Buon mercoledì a tutti! Oggi torniamo in Giappone in compagnia del più famoso tra gli investigatori di sempre. Sì proprio lui: Sherlock Holmes. No, un momento ma Sherlock non era inglese? E cosa ci fa laggiù nel Sol Levante? Questo sì che è davvero un giallo! A parte gli scherzi, questo romanzo di Dale Furutani mi è piaciuto un sacco e non poteva essere altrimenti. Elementare, Watson!
“Era il gaijin più insolito che avessi mai incontrato. In poche parole era la più esotica di tutte le novità: un henna gaijin che mi incuriosiva molto“
In questo modo quell’henna gaijin (lo straniero bizzarro) diventa un motivo di richiamo per tutto il villaggio ed è così che iniziano ad emergere degli interessanti casi da risolvere. Dal caso delle tre scimmiette, all’avventura del maneki neko, passando per antichi demoni da zittire, fino al caso del barattolo di cetrioli rubati. La stravaganza e la singolarità degli avvenimenti che si susseguono rendono la lettura avvincente e simpatica al tempo stesso.
Ciascun capitolo inizia con un haiku, un brevissimo componimento di tre versi, il quale offre al lettore un rapito e poetico preambolo sulla storia che andrà a leggere.
Dale Furutani, scrittore americano dalle origini nipponiche, è stato abile nel coniugare gli aspetti tradizionali della cultura giapponese con gli ingredienti tipici del genere mystery. Ne deriva così un romanzo dall’ intrigo raffinato e dal sapore speziato. Un bouquet di suspense ed ironia allieta la lettura di un romanzo insolito e dai toni garbati.
Durante la lettura, il giallo si intensifica e ci si domanda: Chi è davvero il signor Sigerson? Si tratta davvero di un esploratore norvegese oppure si tratta di un altro personaggio, probabilmente sotto copertura?
“Ormai lo avevo visto più volte alle prese con la scena del delitto ed era evidente che quell’attività lo appassionava“
Dale Furutani
Episodio dopo episodio i due protagonisti finiranno per legarsi l’un l’altro e si aiuteranno a vicenda per risolvere antiche ferite non ancora rimarginate. È impossibile non appassionarsi a questi racconti, cercando di collegare tutti gli elementi e provando a trarre qualche conclusione prima che il nostro Sherlock Holmes emetta la propria sentenza sul caso, chiudendo l’indagine con poche parole ed una boccata di pipa.
L’esaltazione della bellezza paesaggistica del Giappone, scorci di una cultura feconda di tradizioni millenarie, fanno da cornice a storie che di elementare hanno ben poco, ma che risultano semplicissime per quella mente geniale e diabolica di Sherlock-san.
“Sigerson-san non fece commenti, né mostrò alcuna reazione di fronte a quegli sviluppi imprevedibili. Ma forse erano imprevedibili solo per me. Evidentemente lui aveva capito che cosa sarebbe successo.“
Questo autore mi ha davvero conquistata e sicuramente leggerò anche altri suoi romanzi, ad esempio “Agguato all’incrocio“, “Vendetta al palazzo di giada” e “A morte lo Shogun“, i quali fanno parte di una trilogia tutta ambientata naturalmente in Giappone.
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