Recensione: Thermae Romae di Mari Yamazaki

Da Gullinbursti
Siamo nell'antica Roma del 128 d.C., l'ingegnere Lucio Modesto (Lucius Modestus) si trova a dover combattere contro gli spiriti della sua scarsa professionalità o forse solo contro la mancanza di fantasia. I suoi progetti venivano etichettati come vecchi e venivano scartati. Finchè ad essere scartato fu lui in prima persona. Sconfortato dall'ennesima batosta si dirige alle terme per trovare un po' di pace. Qui però accadde che Lucio venne trasportato, attraverso un misterioso vortice subacqueo, in un altro impianto termale. Lucio non riuscirà (per adesso) a capire dove si trova, capirà solamente che il popolo dalla faccia piatta, così come lui chiama gli odierni giapponesi, sono molto diversi dai romani.
Il nostro Lucio tornato a Roma diventerà così un famosissimo costruttore di terme, ovviamente prendendo spunto dalle terme nipponiche moderne. Lucio dotato di grande spirito di osservazione, si ritroverà anche spesso a dover combattere contro l'arretratezza dei mezzi romani, causa di molte difficoltà nel costruire le idee importate dall'ingegnere. Nel manga se ne vedono davvero di tutti i colori.
Il disegno è parecchio strano... ne ho sentite di tutti i colori come al solito. C'è chi dice che è bello, chi brutto, chi grottesco e chi raffinato. Per dirlo con una parola è diverso.
Il tratto è leggerissimo, delicato e particolareggiato. L'uso dei retini e delle sfumature a penna è limitato al massimo. Forse un po' scarsi i fondali, spesso sono semplicemente bianchi, contrapposti però al disegno molto particolareggiato nelle panoramiche dei monumenti e della città in generale.
Il disegno dei personaggi come la loro caratterizzazione è altamente stereotipato. Giaponesi bassi e servili, Romani statuari e fieri.
Le vignette sono tutte rettangolari e disposte lineramente, donando una grande semplicità di lettura. Così come i balloon. Leggere il fumetto non è certo un opera di decriptazione di ciò che voleva dire l'autore.

Devo aggiungere un piccolo paragrafo prima del consueto cazziatone all'editore. Debbo parlare dell'autrice. Costei a quanto pare ha fatto una gran bella ricercona sull'antica Roma, senza contare il fatto che ha vissuto 17 anni in Italia e parla l'italiano meglio di me. (Andate a vedervi qualche video del Lucca comics & games, mi pare, dello scorso anno). Dinnanzi a noi non abbiamo un manga solamente scaturito dalla fantasia, abbiamo un pezzo di storia vera modificato dalla fantasia. E' così che sono nati i miti e le leggende!
Grande è stata la sua abilità nel fare conciliare storia vera con l'immaginazione, spesso forzando un po' il tutto, ma il risultato è comunque ammirevole. All'interno del manga oltre alla normale storia troviamo anche tra un capitolo e l'altro una complessa spiegazione di ciò che è trattato nel manga. Ad esempio come sono fatte le terme romane e quelle giapponesi, gli usi e i costumi di ambedue i popoli, la grande perizia con la quale l'autrice ha ricostruito i monumenti e i manufatti dell'impero di Adriano ormai andati distrutti o modificati negli anni avvenire. Una cosa simile l'ho trovata solo in Cesare di Fuyumi Soryo (se avete soldi leggetelo assolutamente, prossimamente lo recensirò).

Arriviamo alla casa editrice: Star comics. Ho sempre amato questo editore non tanto per la qualità dei materiali o delle storie proposte più che altro per la continua disponibilità degli arretrati. Qui però la vedo un po' sotto tono, la carta utilizzata per stampare il manga è giallastra, coriacea e lascia intravedere la pagina sul retro. Ricordo però che dal secondo volume ci sarà anche qualche, sempre ben attesa, pagina a colori.
Insomma la casa editrice ha investito molto sul fumetto, ha chiamato l'autrice, ha fatto una grandissima pubblicità, il primo volume a 1,90€ e poi mi va a metetre una carta così scadente? Vabbè caso più unico che raro per la Star.
Il prezzo di ogni volume è di 5,90€ con sovraccopertina. Per il momento sono stati serializzati 4 volumi su 6.
Sono anche stati tratti un film ed un anime che pare stiano spopolando in giappone, come tutta l'opera del resto.

Non riesco a dare un genere all'opera. Cercando in rete dicono che sia un seinen... ma perchè? Non mi pare che tratti di argomenti così pesanti per un ragazzo, insomma è storia. A parere mio etichettandolo così si sono mangiati una bella fetta di lettori. C'è chi legge seinen e legge violenza (negli shonen son tutti li che si accarezzano, si baciano e vivono in allegria ed armonia vero?) mentre dovrebbe leggere "contenuti un po' più furbi della media dei manga". Un po' come ritenersi grandi lettori e leggere Moccia schifando Il nome della rosa. Una cosa che forse mi è piaciuta poco del manga è la sua episodicità. Ogni tot di capitoli è una nuova storia con un nuovo impianto termale da costruire, un nuovo viaggio, nuovi protagonisti... anche se, a quanto pare, dal terzo volume si sta delineando una sorta di catena degli eventi alla base del manga che hanno a che fare con tutte le cose, viste precedentemente e che vedremo in futuro.
Il manga che oltre ad essere etichettato come seinen viene anche chiamato storico, di storico effettivamente ha molto, forse la parte preponderante è quella dell'architettura e dell'ambientazione, un po' meno nelle storie, questo rende sicuramente più leggera la lettura da parte dei "non addetti ai lavori", gli intermezzi con lo spiegone se volete leggerli li leggete, altrimenti no. Dovevano puntare più sul fatto della comicità che forse pochi hanno intuito dando uno sguardo veloce al fumetto e poi lasciandolo sullo scaffale della fumetteria. Il manga è comico, ironico e sbeffeggia con facilità entrambe le culture. Lucio credulone che non comprende bene dove si trova e sostiene ancora che i romani siano superiori, i Giapponesi che ben poco sanno dei romani e si preoccupano piuttosto di essere ospitali. Il mix di queste cose è molto simpatico, soprattutto in due culture così lontane nel tempo e nello spazio.
In conclusione il manga è comico, leggero e facile da leggere, i pregiudizi su di esso sono stati veramente molti e forse lo hanno etichettato nel modo sbagliato. Probabilmente è stata colpa della stessa autrice che voleva "vantarsi" del suo grande e minuzioso lavoro. La sua opera di ricerca è stata davvero maestosa, forse però qui in Italia, che in fondo siamo i discendenti dei romani e che ad ogni passo caplestiamo un pezzo di storia siamo un po' refrattari ad essa, non cogliendo in pieno le fatiche dell'autrice.
Vale la pena comperare almeno il primo volume per fare sparire ogni più piccolo pregiudizio.

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