Recensione ~ “The Heartbreakers” di Ali Novak

Creato il 04 marzo 2016 da Ceenderella @iltempodivivere

Be', giornata interessante, direi. Sono reduce da un'evacuazione dall'uni per delle scosse di terremoto e al momento uno stato generale d'ansia non mi fa stare ferma un attimo. Del tipo che da quando sono tornata a casa cerco di copiare appunti o scrivere qualche recensione ma non riesco a stare seduta. Non benone, insomma, ma vabbe'. Fortunatamente questa recensione era già pronta! Vi lascio alla recensione di un libro e vi anticipo solo che la fascetta era scritta da Anna Todd e avrei dovuto sapere che non prometteva niente di buono per me. Se l'avete letto o avete intenzione di farlo fatemi sapere che ne pensate, bei bimbi <3
Vi sbaciucchio e torno a fissare il soffitto 😨

The Heartbreakers
di Ali Novak

TITOLO ORIGINALE: The Heartbreakers
EDITORE: Sperling & Kupfer
TRADUTTRICE: Gloria Pastorino
ANNO: 2016
PAGINE: 352
La serie The Heartbreakers, formata da romanzi autoconclusivi, è così composta:
#1 The Heartbreakers ( The Heartbreakers) | #2 The Queen of hearts

Per Stella, diciassette anni, la vita non è stata affatto facile da quando sua sorella Cara si è ammalata. Pur di starle vicino, Stella ha chiuso i suoi sogni in un cassetto. Perché farebbe qualsiasi cosa per vederla felice. E ora che il compleanno di Cara è alle porte, ha in mente il regalo perfetto: un autografo degli Heartbreakers, la sua band preferita. Poco importa se per averlo dovrà andare fino a Chicago e stare in fila per ore, o se per lei sono solo quattro ragazzini sfigati e la loro musica uno schifo: Cara li adora ed è l'unica cosa che conta. Ma questa missione porterà con sé più di una sorpresa. A partire dal ragazzo con due meravigliosi occhi azzurri che Stella incontra da Starbucks. È simpatico, carino, ha un sorriso irresistibile, delle adorabili fossette e qualcosa di terribilmente familiare. Stella è convinta di averlo già visto da qualche parte. Ma è un'ipotesi a dir poco ridicola e decisamente improbabile. Così, Stella archivia in fretta quell'incontro e raggiunge l'evento degli Heartbreakers come da programma. Quando però, dopo un'interminabile coda, finalmente arriva il suo turno, per poco non le viene un colpo: il ragazzo che parla con una fan e firma poster, quello con un sorriso meraviglioso, è... il ragazzo di Starbucks.

"Che vuoi dire? Che non apprezziamo i nostri fan?" Il ragazzo muscoloso incrociò le braccia in maniera intimidatoria, mettendo in risalto il tatuaggio sul bicipite. "Proprio oggi abbiamo firmato autografi per non so quanto tempo."
"Già. Ho aspettato in coda per tre ore solo per arrivare vicino al tavolo e vedervi andare via di fronte ai miei occhi."
"Oh, una fan scontenta?" commentò il ragazzo. La sua espressione cambiò radicalmente e mi dedicò un affascinante sorriso [...]
Sbuffai senza alcuna eleganza. "Io una vostra fan?" Feci una pausa ad arte e lo incenerii con lo sguardo. "Non esiste proprio [...] Gli unici matti qui sono quelli che ascoltano davvero la vostra musica." Sentivo la rabbia montare a ogni parola che dicevo. "Oggi ero in fila con i vostri fan - una tortura, visto che ho dovuto ascoltare le stesse canzoni per ore - per una sola ragione: farmi fare un autografo per mia sorella. E se non le volessi così bene, probabilmente la disconoscerei per le schifezze che ascolta."

Questo libro aveva tutte le carte in regola per essere un buon contemporary romance all'inizio, ma immediatamente dopo qualche capitolo si perde in un mare di stereotipi e scarsa caratterizzazione, a tal punto che non ho potuto apprezzarlo. Il fatto è che talvolta non disprezzo cose così, anzi, sono quelle storie in cui amo rifugiarmi per spegnere il cervello, senza troppe pretese, e di cui accetto senza problemi la non verosimiglianza: nemmeno la cerco in una storia che ha per protagonisti il leader di una boy band e una perfetta signorina nessuno, ma preferisco chiuder gli occhi e lasciar fluire gli eventi come è facile fare in Notting hill; però qui la scintilla non è mai scattata, a causa del passo volutamente frettoloso della narrazione che porta a disdegnare anche il minimo approfondimento e che fa andare avanti il romanzo sulla ripetizione costante della medesima situazione, modulata sotto diverse varianti: all'apparire di un problema segue il dramma e poi l'immancabile e immediata soluzione, in un modo così irritante da ricordare un tropo comunemente accettato in una struttura da fanfiction. Il che è divertente, perché dopo averlo concluso ho scoperto che The Heartbreakers era una fanfiction su Wattpad, e ho capito di non averci visto troppo male. Non fraintendetemi: amo le fanfiction, provengo da quel mondo e continuo a leggerle quando capita, sebbene non scriva più, ma esiste una differenza innegabile tra quel tipo di scrittura e quello della narrativa che obbliga, nel momento del passaggio dall'uno all'altro, a riordinare le cose, limare il testo, eliminare il superfluo e soprattutto il meccanismo che implica un cliffhanger a conclusione di capitolo. Che qui manca e si sente.
Protagonista, e narratrice, della vicenda è Stella, gemella di Drew e Cara, quest'utlima malata da anni di leucemia e fan accanita degli Heartbreakers - equivalenti, quanto a popolarità e seguaci scalmanate, agli One Direction -, al cui concerto non può ovviamente andare perché sottoposta a cure aggressive che la costringono al riposo. Col suo compleanno in arrivo, però, Drew e Stella decidono di andare a un evento firma-copia del gruppo, per ottenere almeno un autografo dei ragazzi e rendere unico il giorno dei diciotto anni per Cara. E così accade, solo che solo un attimo prima di incontrarli, Stella si rende conto che il cantante Oliver Perry altri non è se non il tipo ultracarino con cui ha flirtato la mattina in coda da Starbucks. Di qui in poi, fatti ed eventi si succedono uno via l'altro, uno più incredibile di quello precedente: dal capitare dei gemelli nello stesso albergo di quello di Oliver e compagni, al trascorrere la nottata a giocare in piscina tutti assieme fino poi al far diventare Stella, appassionata di fotografia, la fotografa ufficiale degli Heartbreakers (che lei odia), curatrice del loro blog fotografico e quindi in giro con loro per gli States durante il loro tour. Portandola a convivere con i quattro ragazzi ma soprattutto a entrare sempre più spesso a contatto con Oliver.
Dove sta il problema, diete voi? Nel non arrivare, principalmente. La chimica tra i due protagonisti, in seguito all'instalove, è forzata, conosciuta soltanto al narratore e ai personaggi coinvolti nella vicenda, mentre a chilegge pare una di quelle cose che viene mostrata come dato di fatto da accettare, senza una ragione che renda plausibile crederlo. Questo fondamentalmente perché nemmeno loro conoscono un approfondimento o una maturazione nel corso del romanzo, ma si limitano a essere abbozzi di sentimenti e pensieri che non arrivano mai in pieno. Nello specifico: Stella la ragazzina decisamente maleducata e acida che senza conoscere delle persone offende loro e il mondo da cui provengono ma che poi, scoperto di amarne una, pende dalle sue labbra e dimentica tutto il resto, persino la situazione critica della sorella; Oliver il belloccio dannato dal passato che ha lasciato tracce nei suoi evidenti problemi di fiducia verso il prossimo e che si fa manovrare come un burattino sprovveduto. E in generale immaturi, tutti quanti, specialmente i membri del gruppo, che si supporrebbe invece non lo fossero o almeno siano cresciuti un po' più della loro età, mentre invece ci si ritrova ad assistere a lotte col cibo e battutine da scuola media che lasciano il tempo che trovano e anziché far ridere inquietano abbastanza. E mi convincono che no, non riesco a salvare quasi niente da questo romanzo, se non l'idea in sé che poteva senza alcun dubbio esser sviluppata in tutt'altro modo e rendere questo libro qualcosa di meglio. Non dico originale, perché effettivamente di storie simili se ne trovano a bizzeffe sia edite che fanfiction, alcune parecchio belle, ma se non altro migliore.

La vita non ti dà mai tregua. È spietata e implacabile e quando ti passa sopra come uno schiacciasassi hai solo due possibilità: restare a terra o rialzarti e combattere. Dopo la diagnosi di Cara, io avevo trascorso tutto il mio tempo a terra, ad arrendermi alla paura, ma ora dovevo rialzarmi e tirare anch'io qualche pugno.


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