Buon pomeriggio miei bellissimi Folletti, sono così emozionata e così ansiosa di parlarvi di questo romanzo che non sto più nella pelle. Sappiate che le mie considerazioni sono scritte di getto, fresche fresche di lettura (anche se le ho riportate dal blocco degli appunti qualche tempo più tardi), perché ho paura di lasciar correre troppo tempo e perdermi qualcosa per strada. Quindi, non mi dilungherò troppo nel presentarvi la mia recensione a Suzie Moore e il Nuovo Viaggio al Centro della Terra di Anita Book.
Titolo: Suzie Moore e il Nuovo Viaggio al Centro della Terra
Editore: Dunwich Edizioni
Genere: young adult, fantasy
Data di pubblicazione: 08 maggio 2015
Costo di Copertina: 9.90 euro
Suzie Moore non è una ragazza come tutte le altre. Si veste in modo strano, è cinica e odia le persone. È nata in Illinois ma vive a Roma, dopo che la sua famiglia è morta tragicamente in una bufera di neve. Ama la musica ma non la scuola. Tuttavia proprio un libro cambierà per sempre la sua vita. Nascosto nel computer del preside della Scuola Americana di Roma, troverà un misterioso file che le darà accesso a un mondo di fantasia: quello descritto da Jules Verne nel suo Viaggio al Centro della Terra. Vivrà così un'avventura incredibile, al fianco del folle professor Lidenbrock e del giovane nipote Axel, il cui fascino metterà in crisi persino il suo cuore. Da Amburgo all'Islanda, dalla vetta del monte Sneffels alle profondità della Terra e là, dove Jules Verne non è mai andato e dove il confine tra finzione e realtà è un orizzonte quasi invisibile. E mentre la vita di tutti i giorni continua a scorrere, tra scuola e amici, delusioni e piccole e grandi conquiste, qualcosa dentro di lei - in un mondo diverso - le darà le giuste lezioni per superare le sue paure.
Quando un libro può farti viaggiare come la mitica DeLorean di "Doc"
Questo è quello che ho pensato durante la lettura di Suzie Moore e il Nuovo Viaggio al Centro della Terra, romanzo d'esordio di Anita Book. Una rilettura in chiave moderna di un classico della narrativa per ragazzi di Jules Verne, un modo intelligente per far conoscere quella che è una storia intramontabile e, chissà, invogliare addirittura a leggerla.
La protagonista della vicenda è una giovane italo-americana che, a seguito della morte dei genitori e del fratello minore, si ritrova a vivere con la zia a Roma. Costretta a riprendere in mano le redini della sua vita, Suzie continua a coltivare la passione per la musica cantando - e scrivendo - in una band. La mente della giovane è talmente spesso in balia dei ricordi, e della preoccupazione per l'imminente gara musicale che permetterà al suo gruppo di sfondare, da - com'è comprensibile - lasciar andare gli impegni scolastici. Ancora una volta si ritrova nell'ufficio del preside per affrontare una chiacchierata sui suoi problemi con una docente e sul pericolo, se non vedrà di cambiare registro, di una sua espulsione. L'occasione di "redimersi", aiutando l'uomo a scompattare un file del computer, la porterà a vivere un'avventura capace di farle incontrare i protagonisti del racconto di Jules Verne.
Sono cresciuta guardando un vecchio film in bianco e nero, il libro - ad esempio - non l'ho mai preso in mano perché il genere in sé non mi era mai piaciuto (tuttavia, è da un po' di tempo che medito di lanciarmi), immedesimandomi non poco e, a distanza di così tanti anni, l'idea di leggere una rivisitazione in chiave moderna mi stuzzicava. Suzie è uno di quei personaggi con cui il lettore riesce a legare: un'eroina tosta che, pur nascondendo un animo vulnerabile, risulta davvero gradevole. Una menzione va al professor Lidenbrock e al nipote Axel (che personalmente amo moltissimo!) e al modo con cui interagiscono con la fanciulla moderna; l'alternarsi dei due stili colloquiali non appesantisce minimamente la narrazione anzi, le conferisce una nota ironica. Cosa posso dire se non fare i miei complimenti al l'autrice che, attraverso un linguaggio fresco e attuale, riesce a rendere l'avvicinamento ad un classico un vero e proprio viaggio avventuroso.
Sempre più spesso i classici della narrativa per ragazzi, tra i quali figurano anche gli scritti di Verne. vengono assegnati dagli insegnanti e visti, inesorabilmente, come una "palla" dagli studenti proprio perché obbligatori da leggerli: un vero peccato dato che si rischia di mettere da parte storie di formazione piacevoli. Forse, almeno dal mio punto di vista, romanzi così strutturati potrebbero essere la chiave per un nuovo approccio ai classici, invogliando così la lettura dei testi originali.