Victoria St. John sa di non essere fatta per questo mondo, di essere troppo magica e pericolosa per aggirarsi, con le sembianze di una donna bellissima e sensuale, tra gli esseri umani inconsapevoli. Ma Max Westin è il sesso fatto persona. Victoria riesce a percepire la sua presenza dall'elettricità che si crea nell'aria. L'eccitazione è palpabile ora che sono uno di fronte all'altra e il desiderio dilaga come una marea montante non appena Max la guarda con quegli occhi grigi, duri come l'acciaio, caldi come fuoco ardente. Gli basta pronunciare il suo nome perché Victoria percepisca in tutto il suo essere la nota di dominio a cui vuole sottomettersi. Il desiderio di compiacere un padrone, in fondo, è nella sua natura e Max è venuto a riprenderla, a riportare la ribelle Victoria al posto a cui appartiene. E forse cedere alla potente volontà di Max è proprio quello che cerca. Ma non così in fretta, non senza prima aver giocato ancora un po'...
L'autrice:
La mia recensione:
Quando si parla di Sylvia Day sono una voce abbastanza fuori dal coro. Nonostante il suo enorme successo, fino a oggi, non è riuscita a conquistarmi davvero. Ho letto diversi suoi libri, passando dall’erotico puro al paranormal, ma in nessun caso ha suscitato il mio completo entusiasmo, tanto che anche quando l’ho apprezzata l’ho fatto con qualche riserva. Il motivo è sempre lo stesso, che è un po’ una costante nei suoi romanzi: le trame sono deboli e scarne, impalcature minimali che danno l’impressione di avere il solo scopo di reggere le scene hot, numerose e approfondite nei minimi dettagli. Ogni sua storia suscita curiosità, offre interessanti spunti e soprattutto i paranormal lasciano presagire interi mondi ricchi di fascino e tutti da esplorare, ma puntualmente affronta tutto in maniera affrettata, soffermandosi esclusivamente sulla parte erotica, che finisce per invadere la scena, quasi che tutto ciò che esula dall’erotismo fosse giusto un elemento di contorno, un incomodo da liquidare al più presto per giungere a ciò che davvero le interessa raccontare. Insomma, leggendo i suoi libri si finisce per fare indigestione di sesso rimanendo però con un sacco di domande prive di risposte e curiosità inappagate, questo almeno è quello che capita a me. Stregata purtroppo non fa eccezione, anzi fra i suoi libri è forse quello che mi ha delusa di più, perché nel caso specifico nemmeno l’idea di partenza mi ha convinta fino in fondo. La protagonista femminile è Victoria, un Famiglio, ovvero una creatura magica in grado di cambiare aspetto: di trasformarsi da donna in gatta e viceversa. Nel mondo fantastico abbozzato dall’autrice e regolato dal leggi ferree, ogni Famiglio è abbinato a uno Stregone che ne è in sostanza il padrone. Victoria è stata per anni il Famiglio dello stregone Darius, ma alla sua morte si è trasformata in una gatta selvatica, non riuscendo ad accettare altri padroni. La storia comincia proprio quando uno stregone potentissimo, Max Westin, viene incaricato dal Sommo Consiglio di fare un ultimo tentativo: se nemmeno lui riuscirà ad addomesticare Victoria, la donna/gatto dovrà essere uccisa. Le ragioni di tutto ciò non sono spiegate nei dettagli, come accennavo sopra, la parte paranormal è gestita con molta superficialità e lascia tanti quesiti irrisolti. A occupare pagine e pagine sono invece le strategie messe in atto da Max per addomesticare Victoria, strategie tutte a sfondo erotico, giacché, da quel che si evince, il mezzo attraverso cui gli Stregoni legano a sé i Famigli è la dominazione sessuale (anche in merito non è dato sapere esattamente perché). Personalmente, ho trovato l’idea di base un po’ maschilista. A essere sincera, l’immagine di questa creatura a metà fra donna e animale che deve essere messa in riga da un maschio dominante, come fosse una bestiolinain un circo, più che stuzzicante mi è parsa mortificante per il genere femminile. Leggendo ho provato pena per Victoria e rabbia nei confronti di Max che, in virtù del ruolo che ricopre, mi è parso tutt’altro che desiderabile come uomo. Benché la visione di fondo non sia proprio nelle mie corde, lo strano universo magico in cui si colloca questa sorta di training erotico, mi ha incuriosita e avrebbe anche potuto intrigarmi. Ancora una volta ho intravisto spiragli interessanti fra un amplesso e l’altro, ma si è trattato solo di un piccolo assaggio, troppo poco per potermi ritenere soddisfatta.