Autore: Kathryn Stockett
Pagine: 528 Prezzo: 18,00
Editore: Mondadori
Trama È l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Il profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa opera prima che ruota intorno ai sentimenti, all'amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno reciproco. Kathryn Stockett racconta personaggi a tutto tondo che fanno ridere, pensare e commuovere con la loro intelligenza, il loro coraggio e la loro capacità di uscire dagli schemi alla ricerca di un mondo migliore.
La storia è ambientata in Mississippi a metà degli anni 60: Skeeter è una ragazza un po' diversa dalle sue amiche, infatti non è sposata, non è in procinto di sposarsi e non ha intenzione di rinunciare alle sue aspirazioni di scrittrice per badare ai figli. Nella città regna incontrastato il razzismo, infatti neri e bianchi sono rigorosamente divisi fisicamente e socialmente. Insieme a Skeeter le protagoniste della storia sono due donne di colore: Aibileen e Minny, due domestiche al servizio delle più care amiche di Skeeter, che si ritrovano coinvolte nel progetto della ragazza. Tra un pericolo e l'altro scrivono un libro dove viene raccontata la vita dal punto di vista di questi aiuti domestici: tutto ciò è illegale e malvisto ma proseguono imperterrite perché vogliono far sentire le loro voci. Tra un capitolo e l'altro s'intrecciano le storie delle diverse donne.....
Il romanzo è incantevole, una degna prima lettura dell'anno; le protagoniste mi hanno coinvolto, divertito e mi hanno fatta riflettere sulla difficile situazione dei neri nel sud dell'America di quegli anni. Studiare Martin Luther King a scuola, ascoltare il suo celebre discorso o vedere le immagini delle manifestazioni, non rendono così tanto l'idea delle ingiustizie e della voglia di cambiamento che permeavano quel periodo. La prima donna presentata è Eugenia, detta Skeeter, che è così radicalmente diversa dalle sue perfette amiche da risultare quasi comica. Lei non ha i capelli lisci e ordinati, non si veste alla moda e non aspira a diventare una mogli e una mamma. O meglio le piacerebbe avere un fidanzato ma a patto di non rinunciare a se stessa e alle sue aspirazioni: è laureata in lettere e vorrebbe diventare una scrittrice. Tutto questo va ovviamente controcorrente rispetto all'ideale di donna del sud dell'epoca che doveva stare a casa a badare ai bambini aspettando pazientemente il ritorno del marito dal lavoro. Skeeter è insomma un pesce fuor d'acqua rispetto alle amiche sposate e con figli che cercano di accasarla. Per cercare di realizzarsi come scrittrice pensa di fare qualcosa di diverso dando voce alle tante domestiche nere che servono nelle case di tutte le sue amiche: in questo modo convince con molta difficoltà Aibileen e Minny a raccontare com'è essere al servizio di donne bianche, cosa si prova a crescere i loro figli e ad abbassare la testa ad ogni assurdo ordine. Aibileen è una domestica da più di 20 anni, ha cresciuto tanti bambini bianchi e ha perso suo figlio: spinta da un desiderio di rivalsa e dalla voglia di cambiare la situazione che ha accettato per così tanto tempo decide di raccontare le sue verità a Skeeter. Allo stesso modo Minny, una vulcanica donna che non riesce a tenere a freno la lingua, a seguito di molte ingiustizie vissute in prima persona, racconta tutto in modo sincero e spesso brutale, come vive il suo lavoro e il rapporto con le donne bianche. Insieme alle tre protagoniste ci sono altre donne, molto conformiste, che fanno da contorno alla storia ma che sono ugualmente interessanti. Tutto il romanzo, pur narrando eventi difficile e spesso tragici, è raccontato con grande ironia perché queste donne prendono la vita così come viene, sono rassegnate e servire e a tacere a causa delle leggi razziali, ma in alcune di loro c'è la scintilla di liberà: vogliono una vita migliore per loro e per i propri figli. Il libro tratta due temi di forte impatto, almeno per quanto mi riguarda: il razzismo e il femminismo. La lotta contro il razzismo negli anni sessanta stava per arrivare al culmine e, ugualmente, le battaglie femministe iniziavano a diffondersi. Il razzismo, così radicato in America, con Martin Luther King si avvicinava un radicale cambiamento, mentre il femminismo, che portava le donne a guardare oltre la cucina e la culla per desiderare una vita più libera e realizzata, le portava ad alzare la testa e a desiderare qualcos'altro per loro. Insomma "The help" racconta due forme di segregazione molto diverse tra loro ma che caratterizzavano gli anni 60 che sono narrate con acutezza e sensibilità ma anche con ironia e realismo.
Assegno quattro stelline e mezzo al romanzo.
Lya