragionare il lettore e portare avanti la storia contemporaneamente. Un po' lento, probabilmente, la mole del libro non è d'aiuto, una boccata d'aria fresca ma densa, difficile da respirare a pieni polmoni e l'indiscutibilmente complesso. Eppure piacevole per la sua originalità, cosa che mi ha spinta a leggerlo tutto. La protagonista è uno spasso, arguta, cinica, ammiccante e spietata davvero, circondata da personaggi apertamente ostili o sottilmente cortesi o silenziosi e letali, sempre e comunque con quella doppia faccia che sai potrebbero mostrarti in qualunque momento. Forse questo gli attribuisce la leggera sfumatura di genere giallo, quando ti guardi attorno alla ricerca del colpevole, dei complici, raccogli prove e metti insieme ipotesi ed elementi certi. Credevo di rimanere delusa dall'evidente mancanza di quel romance che tanto adoro nei romanzi che leggo, eppure devo dire che la carica di sensualità tipica del mondo dei vampiri, delle creature magiche e del loro apparato elitario ha reso la lettura intrigante in modo inaspettato. Detto ciò, se questo libro vi capitasse per le mani, il mio consiglio è di leggerlo, decisamente!

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