oggi parleremo ancora una volta di “The help”, romanzo che sta suscitando grande interesse; edito per la prima volta da Mondadori nel 2009, solo il mese scorso ne è stata stampata una nuova edizione, sempre Mondadori, in concomitanza con l’uscita del film ispirato al libro stesso e diretto da Tate Tylor.
Casa editrice: Mondadori
Collana: Omnibus
Pagine: 524
Prezzo: € 18
Data di uscita:03 gennaio 2012
Trama: È l’estate del 1962 quando Eugenia “Skeeter” Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l’università lontano da casa. Per sua madre, però, il fatto che si sia laureata conta ben poco: l’unica cosa che vuole per la figlia è un buon matrimonio. Ma Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo e sogna in segreto di diventare scrittrice. L’unica persona che potrebbe comprenderla è l’amatissima Constantine, la governante che l’ha cresciuta, ma la donna sembra svanita nel nulla. Come Constantine, anche Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha un candore e una pulizia interiore che abbagliano: per un tozzo di pane ha allevato amorevolmente uno dopo l’altro diciassette bambini bianchi. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio, morto in un incidente sul lavoro tra l’indifferenza generale.
RECENSIONE Ambientato nella capitale del Mississippi, Jackson, questo romanzo Hystorical Fiction racconta una storia di coraggio e speranza a cavallo della lunga battaglia per i Diritti Civili che interesserà l’America, in particolare il profondo sud rimasto ancora fortemente legato alle discriminanti Leggi Razziali, dal 1954 al 1963. Nell’estate del 1962, periodo in cui è ambientato il romanzo, i tempi sono ormai maturi: i movimenti per la difesa dei diritti delle persone di colore si stanno moltiplicando in tutto il paese e molti gridano a gran voce il proprio pensiero, pretendendo che vengano abbattute le futili barriere erette per dividere gli uomini in base all’unica differenza rappresentata dal colore della pelle. Anche nel sud del paese, dove le sterminate piantagioni di cotone sono la principale fonte di reddito e la mentalità sudista la fa da padrona, qualcosa sta cambiando. Nonostante la maschera di forzata normalità che tutti si impongono di indossare, gli animi si accendono e la popolazione di colore, segregata nei ghetti a loro destinati, prende giorno dopo giorno coscienza dell’ingiustizia racchiusa in questa situazione.
Sulle ali della marcia pacifica su Washington (fortemente sconsigliata dall’allora presidente Kennedy, che nel mentre tentava di far approvare la “Legge sui Diritti Civili”), guidata dal premio nobel per la pace (1964) Martin Luther King il 28 agosto del 1963 (durante la quale un corteo lungo chilometri, costituito non solo da persone di colore ma anche da bianchi, marciò cantando lo slogan “black and white together” e lo stesso King pronunciò il famoso discorso che inizia con l’ancora più famosa frase “I have a dream”) e di altri importanti eventi che hanno segnato la storia di questi anni, come l’omicidio del segretario dell’associazione nazionale per il progresso delle persone di colore (NAACP) proprio nella città di Jackson, la voce di tre forti e coraggiose protagoniste ci racconta quanto è stato difficile battersi per l’integrazione nella grande e mentalmente arretrata capitale del Mississippi (notare che, ancora oggi, lo stato del Mississippi ha la croce confederata nella propria bandiera). Si, perché sono ben tre le meravigliose protagoniste di questo romanzo: la bianca Miss “Skeeter” Phelan, che nella tenuta della piantagione di cotone di famiglia vive tutti i giorni una continua lotta con la madre che, preoccupata per il suo aspetto fisico “non attraente” per un uomo, teme che la figlia non riesca trovare marito (obiettivo principale per una donzella del sud ai tempi) se non in virtù del fondo fiduciario a lei intestato; Miss Skeeter, che scoprirà quanto il mondo che la circonda sia falso e ipocrita e quanto la volontà di un’unica persona possa rovinarti la vita. Vi è poi la dolce e intelligente Aibileen, che è in realtà la prima tra le tre protagoniste a farci sentire propria voce: donna di servizio di colore che, nella sua carriera, ha cresciuto ben 17 bambini bianchi e che, puntualmente, lascia il proprio lavoro non appena i bimbi che sta allevando iniziano ad essere fuorviarti dalla società e dalla mentalità che li circonda, cominciando anche loro a trattarla come una nera senza diritti e non meritevole di alcuna forma di rispetto, apparentemente dimenticandosi dell’affetto sincero che, fino a poco tempo prima, le avevano dimostrato. Aibileen, che sussurra tenere parole di conforto nelle orecchie delle giovani anime ignorate dai propri genitori, nella speranza che continuino a crescere gentili e conscie della loro unicità:
Tu sei gentile. Tu sei una brava bambina.E, infine, la scorbutica, decisa e irriverente Minny, la seconda domestica di colore ad unirsi a questa pericolosa avventura. Il suo caratteraccio e la sua abitudine a rispondere per le rime le ha fatto perdere molti lavori, ma con il suo coraggio proverà a proteggere tutte le persone coinvolte nella storia e la prima a rendersene veramente conto sarà l’amica Aibileen:
Continuo a guardarla, e comincio a capire cos’ha combinato. Chissà come mai me ne rendo conto dolo adesso. Minny ha fatto mettere la storia della torta per proteggerci. Non per proteggere lei, ma me e le altre donne. Sapeva che questo avrebbe peggiorato la situazione con Miss Hilly, però lo ha fatto lo stesso. E non vuole che qualcuno si accorga di quanto è spaventata. Mi allungo a stringerle la mano. "Sei persona meravigliosa, Minny".The help è, in tutto per tutto, una storia di coraggio: la forza di tre protagoniste che, con una semplice idea e un altrettanto semplice libro, arrivano a sconvolgere l’intera Jackson e a minare le fondamenta della società cittadina. Le loro tre voci diventeranno ben presto un coro che, complici i tempi fecondi per una rivoluzione di pensiero, non potrà far altro che assordare chiunque cominci a sentirlo, imponendo l’ascolto. L’idea di base è molto semplice: un libro, un piccolo testo in cui domestiche di colore raccontano cosa significhi essere al servizio di una famiglia di bianchi nel sud degli Stati Uniti. Inizialmente sono solo Aibileen e Minny a raccontare la propria storia, ma piano piano altre domestiche prendono coraggio e, alla fine, molte storie compongono il libro-pietra dello scandalo, compresa l’esperienza della stessa Miss Skeeter che, oltre a raccogliere ed editare i racconti delle cameriere, scrive del proprio rapporto con Constantine, la domestica di colore che l’ha cresciuta e che è anche l’inconsapevole punto di inizio di tutta la vicenda. Sì, perché è proprio ripensando all’amata Constantine che Miss Skeeter inizia a realizzare quanto sia sbagliato tutto ciò che la circonda.
Un libro che non è una denuncia, ma che racconta semplicemente la vita di queste donne di colore che, ogni giorno, abbandonano la propria famiglia per prendersi cura di quella delle donne bianche per cui lavorano: accuse di trattamenti ingiusti, certo, ma anche storie di amore reciproco e riconoscenza, di un rapporto del tutto speciale che, in alcuni casi, si crea tra padrona e cameriera.Ognuna di loro rischia tutto: amici, famiglia… vita. La paura è una presenza costante che tormenta l’anima delle tre protagoniste, che ad ogni passo furtivo sulla via della verità si voltano a guardarsi le spalle, con la costante paura di essere scoperte:
Senti bussare in piena notte. Non c’è la signora bianca alla porta: lei non fa di persona queste cose. Ma mentre il brutto sogno diventa reale, il fuoco, le coltellate o le botte, capisci una cosa che sapevi da tutta la vita: la signora bianca non dimentica mai.E non ha pace finhé non ti vede morta.Lo stile di scrittura è fresco, coinvolgente e molto evocativo: ci si sente veramente trascinati nella calda e afosa Jackson e si arriva a vivere a livello personale ogni emozione, la tensione crescente e le ingiustizie che permeano le pagine. La scelta di narrare tutto in prima persona e al tempo presente riesce a far sentire il lettore protagonista di ciò che sta leggendo e la Stockett ha il grande merito di riuscire a raccontare la storia da punto di vista di ben tre personaggi senza confondere il lettore e, allo stesso tempo, senza far perdere nulla delle caratteristiche caratteriali di chi sta narrando. Guardano il mondo attraverso gli occhi di tre donne così diverse, il lettore non può far altro che continuare a leggere, divorando un capitolo dopo l’altro, trattenendo il respiro per paura di fare troppo rumore. Non sta leggendo nella propria casa, nella pace del proprio salotto, o magari sul treno: no, il lettore è nella cucina di Aibileen, a trascrivere i racconti delle domestiche, è con la piccola Mae Mo, che ascolta rapita le “storie segrete” di Aibileen, è con Minny, a dare lezioni di cucina alla svampita Miss Celia.
L’unica pecca nella narrazione è sempre legata alla scelta del presente come unico tempo verbale: ci sono punti in cui, tra una frase e l’altra, sono passati in realtà giorni, ma non vi è nulla nel testo, nemmeno qualche parolina introduttiva, che faccia intendere questo salto temporale. Ci si ritrova quindi a metà frase, un po’ interdetti, e solo allora si capisce che la storia non sta continuando linearmente ma c’è un salto di ore/giorni. Piccola pecca del tutto trascurabile vista la forza emotiva del libro.Il finale, come sempre accade quando si parla di storie che coinvolgono così intensamente, lascia un certo senso di insoddisfazione ma, soprattutto, di incompletezza: nello stesso modo diretto con cui il romanzo comincia, senza introduzioni, solo con Aibileen che inizia a parlare, allo stesso modo il tutto si conclude senza un vero finale. Semplicemente, la narrazione si interrompe, lasciando le donne a cui tanto ci siamo affezionate ad una svolta fondamentale delle loro vite e dando libero spazio alla nostra fantasia per immaginare l’evolversi del loro futuro.Un romanzo coinvolgente, avvolgente, dai tratti decisi, che racconta con semplicità e schiettezza una pagina nera della storia dell’umanità: indimenticabile.
L’AUTRICE: Kat