Recensione: "Tristan e Doralice - Un amore ribelle" di Francesca Cani

Creato il 02 febbraio 2016 da Sherzade90 @SogniMarzapane

Anno Domini 1076. Sopravvissuta alla strage della sua famiglia, Doralice di Lacus trova ospitalità a Canossa, dove la grancontessa Matilda la accoglie come una figlia. Quando l’orrore per l’assassinio dei suoi genitori sembra aver lasciato posto a una tranquilla quotidianità, i piani di conquista di Enrico IV sconvolgono il suo mondo. Tristan di Holstein, indomito guerriero forgiato da mille battaglie, ha un’ultima missione prima di riconquistare la libertà: deve colpire al cuore Matilda, strappandole quanto ha di più prezioso. La sua preda, che osserva con occhi da demonio, uno azzurro e freddo, l’altro ribollente d’oro fuso, è Doralice. Ma la prova dell’amore si rivelerà la più ardua da superare e lo spingerà a disobbedire al suo re, a sopportare torture e rinunce in nome di una felicità che potrebbe non esistere. Perché forse è proprio lui il responsabile di un crimine che non può essere perdonato...

Eccomi qua oggi a parlare di “Tristan e Doralice Un amore ribelle”, scritto da Francesca Cani.
Era da un bel po’ di tempo che non leggevo un romanzo storico e devo dire che ne sono rimasta soddisfatta. Il romanzo è ambientato nel 1076 e inizia con una battaglia tra due uomini, due cavalieri, di cui uno è il padre di Doralice. Siccome l’imperatore sta tramando contro la sua famiglia e tutto l’impero, chiede a sua moglie e a sua figlia di fuggire lontano. Doralice, dopo essere rimasta orfana, viene cresciuta come una figlia dalla gran contessa Matilda di Canossa, una donna che possiede e comanda un feudo, capace di ritagliarsi un ruolo molto importante in un mondo dominato dagli uomini.

Matilda è una donna molto caparbia e volitiva ma anche molto dolce con Doralice, tanto da permetterle di diventare indipendente e di gestire i lavori di una chiesa. Doralice viene cresciuta con un’educazione diversa dalle sue coetanee, molto più libera.
Diciamo che anche Doralice, come Matilda, sa cosa vuole ed è forte. Entrambe hanno due caratteri indomabili.
A Canossa dove si è recata per i lavori di restauro della chiesa, Doralice conosce Tristan di Holstein e divampa la passione. Dal loro primo incontro traspare la carica erotica che c’è tra i due. In ogni pagina, in ogni loro incontro, io tremavo con loro…
Tristan è un guerriero, ma anche un cavaliere che deve rapire Doralice per conto dell’imperatore, per colpire Matilda. È stato costretto a recitare quel ruolo perché l’imperatore ha in scacco la sua famiglia.
Ma al cuore non si comanda e Tristan s’innamora di Doralice. Una storia travagliata, ricca di personaggi, di azione e anche di patimenti di cuore.
Perché questo è un amore grande, dove i due protagonisti affrontano molte difficoltà, soprattutto Tristan che soffrirà sia moralmente che fisicamente e diventerà diverso, più duro, più cattivo. Ma l’amore di Doralice è grande, puro e vero.

Questo romanzo è scritto benissimo, le vicende descritte sono molto avvincenti e basate su fatti veri. Personaggi interessanti, soprattutto le donne, che recitano una parte importante perché sono molto forti e determinate. Amano ma non si lasciano manipolare.
Si tratta di un romanzo storico dove la damigella non appare la tipica figura insulsa di quei tempi e la vicenda non è dominata dal cavaliere, con il castello e infine il cattivo.
Questa storia merita di essere letta e assaporata, perché Doralice e Tristan vivono un amore che va oltre ogni cosa e oltre il tempo, rimanendo immutato.
Non mi resta altro da dire, se non che… Dovete correre a leggerlo



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