Recensione: “Tiger Lily”, Jodi Lynn Anderson.

Creato il 19 gennaio 2015 da Chiara

Sometimes I think that maybe we are just stories. Like we may just be words on a page, because we’re only what we’ve done and what we’re going to do. I know I’m only a faerie, a tiny speck in the world, but then I look at the things I’ve seen and done, and I become a long scrawly line of something important.

Titolo: Tiger Lily
Titolo originale: Tiger Lily
Autore: Jodi Lynn Anderson
Editore: HarperCollins Children’s Books
Pagine: 292
Anno: 2012

Giudizio: ★★★★★

Sinossi
Before Peter Pan belonged to Wendy, he belonged to the girl with the crow feather in her hair.
Fifteen-year-old Tiger Lily doesn’t believe in love stories or happy endings. Then she meets the alluring teenage Peter Pan in the forbidden woods of Neverland and immediately falls under his spell.
Peter is unlike anyone she’s ever known. Impetuous and brave, he both scares and enthralls her. As the leader of the Lost Boys, the most fearsome of Neverland’s inhabitants, Peter is an unthinkable match for Tiger Lily. Soon, she is risking everything—her family, her future—to be with him. When she is faced with marriage to a terrible man in her own tribe, she must choose between the life she’s always known and running away to an uncertain future with Peter. With enemies threatening to tear them apart, the lovers seem doomed. But it’s the arrival of Wendy Darling, an English girl who’s everything Tiger Lily is not, that leads Tiger Lily to discover that the most dangerous enemies can live inside even the most loyal and loving heart.
From the New York Times bestselling author of Peaches comes a magical and bewitching story of the romance between a fearless heroine and the boy who wouldn’t grow up.

Difficile parlare di questo libro. Ho iniziato a leggerlo senza aspettarmi niente più di una rivisitazione di una fiaba già nota, per trovarmi a ripercorrere i sentieri tortuosi di una storia che mi ha lasciata senza fiato e non mi ha dato tempo di scendere a patti con quello che stavo leggendo. In una certa misura, e non mi vergogno neanche un po’ a dirlo, questo libro mi ha spezzato il cuore e adesso ho come la sensazione di aver perso qualcosa per sempre, qualcosa che – andandosene – mi ha lasciato addosso un senso di solitudine e amarezza che non avevo preventivato. Narrata attraverso la voce discreta di una Tinkerbell molto molto molto lontana da quella che la Disney ha voluto propinarci, la storia di Tiger Lily conduce attraverso misteri di Neverland, un’isola che ha ben poco a che spartire con la sua ufficiale, paradisiaca versione, e i suoi insoliti abitanti, molto meno buffi e molto più taglienti della loro controparte originale.

Let me tell you something straight off. This is a love story, but not like any you’ve heard. The boy and the girl are far from innocent. Dear lives are lost. And good doesn’t win. In some places, there is something ultimately good about endings. In Neverland, that is not the case.

Tiger Lily è una storia d’amore che è stata derubata del suo lieto fine. Quello che coglie impreparati, tuttavia, è la sbalorditiva tristezza che permea ogni singola pagina del libro, e il senso di solitudine che avvolge sin dalle prime battute d’inizio. Tiger Lily è probabilmente uno dei personaggi più solitari di cui abbia mai letto, al punto che quasi tutti i membri della sua tribù sono convinti che sia stata maledetta e stentano ad accettarla per quel che è, senza chiederle – implicitamente o meno – di essere diversa. Combattuta interiormente da una strenua lotta tra il bisogno di accettarsi e il fingere che, in fondo, più di tanto non le importa, vive le sue giornate silenziosamente, seguita dalla minuscola ombra che è Tinkerbell, fino a quando non va in soccorso di un inglese naufragato a Neverland e la tolleranza degli Sky Eaters nei suoi confronti si esaurisce completamente.  La tribù le impone di sposare il terribile Giant, un uomo violento che la tratterà male ad ogni possibile occasione, al termine della prossima stagione secca, nella speranza che il matrimonio la rimetta in riga e metta fine al suo vagabondare nella foresta. Eppure è proprio qui, ben oltre i sentieri sicuri e conosciuti, nel cuore del territorio proibito dove hanno trovato dimora i terribili Lost boys, che Tiger Lily incontrerà forse l’unico essere umano al mondo più solo di lei. Peter Pan, così sgargiante e irrequieto, le ruberà il cuore un pezzettino alla volta, sconvolgendo il suo mondo, spingendola a rischiare tutto quello che per lei è importante nella vita, forzandola involontariamente a perdere di vista ciò che la circonda. Persa in un amore che non sa esattamente come affrontare, ne realizzerà pienamente la portata nel momento in cui le verrà portato via dalla bellissima Wendy Darling e scoprirà, nel buio più buio in cui sia mai sprofondata, come la sofferenza non abbia mai fine e che la vita, anche per chi non invecchia mai, non è una festa continua, ma un groviglio di cambiamento che non si può scegliere di non affrontare. E che per quanto si possa porre rimedio ai propri errori, non è possibile tornare indietro e fingere che niente sia mai accaduto.

Still, the longer I was around her, the more I could see the colors of her mind and the recesses of her heart. There was a beast in there. But there was also a girl who was afraid of being a beast, and who wondered if other people had beasts in their hearts too. There was strength, and there was also just the determination to look strong. She guarded herself like a secret.

Inutile dire che a rendere meraviglioso questo romanzo, sono i personaggi che lo abitano, e la straordinaria capacità che hanno di creare un ponte di empatia con il lettore. Non si riesce a non apprezzarli, a non capirli – persino i cattivi hanno delle sfumature di umanità sconvolgenti, dei piccoli dettagli che li rendono vividi in maniera quasi crudele. Hook, con la sua fallita pretesa di trasformarsi in un vero gentiluomo, uomo dall’intelligenza spietata che quando beve si trasforma in un mostro abbruttito dalle delusioni e dalla cattiveria. Smee, che piange quando uccide e che insegue Tiger Lily perché conquistato dalla sua nobilità d’animo. Tik Tok, lo sciamano nato donna in un corpo d’uomo, la cui parabola è di una drammaticità estrema. Moon Eye, fragile e delicatissima, apparentemente destinata a spezzarsi salvi poi stupire chiunque trasformandosi in una giovane donna dalla grande fermezza. Pine Sap, così diverso dai giovani guerrieri della tribù: troppo alto, troppo magro, eppure l’unico in grado di amare Tiger Lily esattamente per quel che è, senza saperla immaginare più perfetta di quanto non sia, con i suoi silenzi e le sue bizzarrie.
L’unica che non ho davvero apprezzato è Wendy, e non solo in nome di una mia storica antipatia nei suoi confronti, ma nonostante questo non è difficile leggere la trama dei suoi pensieri e dei suoi modi di fare, comprenderne i perché – e alla fine sì, detestarla cordialmente, perché le uniche tre persone che si è spinti ad adottare in maniera quasi morbosa, pregando affinché trovino un proprio incastro di eterna felicità, sono Tiger Lily e Tinkerbell da un altro, Peter Pan dall’altro. Le prime due diventano complementari al punto che è difficile e doloroso immaginarle separate, il loro rapporto – per quanto prettamente silenzioso – si basa su un affetto e un’affezione così sincere da vincere persino la gelosia, resa leggendaria dalla Disney – della fata per la ragazzina con le piume di corvo tra i capelli e l’amore che Peter, nonostante tutto, ha per lei. C’è stata più di una occasione in cui mi sono chiesta se l’unico vero amore di Tinkerbell non fosse proprio Tiger Lily, a discapito delle sue parole, perché se c’è qualcuno da cui è sempre tornata e di cui si è sempre preoccupata, è proprio lei. E la commozione, quando Tiger Lily le fa capire di aver sempre saputo della sua esistenza e di aver apprezzato il suo impotente vegliare, è stata sincera e improvvisa, tanto per me quanto per lei. Peter, al contrario, è quanto di più differente possa esserci dal suo alter-ego firmato Disney. È un ragazzino impetuoso, irrequieto, incalzato da una solitudine così spaventosa da spingerlo ad ignorare il buon senso in ogni possibile occasione. Mai stanco, mai pago, mai soddisfatto, è esattamente come dovrebbe essere un adolescente cresciuto senza regole che non fossero le sue e il suo amore ne è la prova più lampante: volubile per natura, capriccioso e ostinato, ma non per questo meno intenso e travolgente – a modo suo assoluto e inappellabile, un sole che acceca e brucia tutto ciò che sfiora.

“Look,” Peter said.
To the north was a series of vast grassy plains, and there, just looking like specks at first, was a herd of horses, a species that in Neverland had never been tamed. They were beautiful, flashes of brown and black and tan, their coats gleaming. There was no reason for them to be running that Tiger Lily could see. It was likely that they just loved to run.
“That’s what I want my life to be,” Peter said, staring down at the horses.
Tiger Lily sank against him and watched the herd, and thought that was what she wanted too.

La profondità di questo romanzo è sconvolgente. Non è solo per la maestria con cui è stato scritto, la facilità con cui lo si legge e la drammatica bellezza che racconta, è proprio il modo in cui ti entra entro e scava un solco dove si insinua e attende, maledetto libro stronzo, per esplodere e spezzarti il cuore. Dallo spettacolare prologo all’ultima, straziante lettera di Peter a Tiger Lily, non c’è un solo momento in cui non si smetta di soffrire per questo amore drammaticamente ingenuo, esposto e fragile, rubato a tramonti infuocati e notti stellate ma mai baciato dai raggi del sole. Credo sia un po’ scontato dire che c’è una Tiger Lily in ogni ragazza, e che ogni ragazza abbia incontrato – almeno una volta nella vita – un Peter Pan che le ha rubato il cuore con schegge di una felicità così intensa e assoluta da cancellare tutto il resto, salvo poi vederselo restituire scheggiato – se non proprio spezzato – al comparire della Wendy di turno. E immagino che il discorso possa valere anche al contrario, per qualsiasi ragazzo che abbia avuto il coraggio di affidare i propri sentimenti ad una ragazza chiusa, troppo impegnata a proteggersi per potersi aprire, vittima dei suoi stessi silenzi e dei troppi pensieri, per poi arrendersi e scegliere qualcuna più sorridente, più trasparente, meno complicata. Ecco, il punto è proprio qui. Tiger Lily parla di adolescenti strappati al mondo delle favole, che vivono in un’isola sperduta dove esistono anche fate, sirene e pirati, ma potrebbero essere due normalissimi ragazzi che s’incontrano a scuola, s’innamorano per la prima volta e perché troppo ingenui, troppo piccoli, troppo spaventati non sono in grado di far funzionare il loro rapporto. Parla di questioni che sono fin troppo attuali, e lo fa con la giusta dose di delicatezza e realismo, in una combinazione assolutamente letale e affascinante. Crea dipendenza, non sto scherzando: è difficilissimo smettere di leggere questo libro, persino nel momento in cui lo si termina si sente ancora l’impulso di immergersi una seconda volta nelle sue pagine alla disperata ricerca di un finale che non sia così amaro, così giusto e al tempo stesso ingiusto – quasi sbagliato, perché l’unico che saremmo capaci di ammettere non include una lettera, ma risate e baci e girotondi al chiaro di luna, in riva alla laguna delle sirene, e corse nella foresta, corse pazze fino a perdere il fiato, il cuore, la testa. L’unico finale che io potrei accettare non è quello di Jodi Lynn Anderson – ma come Tiger Lily si trova alle perse con la scelta di Peter che non è quella che lei avrebbe voluto, allo stesso modo devo fare io con questo finale, custodendo nel cuore la segreta speranza infranta del mio lieto fine. E mentre cerco di scendere a patti con questo romanzo strepitoso, voi leggetelo. Questa volta è un imperativo, e non sto affatto scherzando.


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