Recensione: Tenebre e Ghiaccio, di Leigh Bardugo

Creato il 22 ottobre 2013 da Mik_94
Ciao a tutti, amici! Come state? Dopo quasi una settimana, torno a rompervi le scatole con una nuova recensione. Si parla, questa volta, di Tenebre & Ghiaccio, il recente fantasy arrivato per la Piemme nelle nostre librerie, appena la settimana scorsa. Ringraziando Lucia per avermi dato modo di leggerlo, vi saluto e vi auguro buona lettura. Fatemi sapere la vostra: credo che, per una volta, non saremo d'accordo. Sarà per la prossima! Un abbraccio. Ps. Tutto normale nella visualizzazione del blog? Questa mattina, il computer mi faceva scherzi... E siamo arrivati a 500. E io, vabbè, vi amo. Chiedi forse al tuo cuore di battere o ai tuoi polmoni di respirare? Il tuo potere ti obbedisce perché quello è il suo scopo, perché non può fare altro.
Titolo: Tenebre e Ghiaccio Autrice: Leigh Bardugo Prezzo: € 17,00 Numero di pagine: 280 Sinossi: La grande nazione di Ravka è divisa in due dalla Distesa delle Tenebre, un varco di oscurità impenetrabile popolata da mostri feroci e affamati. Alina Starkov è sempre stata una buona a nulla, un'orfana il cui unico conforto è l'amicizia del suo solo amico, Malyen detto Mal. Eppure, quando il suo reggimento viene attaccato dai mostri e Mal resta ferito, dentro di lei si risveglia un potere enorme, l'unico in grado di sconfiggere il grande buio. Immediatamente la ragazza viene arruolata dai Grisha, l'elite di maghi che, di fatto, manovrano anche lo zar, capeggiati dall'affascinante mago Oscuro. Ma niente alla sontuosa corte è ciò che sembra e Alina si ritroverà presto ad affrontare sia le tenebre che minacciano il regno, sia quelle che insidiano il suo cuore.
                                                   La mia recensione "Il problema del volere qualcosa è che diventiamo deboli.”  In una Russia buia e gelida – misteriosa e impenetrabile come lo fu durante i controversi anni della Guerra Fredda e oscura e magica come in una fiaba tramandata da una centenaria e romantica babushka, nel cuore glaciale di un inclemente inverno, riscaldato appena dal calore del caminetto – si muovono i protagonisti di Tenebre & Ghiaccio, l'acclamato e atteso romanzo d'esordio di Leigh Bardugo, autrice israeliana d'origine e americana d'adozione. Un'ambientazione affascinante e inusuale, un linguaggio tutto da scoprire, una trama di cui conoscevo pochissimi dettagli; giusto il necessario. Senza bussole e sicure scorciatoie, ho voluto che questo suo mondo diventasse il mio per la durata di una lettura. Senza guide impavide e un po' folli a conoscenza della lingua indigena, ho sfidato, tutto solo, la Distesa delle Tenebre e ho seguito convogli interminabili, partecipato a sfarzosi balli, ascoltato parole di pericolose cospirazioni. Non sapevo cosa aspettarmi. Avevo preferito che la trama rimanesse una sorpresa da scoprire a piccole dosi e, alla cieca, in recensioni venute prima della mia, avevo adocchiato l'elemento più appetitoso e interessante: la valutazione finale. Tenebre & Ghiaccio, con i suoi voti altissimi, doveva essere un trionfo. Per forza. Doveva essere la novità che tutti noi aspettavamo, dopo vampiri tornati dalle loro bare, lune piene risalite nei cieli notturni con la mezzanotte, angeli ribelli, estenunati incursioni nel mondo del distopico. Necessariamente. Avrei dovuto capirlo dall'inizio, quando tutti criticavano quella copertina in stile graphic novel che a me piaceva parecchio. Già allora ero un filino in disaccordo con i miei amici lettori. E lo sono anche adesso, dovendo ammettere che Tenebre & Ghiaccio non mi ha entusiasmato, purtroppo, come da programma. Non mi ha contagiato, non mi ha conquistato senza riserva alcuna. A lettura ultimata, sfiorando con le dita il dorso liscio e blu del volume, non posso nemmeno ammettere che il romanzo non mi sia piaciuto, questo no; ma mi è piaciuto totalmente e incondizionatamente quando avrei detto che, ormai, era già troppo tardi per il colpo di fulmine. Mi è piaciuto a scoppio ritardato, a rallentatore. A una prima parte lenta e poco ispirata, infatti, se ne contrappone una seconda che, anche se solo negli ultimi capitoli, sa regalare bei colpi di scena e forti emozioni: l'essenziale; gli elementi più importanti e imprescindibili quando si parla di letteratura per ragazzi, a mio avviso.  L'autrice, all'inizio, bombarda di dettagli e di nuovi vocaboli, di gerarchie difficili da cogliere e di immagini dense di cose. Delinea un'amicizia che si scopre amore sin dalla prima pagina e parla di un mondo in cui può risultare, a volte, ostico accedere. Ho visto scenari splendidi, parate raffinate di pellicce, mantelli e vestiti, palazzi monumentali e aristici intagliati tra rami ricurvi, foreste nere e soffici fiocchi di neve. Ho visto una protagonista che scopre tardi il suo potere e un'autrice che, sempre tardi, scopre le potenzialità della sua trama, imparando a padroneggiare le attenzioni dei suoi lettori con coinvolgenti trovate lontane dai meri trucchi del mestiere. Ho visto tardi la luce della giovane Alina risplendere come mille soli. Per il tempo restante, sono stato sulle soglie del crepuscolo: dove niente è nero e niente è bianco; dove niente è bello e niente è brutto. In una Distesa delle Tenebre dai toni grigiastri, abitata da creature splendide e mostruose e animata da un leggendario apparato mitologico di tutto rispetto. La trama è bella, semplicissima, ma senza il suo particolare sfondo e senza una cortina di nomi impronunciabili a gettare, nei momenti opportuni, abbondanti sbuffi di fumo negli occhi, avrebbe immediatamente rivelato il suo essere piuttosto simile a tante altre. Ai suoi personaggi è facile volere bene e leggere del consueto triangolo amoroso non infastidisce nemmeno per un istante, quasi come se la Russia rendesse anche quello più bello e la rete tagliente di intrighi, potere, lotte e tradimenti rendesse anche i legami più veri.Se la semplicità dello svolgimento non è stata un problema, lo è stata – almeno per i miei gusti – quella dello stile e del lessico. La scrittura della Bardugo è così pulita, così priva di orpelli, da risultare poco incisiva; poco memorabile. Lei ha personalità, ma il suo buon gusto non trapela da uno stile che non osa metafore, accostamenti, nuove strade. Sarebbe stato sorprendente e bello, invece, scorgere echi della cultura russa anche nelle righe stesse, oltre che nell'apparato scenografico. Se, con più audacia, l'autrice avesse fatto proprio uno stile più ricco ed elaborato, evocativo e barocco, strizzando, con la consapevolezza dei più grandi, l'occhio alle opere autenticamente intramontabili della letteratura russa, avrebbe avuto tutta la mia stima e molti più lettori al suo seguito. Invece, il suo romanzo è ambientato nella grande Russia, ma parla l'americano immediato e veloce dei licei. Leigh Bardugo non è Laini Taylor, che nella sua fumosa e spettacola Praga mi aveva fatto mettere le tende, regalandomi generosamente un viaggio al prezzo di un libro. Tenebre & Ghiaccio è un fantasy buono, ma non eccelso. Un romanzo con tanti elementi positivi e tanti elementi negativi, proprio come tanti appartenenti al genere. Lo consiglierei agli amanti del fantasy tradizionale, dei quali io – evidentemente – non faccio parte. Speravo che Tenebre & Ghiaccio sapesse portarmi lontano, invece nemmeno la Bardugo è riuscita nell'impresa impossibile di farmi cambiare idea, conquistandomi con un genere che non ho mai amato e che, forse, mai amerò. Aspetto un'altra avventura, un altro autore. Proprio per la sua essenzialità Tenebre & Ghiaccio, tuttavia, potrebbe essere considerato una boccata d'aria fresca. Un ritorno alle origini. Paradossalmente, è una delle novità più tradizionali che ci siano. Il mio voto: ★★★ Il mio consiglio musicale: Bastille – Things We Lost in Fire


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