Recensione The Nature of Nicholas (Canada 2002)

Da Tallman

Scritto e diretto da: Jeff Erbach
Interpreti principali: Jeff Sutton, David Turnbull, Ardith Boxall, Tom McCamus, Robert Huculak
Disponibilità italiana: Dvd Import
Descrizione: Nicholas e la dura lotta per sopprimere la propria natura
Opinione di Elvezio Sciallis: Malpertuis
Nicholas è ad un passo dall'adolescenza, passaggio che viene reso ancora più complicato dall'instabile situazione familiare: la morte del padre ha lasciato un vuoto incolmabile e la mancanza di soldi ha costretto la madre a mettere in vendita la casa in cui ha sempre vissuto. A livello sociale le cose non vanno meglio: ha un solo amico, non è particolarmente popolare a scuola e ha la strana passione di sezionare insetti in una cascina. Quando viene invitato per la prima volta alla festa di una sua compagna, scopre a sua sorpresa un ulteriore aspetto della sua "diversità"....
In un'età in cui l'horror non si preoccupa affatto di elaborare un messaggio da trasmettere alle sottostimate platee e che dimentica che l'occhio è un sensore che col tempo non ha perso per strada il suo collegamento col cervello e dunque non si può accontentare di vedere una cornice curata maniacalmente ma che circonda il nulla semantico, The nature of Nicholas è un coraggioso squarcio nel triste cielo dell'uniformazione, talmente ricco di simbologie e surreali metafore che mettono alla prova gli assopiti neuroni e spingono anche nel post-visione a fare stimolanti ricerche, in particolare sui forum di imdb, per capirne i significati più o meno velati, sperando che una mente illuminata li abbia sviscerati nella loro interezza. E' quello che succede con il film di Erbach che mostra una straordinaria sensibilità nell'analizzare i mostri che crea la società, con le sue tradizioni, i suoi immortali modelli e i rigidi insegnamenti sui normali comportamenti da adottare, senza rendersi conto dei traumatici effetti che può causare in chi ha pulsioni differenti e non si rispecchia affatto in questa tanto decantata normalità.

La storia è un dramma con venature horror sviluppata prevalentemente a livello psicologico, con forzati sdoppiamenti di personalità, in cui non esistono confronti diretti con le figure patriarcali, condizionatrici e per niente intenzionate a comprendere perplessità e a valutare eventuali percorsi alternativi nella formazione dei "giovani adulti". Il bambino protagonista, in mancanza del padre, si trova così a vivere una situazione inversa al complesso di Edipo, disperatamente alla ricerca di un ruolo maschile da seguire e amare. Le sue intenzioni però vengono fraintese al punto che viene indotto a considerarsi "malato" e a vivere in un continuo stato di vergogna e colpevolezza perchè le convenzioni sociali non tollerano questo suo secondo stato che deve essere debellato come se fosse una normale influenza. Se si guarda il contesto storico in cui è collocata la vicenda, durante i primi anni '60, sicuramente diventeranno più comprensibili e meno astrusi certi modi di vedere alcune "deviazioni" personali.

L'impronta horror della pellicola, efficace mezzo per evidenziare le già citate anormalità, ci riserva sequenze sottilmente disturbanti, enfatizzate dal perenne silenzio in cui agiscono i protagonisti. A tal proposito non si può fare a meno di sentire il frequente rumore di sottofondo di una mosca quasi a voler farci capire che c'è qualcosa di putrido anche in una tranquilla circostanza familiare. I dialoghi esistenzialisti confermano l'intenzione di voler far sembrare i bambini più grandi di quello che in realtà sono, quasi una trasposizione umana dei Peanuts. Ottima inoltre la polverosa fotografia che rende bene l'idea di un periodo storico mentalmente vetusto.

Il trucco per entrare subito in sintonia con la visione del regista è di interpretare a livello metaforico tutti gli strani eventi a cui si assiste nel film, anche se magari non tutti gradiranno, come del resto il sottoscritto, la forte dose di cripticità che persiste alle eventuali visioni chiarificatrici.
The Nature of Nicholas ad ogni modo rimane un notevole e originale saggio sulle mostruose ossessioni che è in grado di creare la comunità.
GIUDIZIO FINALE: 7,5
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