J. Lynn (aka Jennifer L. Armentrout)
Editrice Nord
406 pagineIn uscita 16 Gennaio 201416,40€Acquista qui: Ti aspettavo
★ ★★ e ½Trama: L’università è la sua via di fuga. Per troppi anni, dopo quella maledetta festa di Halloween, l’esistenza di Avery Morgansten è stata un incubo, e adesso lei può finalmente ricominciare da capo. Tutto ciò che deve fare è arrivare puntuale alle lezioni, mantenere un profilo basso e – magari – riuscire a stringere qualche nuova amicizia. Quello che deve assolutamente evitare, invece, è attirare l’attenzione dell’unico ragazzo che potrebbe mandare in frantumi il suo futuro…
Cameron Hamilton è il sogno proibito delle studentesse del campus: fisico atletico e ammalianti occhi azzurri, è il classico ribelle dal quale una brava ragazza come Avery dovrebbe tenersi alla larga. Eppure Cam pare proprio spuntare ovunque, col suo atteggiamento disincantato, le simpatiche punzecchiature e quel sorriso irresistibile. E Avery non può ignorare il fatto che, ogni volta che sono insieme, il resto del mondo scompare e lei sente risvegliarsi quella parte di sé che pensava di aver perduto per sempre.Però, quando inizia a ricevere delle e-mail minacciose e delle strane telefonate notturne, Avery si rende conto che il passato non vuole lasciarla andare. Prima o poi la verità verrà galla e, per superare anche quella prova, lei avrà bisogno d’aiuto. Ma la relazione con Cam sarà la colonna che la sorreggerà o lo «sbaglio» che la trascinerà a fondo?
Vabbé, non discutiamo su quanto il titolo italianizzato sia orrendo. Avrei potuto accettare qualcosa tipo Ti stavo aspettando, leggermente più poetico di quello scelto, o che magari avessero saggiamente optato di lasciare quello originale, Wait for you. Ma, come ho detto, sorvoliamo, vi va?
Dunque, ho preso questo libro fra le mani temendo in una replica, in un deludente già-visto che risuonando in ogni pagina mi avrebbe fatto storcere le labbra, rovinando la lettura. Ma lo dico sempre che sono sbadata, no? Mi sono dimenticata che stiamo parlando della Armentrout. E che questa donna è pericolosamente vicina alla perfezione. Perciò, preparatevi a cadere nella sua rete un'altra volta. Ti aspettavo è magnetico, ipnotico. Sarà per la vena ironia che spicca fin da subito, sarà per l'ombra nei pensieri di Avery, insidiosa e aggirata più volte dalla protagonista -abbastanza da intrigarmi, comunque-, sarà per una serie di coincidenze-scontri fortuiti con risvolti divertenti e intensi o per l'email-minaccia che mette in moto il tutto, ma sono passata dall'intenzione di sbirciare solo le prime pagine a leggere fino al quinto, sesto capitolo senza nemmeno rendermene conto! Il tempo e le parole sono volate, ed ero troppo attratta dalla storia per smettere!
In quanto ad esordio, mi ha decisamente colpita. Sono una specie di fanatica degli scontri improvvisi, con la firma del destino sopra, e quando Avery finisce decisamente addosso a Cameron, oltre uno scroscio di risate che quasi non finivano più, sono rimasta decisamente affascinata dai due! I loro primi incontri sono piuttosto insoliti -e inaspettati- per lei. Ma quando se lo ritrova nell'appartamento di fronte al suo, li la questione rischiava di sfiorare l'impossibile. Fra una tartaruga e un biscotto, Avery e Cam iniziano ad interagire, e la cosa desta moltissime chiacchiere fra Jacob e Brittany, due strani compagni d'università che Avery ha conosciuto. Se ve lo state chiedendo, si: Jacob gioca nell'altra squadra, come dice lui. La presenza dell'amico gay sembra star diventando un cliché del New Adult -il confidente per eccellenza, l'inevitabile leva vivente che spinge la protagonista verso il lui della storia, diretto, divertente e con il consiglio adatto sempre pronto in mente.
Cam parve perplesso. «Non si tratta di compassione, Avery. Sto solo dicendo che sembravi sperduta, lunedì, e ho pensato sarebbe stata una buona idea lavorare in coppia.» Si fermò e socchiuse gli occhi. «Non mi credi? Forse è stato il biscotto? Be', ieri sera non hai voluto assaggiare i miei biscotti e sinceramente stamattina mi sarei mangiato anche l'altro, ma ti ho vista così stanca e triste che ho creduto ne avessi più bisogno di me.»Non capivo se stava scherzando. Nei suoi occhi c'è una scintilla divertita.«E poi sei carina», aggiunse.Battei le palpebre. «Cosa?»L'espressione perplessa gli era svanita dal viso mentre apriva la porta per lasciarmi uscire in corridoio. «Non dirmi che non sai di essere carina. Altrimenti perderò la fede nell'umanità. E tu non vuoi essere responsabile di una cosa del genere.»Cliché o no, adoro Jacob. Jacob e Brittany sono assurdi e rumorosi, festaioli euforici e amici leali, e mi ci sono affezionata da subito. Non sono i classici amici che, al'improvviso, se ne escono con delle perle di saggezza. Sono matti e per niente normali, e se dicono qualcosa di utile lo fanno fra una risata e l'altra, fra una battuta e un'osservazione sagace, fra un commento audace, un momento di serietà e una verità inalterabile. Avery con loro si sente quai come una normale ragazza della sua età, proprio come dovrebbe essere. Da sola, poi, è spassosissima! Muovermi con lei dentro la storia è stata una bella esperienza, la sua fresca ironia e la sua ferrea ritrovata determinazione mi hanno colpita: nonostante l'attrazione per Cam, tutte le volte che lui le chiede di uscire, lei rifiuta. E per questo non può che guadagnarsi la mia più totale stima. Perché è difficile dirgli di no, con quel sorriso sempre sul viso, la consapevolezza di attirare l'attenzione dell'altro sesso stampata in faccia con indifferenza -intrigante combinazione, no?-, lo sguardo limpido e sincero di un ragazzo che prende tutto con leggerezza senza essere insopportabile e superficiale. Okay, forse un pochino. Cam è affascinante, gentile, allegro, dolce e divertente -tra lui e Avery le risate non si possono contare, davvero, sono infinite. Ma è anche enigmatico, perché il suo avere continuamente la battuta pronta da l'impressione che invece nasconda qualcosa -qualcosa su cui è difficile fare ipotesi non avendo il suo pov. Ed entrambi si ritrovano perfettamente. Avery ha perso fiducia nei rapporti con i ragazzi per qualcosa accaduto al liceo, qualcosa che l'ha segnata e che affiora spesso nei suoi pensieri, quando non sa cosa aspettarsi, come reagire, cosa dire. Le feste la innervosiscono, avere amici che le ronzano intorno è una piacevole novità, così come un ragazzo che le presti tante attenzioni senza sembrare lascivo. Il suo sentirsi inadeguata sfuma lentamente in compagnia dei suoi nuovi amici, e di Cam, che però è anche fonte di nervosismo e dubbi.
Inclinò la testa di lato. «Sei allergica ad altro?»«A parte la penicillina e gli uomini che si autoinvitano nel mio appartamento? No.»«Spiritosa.» Si chinò a prendere i pensili. «Quanti ragazzi più deboli e insicuri di me ha massacrato con quella lingua affilata?»«Non a sufficienza, a quanto pare» borbottai.E non è il solo. Qualcuno la minaccia, e Avery ha solo una vaga idea di chi potrebbe essere. La sua famiglia la considera una delusione, fonte di una vergogna che hanno cercato di insabbiare e nascondere tanto tempo prima, suo cugino la tratta con sufficienza e il mondo che si è lasciata alle spalle continua a giudicarla nonostante siano passati anni da quel che è successo. Ma è principalmente lei che non riesce a dimenticare. Il suo è un personaggio profondo, pieno di insicurezze, istillatele da una catena di eventi che hanno inevitabilmente influito nel suo modo essere. L'attenzione da parte degli amici, la preoccupazione e l'affetto che le dimostrano, tutte cose estranee che Avery impara a percepire per la prima volta, e che la aiutano a scrollare via il passato. Alcune delle sue riflessioni mi hanno colpita molto, e mi ci sono ritrovata in tutto e per tutto. La sua tendenza alla fuga, il bisogno di nascondersi, tergiversare, cambiare discorso, alternando amarezza e ironia, la sua fragilità era così evidente ai miei occhi che il modo in cui si relazionava con Cam, il suo desiderio e la sua esitazione, l'impulso celato dalla razionalità, me l'hanno fatta apprezzare più di quanto mi aspettassi. La dolcezza di loro due insieme, poi, è
Ignorato questo fastidioso particolare, che però ha inevitabilmente intaccato il mio giudizio, la lettura è stata piacevole, intensa, divertente e coinvolgente. Ho amato tutti i personaggi, specie la famiglia di Cam, un perfetto espediente messo in contrapposizione con Avery e i suoi, oltre al fatto che fossero fantastici di loro e ben inseriti nella storia. E, in modo diverso ma altrettanto efficace, anche i genitori di lei. Insomma, la storia funziona e lo stile della Armentrout è quello che conosciamo, ricco nella sua semplicità, efficace ed emozionante, trascina il lettore nella storia fino alla fine. Ciò di cui però mi sono resa conto, è che l'ho apprezzata molto di più nella sfera del paranormal che in quella del NA. Il libro mi è piaciuto, e molto, ma a distanza di qualche giorno non ho potuto fare a meno di pensare che la mia assoluta "dipendenza" e devozione a Obsidian non si può minimamente paragonare all'entusiasmo provato per questo libro. E' stato inevitabile rifletterci su. Con Daemon e Katy ero molto più coinvolta, e non solo durante la lettura, ma anche dopo. A distanza di mesi mi ritrovo ancora a sognarli e immaginarli in tutti i modi e risvolti possibili