Casa editrice: Fanucci Pagine: 384
Prezzo: € 9,90
La trama:
Manhattan, 2009. Il diciannovenne Jackson Meyer è dotato della facoltà di viaggiare nel tempo. Una mattina, due uomini fanno irruzione nella camera della sua fidanzata Holly e le sparano; Jackson assiste impotente alla scena e, in preda al panico, salta nel tempo, ma si ritrova bloccato nel 2007, senza più riuscire a tornare nel presente. Così decide di rivivere il passato per cambiarlo, in modo che Holly non sia più in pericolo. Tornando ancora più indietro negli anni, Jackson scopre importanti segreti su di sé e la sua famiglia: le persone che ritiene più vicine sono in realtà pericolosamente diverse da quello che sembrano... Ma non è tutto: Jackson effettua due viaggi in un futuro non meglio precisato, in cui una misteriosa bambina di nome Emily gli mostra una New York totalmente devastata, mentre Manhattan sembra galleggiare in una dimensione surreale e perfetta. Jackson sarà costretto a prendere decisioni sconvolgenti che potranno compromettere per sempre la sua vita e quella di chi ama profondamente...
La mia recensione
Jackson è un ragazzo dell’Upper Est Side, un ricco in pratica, ma la sua più grande ricchezza non si misura per il conto in banca. Jackson può viaggiare nel tempo, l’ha scoperto da poco e ancora deve abituarsi all’idea e ai salti temporali. Ha accanto a sé Adam, l’amico dal genio scientifico e con la passione per l’hackeraggio, e Holly, la sua ragazza che viene dal New Jersey*, con cui vive un rapporto molto intenso.
L’approccio scelto dall’autrice è di tipo scientifico, Jackson cerca di comprendere quale sia la spiegazione per questa sua particolare capacità: geni mutanti, dna diverso dagli altri esseri umani, teorie dell’universo. Ogni ipotesi deve essere presa in considerazione se si vuole venire a capo dell’enigma.
Allora comincia la ricerca di un modo per riportare tutto come prima; nel diario che Jackson tiene e che gli serve per non perdersi nei suoi viaggi annota tutto quello che vede e osserva e più guarda in quello che è il suo passato più si accorge che le persone che da sempre gli sono state vicine non sono quello che ha sempre creduto.
Dubbi su dubbi affollano la mente di Jackson che intanto cerca di ritrovare un proprio equilibrio, ma non è facile se le persone che ti sono accanto nascondono dei segreti. Ci sono altri come me? Chi è veramente mio padre? Mia madre è morta come mi hanno sempre detto? Sempre più domande vogliono trovare una risposta e Jackson deve lottare per conoscere la verità e per salvaguardare la vita delle persone a cui è legato di più.
Viaggi nel passato e viaggi nel futuro per una storia che mescola la giusta dose di fantascienza, realismo e romance creando una storia piacevole da leggere. Per gli amanti di Lost Jackson ricorderà Desmond Hume, mentre Adam e Holly saranno rispettivamente Daniel Faraday e Penny Whitmore.
Il lettore sarà portato a porsi le stesse domande del protagonista, tutto sembrerà contorcersi su se stesso e la realtà a volte sembrerà sfuggire di mano. Con gusto ci si ritroverà a ipotizzare di universi paralleli, cambi nel percorso degli eventi, possibilità di aggiustare i propri errori. La verità però è che nessuno sa bene cosa questi viaggi possono produrre e insieme a Jackson si scopriranno i tasselli di qualcosa che diventa sempre più grande e sempre più complesso.
Buon esordio per Julie Cross che ha dato vita a uno young adult diverso, pur mantenendo gli stilemi classici del genere. Il suo stile scorrevole e diretto non si perde in grandi descrizioni, ma riesce comunque a trasmettere al lettore il groviglio di sensazioni provate dal protagonista.
Per tutti coloro che non amano le serie va detto che il romanzo si può leggere anche come auto conclusivo. Rimarrebbero dei dubbi, delle cose non dette, ma chi non vuole avventurarsi oltre può benissimo fermarsi a questo primo capitolo. Va detto che la storia comunque affascina e il lettore viene preso dagli avvenimenti, tanto da desiderare di leggere ancora quello che l’autrice avrà da raccontare nel prossimo romanzo.
VOTO DEL BLOG:
*Forse non tutti sanno che molti newyorkesi non vedono di buon occhio quelli che abitano nelle periferie tipo New Jersey, Long Island e altre zone ancora e che vengono a divertirsi e a passare tempo nella Grande Mela. C’è un termine dispregiativo per indicare le persone di quei posti che vengono a NYC ed è bridge-and-tunnel, ovvero ponte e galleria proprio a sottolineare il fatto che essi si trovano al di là dei ponti e delle gallerie che dividono la città dalle zone periferiche. Che un ragazzo newyorkese come Jackson, per giunta dell’Upper East Side, esca con una ragazza del New Jersey viene letta come una particolarità dal lettore americano.