Recensione | The 100 3×03 “Ye who enter here”

Creato il 06 febbraio 2016 da Parolepelate

L’episodio di questa settimana, va detto, è stato bellissimo. Diversamente dalle scorse puntate, la storia oggi si dipana soltanto tra due punti focali: Clarke e l’alleanza con Lexa e poi le “cose” di Mount Weather. Qualche divina provvidenza ci ha risparmiato la presenza di Jaha, non che mi dispiaccia dove la storia di Jaha e Murphy vada, ma non so se riesco a sopportare Jaha, la City of Lights e Alie per troppo tempo.

“Se vuoi andartene ti capisco, O. Ma puoi sempre sentirti a casa con me.”

   

Da una parte abbiamo MW colonizzato dalla Stazione Agricola. Già la scorsa settimana ho espresso la mia opinione a riguardo. Stavolta però è un grande ostacolo. Che si trasforma in tragedia, però… Come temevo Gina è stata solo di passaggio. E nel modo peggiore possibile. Non solo era una ragazza dolce con Bellamy e che aveva legato con gli altri, ma era anche sveglia e fino alla fine ha cercato di aiutare. V’immaginate voi stessi che, pugnalati e sofferenti, notate che il fuggitivo ha i codici scritti su un braccio e strisciate fino alla radio e alla scrivania e avvertite i vostri amici? Gina non avrà salvato MW, ma ha fatto tutto quello che poteva.  La distruzione di MW, oltre a tante vite perse significa anche un’altra cosa piuttosto importante: ricordate la pericolosa operazione che Raven avrebbe dovuto fare e grazie alle tecnologie presenti a MW sarebbe stato possibile? Eh, già, è saltata. Letteralmente. In aria…

(Solo io ho notato una reazione troppo poco dispiaciuta sul viso di Bellamy quando scopre che Gina è morta assieme a tutti gli altri?)

Mi chiedo, però perché progettare dei missili che autodistruggono tutto in miseri 60 secondi? In questo modo non si dà possibilità a nessuno di scappare. Al massimo la persona che li ha azionati ne ha il tempo. E tutti gli altri? Sarebbe stato molto più credibile che fossero, che ne so, 3 minuti? Tanto non viene mica annunciato, il conto alla rovescia.

Ma credo quasi che questa distruzione sia servita per poggiare le basi per due “cose” grandi: l’alleanza con Lexa e il suo supporto contro la Ice Nation; e poi servirà (ne sono certa) per spingere Bellamy nella morsa d’odio verso i terrestri che Pike ha preparato e sta tenendo al calduccio. Tempo due episodi e Pike spingerà Bell a fare una scelta sbagliata. O quanto meno che va contro tutto quello che hanno cercato di costruire fino ad adesso.

Questo mi porta a parlare di Echo e la missione rischiosa di Bell, O. e Pike. Io mi fidavo di lei, forse perché non sono una persona che dubita sempre di tutti o forse perché in qualche modo vedevo nelle parole di Bellamy “Mi ha salvato la vita, possiamo fidarci” una ragione sufficientemente plausibile. E ci sbagliavamo entrami. Questa Nia sembra così spietata (E alla fine le parole di Roan sull’aver ascoltato solo una versione della storia, quella di Lexa, sono tornate a bussarmi all’orecchio dicendo “te l’avevo detto”) che non è difficile credere che qualcuno sia disposto a tradirla. Persino suo figlio è –momentaneamente- contro di lei. Se lui l’ha tradita per ottenere la recessione dell’esilio, perché Echo non dovrebbe tradirla per aiutare Bellamy che l’ha aiutata e la Commander grazie alla quale i Grounders sono usciti vivi da MW? Bisogna ammettere che questi doppi giochi funzionano sempre, però: ti dico che ho tradito il mio popolo perché sono leale a te ma in realtà tradisco te perché sono leale al mio popolo. BAM! (Sì, nel senso di esplosione…)

Perché a quanto pare la Regina della Ice Nation merita lealtà. In un modo o nell’altro, le sono leali.

Questo però ha messo seriamente nei guai i nostri amici che hanno fatto irruzione nel bel mezzo di una cerimonia che proclamava l’alleanza del 13° clan: quello della Skaikru.

   

Mi è piaciuto moltissimo vedere la vita nella Polis. Il mercato, i commerci, il cibo e la gente che vive la sua vita tranquilla, lontana da guerre e giochi di potere perché quella gente non è nessuno di importante, è solo gente. La proposta di Lexa a Clarke (e di conseguenza a tutto il popolo Skaikru) mi sembra quasi naturale. Dopo la tregua, l’alleanza.  Ma altrettanto ovvio è che non tutti saranno felici di questa nuova alleanza. Alla mente mi è tornata la scena di Lexa che dice di poter far fuori chiunque le sia contrario. E infatti…

   

THIS IS SPARTA!

   

Ma tra i suoi nemici si annovera anche Roan, che mi ha sorpreso. Non credevo che il passo successivo fosse “uccidiamo Lexa” e liberiamoci. E sono convinta che in qualche modo credesse davvero di dare a Clarke la possibilità di ucciderla e creare un’alleanza con il suo popolo.

E sono stata genuinamente sorpresa quando Clarke le ha puntato un coltello alla gola. Me lo sarei aspettato più in là, con le cose messe peggio. Gli sguardi di entrambe erano carichi di significato: Clarke infuriata con se stessa per non riuscire davvero a uccidere Lexa, perché in fondo ha sempre sentimenti per lei, e Lexa realmente dispiaciuta per essere la responsabile del cambiamento in negativo di Clarke.

Tutta la cerimonia, con la cantante che creava l’atmosfera, mi ha fatto venire i brividi. Ovviamente appena Bell&Co fanno irruzione, la gente della Ice Nation coglie l’occasione per puntare il dito contro di loro, contro la Skaikru e contro questa nuova ammissione nella Coalizione.

E poi accadono le due cose che mi hanno fatto quasi sudare: Bellamy che chiede a Clarke di seguirlo, lei che si mostra dispiaciuta e dice di no e lo sguardo di lui, quasi come se fosse appena stato tradito. Lo scorso episodio erano contenti di essersi rivisti e ora… praticamente si lasciano! Clarke sa che Bell ha ragione: Lexa li ha traditi in passato ed è probabile che possa rifarlo. Li ha lasciati lì a morire e combattere da soli e non si fa troppi scrupoli a liberarsi di alleati scomodi. Ma Clarke ha ragione sul restare. Un rappresentante è necessario: e chi meglio di Wanheda? Chi meglio della persona di Arkadia che conosce Lexa? E chi meglio della persona che è al sicuro con Lexa, lontana da Nia? E l’emozione sul viso di Clarke quando Bell se ne va infastidito, è palesemente di confusione, dispiacere. Poi ovviamente va aggiunto il fatto che Clarke se n’è andata di sua volontà da Camp Jaha- ora Arkadia. Se n’è andata per non sentire su di sé lo sguardo di tutti, quindi forse la scusa dell’essere la “miglior rappresentante” è anche sostenuta dalla sua poca voglia di tornare nel luogo da cui è scappata…

E… Lexa. Mi ha sorpreso tantissimo, Lexa in questo episodio. Okay, ha visto Clarke (o meglio, Wanheda) inchinarsi a lei e suggellare il suo asservimento alla Commander. Anche per proteggerla (non diciamoci bugie, Lexa vuole proteggere Clarke) ha rischiato la rottura con altri 12 clan. Per un secondo ho creduto di aver visto male. Di aver frainteso. Impossibile che Lexa s’inginocchiasse davanti a Clarke, vero? No. Possibile. E lo fa. E vi giuro che non so cosa pensare. Perché esattamente lo fa? Per mostrare che tiene davvero a lei, e in qualche modo alla sua gente? Solo per fare scena e farle credere che è convinta? Solo il tempo ci dirà…

“Giuro fedeltà a te, Clarke kom skaikru.”

Poi… BOOM! Colpo di scena: la guardia di MW è ancora viva. E continua a fare danni.

Cose per cui ringraziare in questo episodio:

  • Marcus Kane che sorride. Questa è la stagione della gente che sorride naturalmente, a quanto pare.
  • Raven che racconta a tutti che badass è.
  • che è quella forte, la Grounders, che lancia spade e ammazza gente ma che riprende il fratello dicendogli che non era necessario uccidere la guardia.
  • L’idea di Kane e Abby di fare un’ELEZIONE per stabilire il nuovo cancelliere.
  • Indra che SORRIDE a Kane.
  • Complimenti anche al modo di mostrare le scene che ci inganna, mostrandoci il killer che si prepara, mentre diamo per scontato che sia a Polis e invece… MW!
  • Sinclair che tenta di consolare Raven.

Alla prossima settimana con la 3×04

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