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Recensione: The Dark Knight Rises (Il Cavaliere Oscuro- Il Ritorno)

Creato il 04 settembre 2012 da Giobblin @MrGiobblin
Recensione: The Dark Knight Rises (Il Cavaliere Oscuro- Il Ritorno)
E siamo a tre. Finalmente anche noi Bananitaliani possiamo gustarci, col solito ritardo mondo civile/Belpaese, Il Cavaliere Oscuro- Il Ritorno. (Bel titolo, a proposito. Grande fantasia). Impossibile non parlare del nuovo Batman: l'ultimo capitolo del trittico nolaniano è sulla bocca di tutti, dal più sfigato dei geek al critico cinematografico più snob. Nolan ha prodotto una serie di film supereroistici talmente ambiziosi da aver spalancato le porte del mainstream: un'impresa non da poco, non c'è che dire. Sono passati sette anni dal ritorno dell'Uomo Pipistrello sul grande schermo: con Batman Begins ( l'unico col nome del supereroe nel titolo) l'icona della DC Comics tornava a far parlare di sè dopo l'immondo Batman & Robin. I Bat-capezzoli, Cristo santo. Una macchia estremamente difficile da cancellare. E invece. Nolan reinventa il personaggio, lo cala in un contesto più credibile e serioso: il Batman interpretato da Christian Bale è un ninja urbano col vocione roco da fumatore incallito, più agente S.W.A.T. che supereroe nel senso classico del termine.

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PER NON DIMENTICARE


In Batman Begins abbiamo visto la genesi dell'eroe; nel Cavaliere Oscuro lo abbiamo visto cadere, addossandosi colpe non sue per proteggere la sua città. Sono passati otto anni (cinematografici, in realtà quattro): Bruce Wayne vive da recluso nel suo maniero, devastato dal dolore per la perdita di Rachel Dawes, pieno di acciacchi e rimpianti. Batman è considerato un criminale dalla popolazione, l'assassino del paladino Harvey Dent. Ma il sacrificio di Wayne non è stato inutile: la città ora è pulita, libera dai tentacoli della criminalità organizzata. Ma la pace, ovviamente, non durerà per sempre.   
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Perchè il gigantesco Bane (un Tom Hardy che fa l'impossibile per rendere espressivo il personaggio usando solo le sopracciglia e i muscoli), membro rinnegato della Setta delle Ombre, è pronto per concludere l'opera di Ras Al Ghul: distruggere Gotham City dalle fondamenta. Occorre un furto ai danni di Wayne, perpetrato dalla misteriosa Selina Kyle/Catwoman, per risvegliare il "vecchio" guerriero e riportarlo in pista. Ma basterà qualche nuovo gadget per battere Bane? Perchè più di una nuova vittoria, Bruce sembra cercare la caduta e la morte...
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Parlare del Batman di Nolan non è facile. E non parlo solo del terzo capitolo, ma della trilogia in sè. Siamo anni luce dal Batman camp interpretato da Adam West nella popolare serie anni '60, anni luce anche dal Batman di Tim Burton e dal Batman pezzente di Joel Schumacher. Siamo ad anni luce anche da qualsiasi altro film di supereroi. Ma non per qualità, o tecnica, o simili: ma proprio per come si parla di supereroi. Che è un pò la ragione per cui chiedersi se è meglio The Dark Knight Rises o The Avengers è piuttosto sterile. E' un pò come scegliere tra bere e mangiare: qual'è il migliore tra i due? TDKR non è un film di supereroi. L'Uomo Pipistrello è solo un personaggio, una maschera, un simbolo. E' il cast corale il vero protagonista, insieme a Gotham City. Ecco, la parola che cercavo. Maschera. La trilogia di Nolan è equiparabile ad un trittico di tragedie greche: è una storia di archetipi, di Maschere che simboleggiano qualcosa. C'è l'Anarchia, il Caos, la Distruzione, il Sacrificio. C'è la Paura. C'è la Morte. E c'è la Speranza.
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Ma non divaghiamo. Non siete qui per leggere i miei pipponi da umanista, nevvero? Colpa di Nolan: l'affresco che ha dipinto si presta a molteplici letture. Compresa quella politica. Si, leggendo in giro se ne leggono di tutti i colori: Batman è più Romney o più Obama? TDKR è da considerarsi un attacco diretto al capitalismo? Bane incarna il movimento Occupy Wall Street? E' un film di estrema destra? Tutta fuffa. Gli americani adorano inventarsi riletture politiche dei film più in vista (specie in periodo di elezioni imminenti) ma non mi pare il caso di scomodare Batman. Intanto perchè- per ammissione dello stesso regista- il film non è politico. Diamogli il beneficio del dubbio, su. Poi perchè la sceneggiatura dei fratelli Nolan è stata vergata prima degli eventi di Occupy Wall Street. Una fortunata coincidenza? Forse. E poi perchè mi pare abbastanza semplicistico paragonare l'esercito di Bane al movimento Occupy. Sono mercenari assetati di sangue, assassini e criminali evasi. Non ci sono civili indignati là in mezzo, nella battaglia contro i poliziotti di Gotham. Il film di Nolan tuttavia tocca alcune tematiche molto scottanti, come appunto lo strapotere delle banche e la disparità tra ricchi- tra cui lo stesso Wayne- e poveracci.
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TDKR mette le mani in pasta- come e più dei suoi predecessori. Solleva dilemmi inquietanti e attuali, scoperchia contraddizioni e orrori dell'America odierna.
Ma non si schiera, come pensano in molti.
Indica, ma non accusa.
Chiamatela codardia, o superficialità, ma le cose non cambiano.
Parliamo d'altro.
Del cast, ad esempio. In un film che contiene quasi solamente scene di parlato- Batman in azione lo si vede, ed è una stima generosa, per 15 minuti in totale- occorre avere degli attori di spessore.
Michael Caine giganteggia come al solito, con un Alfred strappalacrime (e appassionato di Fernet Branca).
Anne Hathaway è una Selina Kyle (mai chiamata Catwoman nel film) sorprendente e da standing ovation.
Tom Hardy dà corpo e voce (un pò ridicola nella versione italiana) ad un energumeno terrificante e diabolico che nasconde più di una sorpresa. Il personaggio avrebbe però meritato un pò più di spazio e amore, specie nel finale.
Direttamente da Inception arrivano anche Marion Cotillard e Joseph Gordon-Lewitt, giusto per non far sentire sperduto lo spettatore.
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TDKR è ineccepibile per quanto concerne la fotografia. C'è poi da dire che la decisione di Nolan di sfruttare ulteriormente l'IMAX, di girare il tutto con pellicola tradizionale e di evitare il facile guadagno col 3D contribuiscono ad impreziosire l'esperienza come poche altre in sala. Metteteci poi le azzeccate musiche di Hans Zimmer e vi ritroverete un gran bel film. Che tuttavia non è privo di difetti. Numerose infatti le ingenuità in sede di sceneggiatura, tra villain che sembrano avere piani un pò troppo caotici, miliardari che ricompaiono casualmente insieme a famigerati vigilantes, sessioni di fisioterapia discutibili (la Sacra Tecnica del Pugno che Riassesta le Vertebre!) e un colpo di scena finale da pernacchie. Robe che, se lasciate a sè stesse, avrebbero migliorato notevolmente il tutto. E invece bisogna cercare per forza il finale alla tarallucci e vino... 
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Ma sono difetti perdonabili. TDKR conclude (e sottolineo CONCLUDE) più che degnamente il trittico di Christopher Nolan: il regista che ha preso Batman e lo ha riplasmato. Perchè la minaccia non è mai stata così grande, la posta in gioco mai così alta, e l'esito della battaglia non è per niente scontato. Questo Cavaliere Oscuro non è il più grande detective del mondo. Non combatte un cast di nemici colorati e assurdi. Non gira con una spalla minorenne in maniera vagamente omoerotica. Ma è ormai un'icona. E la trilogia di film che lo vedono come protagonista è entrata- di diritto- nella Storia del Cinema. Perchè è una storia universale: l'epopea personale di un uomo che ha attraversato l'abisso per salvare il suo mondo, che ha rischiato di perdersi, e che ha dato vita ad una leggenda sacrificando tutto se stesso.
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Che altro dire? Guardatelo. Perchè ne è valsa la pena. E anche perchè di un Batman così non parleremo più. Ci rivediamo nel 2015, con Justice League, e poi ancora nel 2016, col già annunciato reboot. Sigh.

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PER NON DIMENTICARE (2)



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