[Recensione] Twilight di Stephenie Meyer

Creato il 12 novembre 2011 da Queenseptienna @queenseptienna

Titolo: Twilight
Autore: Stephenie Meyer
Genere: Paranormal romance
ISBN: 978-8-864-11298-5
Prezzo: 13€
Numero pagine: 412

Salve, Scrittevoli lettori dell’era post-attacco/nuova skin, qui è il vostro reduce Ewan con una nuova recensione tutta per voi.E, sì, questa volta c’è da avere paura.

Come quasi tutti i bambini – per lo meno quelli sociopatici, gli altri non so – la mia fascinazione per la figura del vampiro è cominciata più o meno ai tempi dell’asilo. Il vampiro, nella mia immaginazione, più che il conte Dracula di Bela Lugosi, era fisicamente simile a quello di Scuola di mostri, uno dei miei film preferiti di allora. In ogni caso si trattava di una creatura estremamente potente, che tutti, perfino le altre entità soprannaturali veneravano e consideravano il loro signore. Un mostro caratterizzato da regole ben precise: intolleranza assoluta alla luce del sole, all’aglio, all’argento, ai simboli religiosi, che si nutre esclusivamente di sangue di vergine e che può essere ucciso solo quando il cuore gli viene trapassato con un paletto di frassino. Questo è il vampiro. Lo era quando avevo cinque anni e lo è anche adesso.

O no?

Nel corso degli anni, infatti, è emerso un genere letterario, mutuato dalla narrativa sentimentale e dal romanzo gotico, che viene comunemente chiamato paranormal romance e che, oggi come oggi, gode di enorme popolarità. Si può dire che tutto ebbe inizio con La straniera di Diana Gabaldon, nel romanzo era presente sia l’elemento romantico/sentimentale, sia l’elemento fantastico/paranormale. In questo caso si trattava di un’infermiera che viaggiava indietro nel tempo dal 1945 fino alla Scozia del Settecento. Qualche mese dopo, Lisa Jane Smith pubblica la trilogia I diari del vampiro, e qui si apre il vaso di Pandora.

Ma, chevvelodico a fare, la più popolare aggiunta al canone dei paranormal romance rimane Twilight, romanzo del 2005 scritto da Stephenie Meyer. Ecco, è con Twilight che il vampire in love diventa un tema portante della narrativa fantastica per ragazzi, o young adults, ed è sempre con Twilight che la figura del vampiro che ho sempre amato è stata snaturata in tutto e per tutto.

Una doverosa premessa prima di cominciare con la reccy vera e propria: so benissimo che Twilight fa schifo, e leggendolo non ho potuto fare a meno di toccare con mano cotanta scrittevole inettitudine. Ma ho deciso di non impostare la recensione come un lungo rant sulla capraggine di Stephenie Meyer e sullo scoramento che mi provoca chi dice “Twilight è bellixxxximo!!!!111 Edduccio may lov!!!1”, è già stato fatto e meglio di quanto potrei mai fare io (a titolo d’esempio basti guardare la recensione di Sakura87 per La Stamberga dei Lettori e quella di Gamberetta). La mia reccy ha un solo scopo: è al 100% for teh lulz!

E con ciò, che la follia abbia inizio.

La struggente trama

Il romanzo comincia con Bella che fa la struggente Mary Sue, nella fattispecie, si lamenta perché, per amore della sua mammina, è stata costretta a trasferirsi dal padre a Forks, minuscola cittadina del nordovest degli Stati Uniti. Per quale motivo questo trasferimento? Perché la madre si è risposata con un giocatore di baseball semiprofessionista che sta cercando un contratto e Bella, in un enorme gesto di nobiltà d’animo e purezza di cuore, si fa da parte perché vuoleH soloH che sianoH feliciH insieme! Per cui sì, Bella è una maestra dei sensi di colpa e dei comportamenti passivo-aggressivi. Questo ci tornerà utile in seguito. Per ora vi basti sapere che il trasferimento a Forks le pesa tantissimo, è un piagnisteo unico, neanche le avessero ammazzato il cane.

Si lamenta perché il tempo fa schifo – Forks è una delle città più piovose degli USA, e non solo perché Bella ha lo schifosissimo vizio di piangere una media di tre volte per capitolo – e perché non avrà il suo bagno personale in casa. Sono problemi. Per blandirla, Charlie, suo padre, le annuncia che le ha regalato un vecchissimo pick-up, acquistato a un prezzo di favore da un vecchio amico di famiglia, Billy Black, che è rimasto paralizzato e che ora non può più guidare.

La scena si svolge più o meno così:

«Ti ho preso un pick-up.»
«Davvero? »
«Sì. È un po’ vecchio ma funziona. Billy Black, mio amico da tantissimo tempo e che conoscevi anche tu quando eri piccola è rimasto paralizzato ed è stato costretto a venderlo. »
«Fico, quanto vecchio è di preciso? »

Per cui, sì, Bella, la nostra eroina, mi sta già sulle palle prima della fine del capitolo 1. Penso sia un nuovo record.

Dopo le lagnanze dell’arrivo, Bella McMarysue va a scuola e qui la sensazione di stare leggendo una brutta fan fiction aumenta. Presente le fyccine in cui tutti sono palesemente cortesi eppure la struggente eroina disprezza tutto e tutti neanche le stessero lanciando cucchiaiate di merda? Ecco, il primo giorno di scuola di Bella McMarysue è esattamente così.

E, oh, no, c’è perfino un orribile secchione che ha l’ardire di salutarla, accoglierla, essere gentile con lei e mostrarle la strada per la classe. Povera dolce e incompresa Bella McMarysue, Forks è così crudele con lei!

Nonostante tutto, ogni studente sembra stravedere per lei e vuole a tutti i costi esserle amico. Pidocchiosi provinciali. Così, Bella McMarysue già dal primo giorno in mensa siede al tavolo dei fighi, anche se a lei tutte queste attenzioni non piacciono proprio. Durante il pranzo, la nostra eroina adocchia i vampiri, che ovviamente non sospetta essere tali. Sono solo cinque tizi pallidi che sembrano provenire direttamente da un catalogo di Abercrombie e Fitch, che siedono in mensa senza mangiare e che non parlano con nessuno all’esterno del loro piccolo gruppo. E nella comunità questo non desta il minimo sospetto?

Orribili creature blasfeme! Andate via, demoni!

Ma torniamo alle lezioni – che Bella, per inciso, non ha bisogno di seguire, perché a Phoenix quelle cose le ha già studiate. Stupidi provinciali trogloditi. A biologia, Bella McMarysue scopre di essere la vicina di banco nientepopodimenoche del capo modello di Abercrombie, Edward. Istantaneamente, le sale l’ormone, e poco importa che il tizio fykissimo abbia gli occhi completamente neri, no, questo particolare non la scuote minimamente. A bionda, non è mica tanto normale, sai? Comunque, Abercrombie le manda occhiatacce cariche di odio. Scommetto che è geloso della sua french manicure.

Dopo la lezione di bio, Bella McMarysue incontra un altro ragazzo di nome Mike che si offre di accompagnarla in palestra, e siccome Mike non è un secchione ed è carino, Bella McMarysue non ci vede niente di molesto o socialmente inaccettabile, questa volta, e accetta di buon grado.

Morale della favola, l’unica persona in tutta Forks che non ha accolto Bella McMarysue a braccia aperte e levandole inni di lode è proprio Abercrombie, che, guarda caso, è anche l’unico che a lei interessi davvero. Notare che i due non si sono MAI scambiati nemmeno una parola, a questo punto della storia.

Passano i giorni, gli amici di bella sono sempre più asfissianti con la loro adorazione e il loro costante volerla inserire nell’ambiente, mentre Abercrombie è sempre più gnokko, ed ecco che giungiamo alla notissima scena dell’incidente. Oh, mamma, ilarità a palate.

In sostanza, Abercrombie salva Bella McMarysue da un pick-up impazzito che, se avesse fatto centro, sarebbe stato considerato un eroe della storia moderna. Dopo l’eroico salvataggio, sempre Abercrombie la supplica di non rivelare a nessuno il modo in cui l’ha salvata (ossia facendole scudo col proprio corpo e uscendone illeso), Bella McMarysue viene portata all’ospedale e il suo solo pensiero è: “OMG sembro scema col collarino!!!!!!” Tesoro, sembri scema anche senza.

Dopo l’incidente, Abercrombie comincia a ignorare Bella McMarysue, e la sua vita già struggente di per sé diventa ancora più oscura. Ma ecco che spunta una nuova complicazione! Il ballo scolastico! Indovinate chi vorrebbe andare al ballo con Bella? Esatto, TUTTI I MASCHI DI FORKS. Bella, però, non vuole saperne, perché lei è goffa, povera stella. In effetti Bella ci ripete ogni tre per due quanto la sua goffaggine la renda imperfetta, ma in realtà la rende solo adorabilmente imperfetta, visto che non soffre mai le conseguenze negative.

Così a random Abercrombie ricomincia a parlare con Bella, perché sennò il libro sarebbe una palla addirittura peggiore, e lei, scocciata, gli risponde in tono “involontariamente petulante”. Come se il tono involontariamente petulante non fosse il suo tono abituale. Comunque, Abercrombie le dice che è meglio che non diventino amici, lei gli risponde che oramai è troppo tardi e il mio cervello implode perché, no, Bella, voi non eravate amici, vi sarete parlati sì e no tre volte e il resto del tempo tu lo stalkeravi e basta.

Quest’ultima struggente conversazione tra i due ha un esito imprevisto: ora infatti Abercrombie e Bella McMarysue si odiano a vicenda perché lei pensa che lui avrebbe preferito che fosse morta nell’incidente e lui pensa che lei dovrebbe rivelargli il nome del suo parrucchiere. La situazione sembra a un punto di stallo, ma tanto lo sappiamo tutti che torneranno a parlarsi tra quattro pagine. Lui è troppo bello per tenergli il broncio e Bella… beh, lei è troppo scema.

Difatti, tempo le fatidiche quattro pagine, giusto per dare spazio a varie scene di Bella che rifiuta con sdegno sedicimila proposte per il ballo da altrettanti compagni di scuola, Bella McMarysue e Abercrombie passano dall’astio reciproco al punzecchiarsi a vicenda, e il fatto che Abercrombie sia l’unica persona in tutta Forks che non tratta Bella come la principessa che è ce la dice lunga su come si evolverà la situazione. Spoiler alert: si mettono insieme.

Bella, per non essere costretta ad andare al ballo con quei pezzenti dei suoi compagni di scuola, si inventa la balla che proprio quel giorno aveva in programma una visita a Seattle per comprare dei libri (perché lei legge solo Grandi Classici della Letteratura Europea e la biblioteca di Paesanottolandia è drammaticamente sfornita di testi di suo gradimento). Cosa fa a questo punto Abercrombie? Si offre di accompagnarla a Seattle. Quindi ora sono più o meno amici.

«Oh, Edward, vorrei esserti amica per meglio reprimere la mia sessualità adolescenziale. »
«Non possiamo, Bella, io sono pericoloso per te. »
«Significa che non vuoi essere mio amico? »
«Non è che non voglio esserti amico, è che sarebbe più sicuro per te se non lo fossi. Ma non posso non essere tuo amico: come tutto il resto dei personaggi di questo libro, ho istantaneamente sentito nei tuoi confronti un’attrazione che sconfina nell’isteria di massa. »
«Quindi mi stai offrendo la tua amicizia e nello stesso tempo stai consapevolmente mettendo a rischio la mia sicurezza, nonché sfidando le convenzioni sociali?»
«Esatto.»
«Sono tutta eccitata…»

Ok, si è capito che sono amici, ma tanto è chiaro come il sole che Bella McMarysue vuole essere amica di Abercrombie solo perché lui è vagamente figo, anche se non tanto quanto suo fratello, che sembra essere uscito da un catalogo di Dolce & Gabbana Underwear.

Oh, dei del cielo! Non altri disgustosi vampiri!

È proprio il sapore del proibito, dell’amare qualcosa che sa essere pericoloso a stuzzicare la fantasia di Bella, ma il punto è che Edward Cullen, pur essendo un vampiro, è quanto di meno pericoloso possa esistere. La Meyer, nel suo sforzo di rendersi appetibile alle fasce demografiche più giovani, si è data davvero tanto da fare nel creare dei vampiri politically correct fino a snaturare del tutto il personaggio topico. Edward continua a ripetere che Bella dovrebbe temerlo, ma per quale strapigna di motivo? I Cullen non mordono umani, non si nutrono di sangue di vergine, non sono in grado di incantare le persone, non asservono al loro volere gli umani, perché dovrebbe temerlo? Il massimo del pericolo che Edward potrebbe costituire per Bella è che entrambi indossino lo stesso abito scollato di Donna Karan al ballo di fine anno.

Comunque, Bella si ricorda che anche gli insulsi paesanotti hanno bisogno di bearsi della sua luce riflessa e acconsente con grande magnanimità d’animo a fare una gita in spiaggia con loro. Pensate, c’è addirittura Lauren, la Terribile Stronza, che sembra nutrire astio nei confronti di Bella McMarysue. Sicuramente perché è gelosa di lei. Dopotutto la nostra amata Bella non sia azzarderebbe mai a trattare i suoi “amici” come pezze da piedi, con sufficienza e distacco, addirittura ignorandoli o non prestando loro attenzione quando parlano perché è troppo presa a farsi i film su Abercrombie. No, affatto, è tutta invidia. W Bella!

Durante la gita in spiaggia, Bella McMarysue incontra Jacob Black, suo amico d’infanzia nonché padre del tizio paralitico da cui suo padre Charlie ha comprato il pick-up, che però non la degna di uno sguardo e la tratta con condiscendenza, come se la sua presenza nella riserva gli desse un enorme fastidio… No, scherzo, ovviamente si accorge della struggentissima Bella e stravede subito per lei. Ma esiste qualcuno a Forks che non l’abbia notata e subito amata come sia ama solo una dea? E, se sì, posso leggere un libro su di lui?

Così, i due parlottano un po’, notevole la sensibilità di lei che non menziona mai la paralisi del padre di Jacob, poi Bella McMarysue decide di… sedurre il giovane Jacob Black per estorcergli informazioni su Abercrombi e e il resto di D&G Underwear. Non so perché mi scandalizzi, del resto è un comportamento perfettamente razionale, nient’affatto da manipolatori maniaci. Jacob, essendo un quindicenne palestrato che passa la sua vita a contatto solo con altri ragazzi nerboruti quanto lui, ci casca in un petosecondo e così Bella scopre che i Cullen sono in effetti vampiri e che il nonno di Jacob ha vietato loro l’accesso alla riserva, un divieto che i Cullen rispettano perché la trama dice così. Io già lo sapevo, comunque, ma la mia reazione è stata lo stesso quella di mettermi a ridere. Bella McMarysue, invece, è serissima quando un quindicenne palestrato in preda agli ormoni della pubertà le parla di licantropi e vampiri. Non può non essere la verità, no?

Qualche giorno dopo, Bella va a fare shopping con le paesanotte che hanno l’onore di fregiarsi della sua amicizia (ma non della sua considerazione) e, oh boy, ecco una scena che non si vede spesso nelle fyccine di bassa lega: la tentata aggressione sessuale ai danni della Mary Sue! Ma, che sorpresona, dal niente spunta Abercrombie che la salva. E a questo punto non so chi tra i due sia più inquietante: lei che pensa praticamente solo a lui o lui che la segue. Staaaaaaaalker!

Abercrombie porta la damsel in distress a cenare per riprendersi dallo shock (lei già non ci pensa più, in realtà, visto che ha occhi solo per i suoi pettorali scultorei) e Bella gli rivela ciò che pensa di aver scoperto su di lui. Abercrombie non conferma, ma nemmeno nega.

Ora, un piccolo inciso sulla consequenzialità logica della storia dei Cullen. Ma se il nonno di Jacob conosce la famiglia di Abercrombie e sa che sono vampiri, perché il resto di Forks no? E poi come funziona la storia di loro che si sono appena trasferiti dall’Alaska se vivevano a Forks già ai tempi del nonno di Jacob? Nessun’altro a parte gli indiani della riserva si ricorda di loro? Perché? Explain, Twilight, Explain!

Tra le righe, insomma, Abercrombie ammette finalmente di essere un vampiro. Sì, in pratica in due mesi la struggente Bella McMarysue riesce a scoprire quello che gli abitanti di Forks non hanno sospettato in due anni interi. Ma Abercrombie è un vampiro di quelli buoni perché non beve sangue umano ma solo quello di animali. Vi immaginate se Bella fosse stata un’attivista del PETA quanto sarebbe stato diverso (e potenzialmente awesome) il romanzo?

Arriviamo dunque al giorno del ballo di primavera, quello a cui Bella non voleva assolutamente partecipare nonostante mezzo mondo si fosse offerto come suo cavaliere. Invece di andare a Seattle, come previsto, Bella McMarysue mente a suo padre e a tutti i suoi amici al solo scopo di restare sola con Abercrombie, anche se non ha alcun motivo plausibile per farlo (mentire, intendo), lo fa solo per il gusto del proibito che, si è capito, è l’unica cosa che la eccita.

Così, Abercrombie porta Bella McMarysue nel fitto del bosco, presumibilmente per stuprarla e nasconderne il cadavere, ed ecco la scena che tutti stavamo aspettando: Edward luccica!

Sì, Buffy, ti capisco...

Tra l’altro, se volevate un campione della pessima scrittura della Meyer, eccovelo:

Alla luce del sole Edward era sconvolgente. Non riuscii ad abituarmici; eppure non gli tolsi gli occhi di dosso per tutto il pomeriggio. La sua pelle, bianca nonostante il debole colorito acquistato dopo la battuta di caccia del giorno precedente, era scintillante, come ricoperta di piccoli diamanti. Se ne stava perfettamente immobile nell’erba, con la camicia aperta sul petto iridescente e scolpito, le braccia nude e sfavillanti. Le palpebre, pallide e luminose, erano chiuse, ma ovviamente non dormiva. Una statua perfetta, sbozzata in una pietra sconosciuta, liscia come il marmo, lucente come il cristallo.

Ok, quindi Abercrombie luccica. E cosa chiede, primissima cosa, a Bella McMarysue? Se la spaventa. Gioia, io ho una fantasia abbastanza vivida, ma non riesco a immaginare niente di meno spaventoso del glitter. A parte, forse, i coniglietti.

Dopo il siparietto luccichevole, Abercrombie comincia a spiegare a Bella un po’ della sua natura e del perché sia così attratto da lei. Paragona il suo desidero di bere il sangue di Bella per quello di un eroinomane per la sua droga preferita (educativo!) e le rivela che per un pelo non le è saltata addosso la prima volta che l’ha incontrata a lezione di biologia. No, un momento. Quella volta Abercrombie guardava Bella con occhi carichi d’odio. Non retconnettere all’interno dello stesso libro, Meyer, l’odio non è esattamente un’emozione associata al desiderio.

Va bene, prendiamola per buona lo stesso. Ma solo per sfinimento. Già perché il capitolo del bosco dura un’infinità ed è noiosissimo pur dovendo essere qualcosa di romantico, con la scenda del primo bacio e cicci ciacci. È tutto tirato per le lunghe con concetti già ripetuti almeno altre cento volte. Tanto è vero che se si rimuovessero tutte le struggenti ripetizioni, di Twilight non rimarrebbe che:

Arrivo a Forks. Tutti provinciali. Uh, un figo, sembra una statua di marmo. Me lo farei. Oh, no, un furgone! Figo mi salva. Figo paranormale. Ancora più eccitata. Figo mi porta nel bosco. «Ti amo.» «Sono pericoloso.» «Non mi importa, ti amo.» «Sono un vampiro.» «Non mi importa, ti amo.» «Ogni tanto mi vesto da donna.» «Non mi importa ti… EH?»

Ok, scusate, quella sarebbe un versione moooolto più interessante. Il fatto è che siamo oltre la metà del libro e non si è vista NEANCHE L’OMBRA DI UN CONFLITTO.

Vabbè. Di ritorno a Forks, Abercrombie racconta a Bella la storia di come è diventato vampiro nella Chicago dei primi del Novecento, durante l’epidemia di spagnola. Edward stava per soccombere alla malattia come il resto della sua famiglia quando Carlisle, che già allora era un dottore gnokko, lo ha vampirizzato per salvargli la vita. Le vere motivazioni Abercrombie non le spiega, ma a me piace pensare che ci fosse sotto una torbida attrazione sessuale.

Arrivati alla struggente abitazione di Bella McMarysue, Abercrombie si lascia andare ad altre confessioni che forse era meglio se si teneva per sé, tipo che è solito trascorrere ogni sua notte a osservare Bella che dorme. Oh, che romantico. Anzi, no, non è romantico, è inquietante. Chiama la polizia.

Che poi, è solo la mia immaginazione raccapricciante o è assai probabile che, dato che Abercrombie spia Bella tutte le notti per tutta a notte, l’abbia anche sentita, tipo, scoreggiare nel sonno? Che romanticheria!

Boh, sarò io che sono troppo conservatore, ma a Bella McMarysue ‘sta cosa di essere spiata costantemente da Abercrombie attizza parecchio, e infatti… OMMIODDIO lo invita a sdraiarsi nel letto con lei e, tra detti e (molti) non detti parlano perfino di sesso. Ma, gente, mi preme di ricordare che si sono scambiati a malapena un bacio poche ore prima e già Bella McMarysue vuole passare al manuale “Cafuddare con un vampiro in 10 semplici passi”…

Vabbè, ovviamente questo è un libro per giovani fanciulle e quindi il sesso è verboten. Bella e Abercrombie trascorrono una romantica serata a cullarsi l’una nelle braccia dell’altro e, quando Bella si risveglia il mattino dopo, scopre che il suo stalker personale la sta ancora fissando. Brrrr. Dopo qualche altra smanceria totalmente pointless ma che scalda i cuori delle teenager lettrici, Abercrombie DECIDE che è arrivato il tempo che 1) Bella faccia colazione e 2) Bella conosca il resto del clan Dolce & Gabbana Underwear. L’enfasi l’ho messa apposta perché, fateci caso, nel corso del romanzo è sempre Edward che decide, Bella è talmente presa da lui da esserne del tutto succube, annientando la sua già scarsa personalità.

Dai Cullen, ovviamente, tutti amano Bella e le fanno un sacco di complimenti, evviva, tutti la amano, sai che novità. Unica cosa degna di nota, Alice Cullen, la vampira precognitiva (e gnocca), avverte il resto del clan che ha visto l’arrivo di altri vampiri, che però sono vampiri seri e non la reinterpretazione che Elton John farebbe di un vampiro. Che si stia per assistere al benedetto conflitto che latita da più di tre quarti del romanzo? Lo scopriremo dopo una serie di digressioni sulla storia di Carlisle Cullen, alias Dottor Bollore. Roba fondamentale per la storia o ho solo sprecato dieci minuti della mia vita che nessuno mi darà più indietro? La domanda è più che altro retorica, visto che sto leggendo Twilight.

Fun fact: il titolo originale di Twilight doveva essere “Tre ore della tua vita che nessuno ti ridarà più indietro”.

Comunque, l’ennesima sessione di pimici-pomici-pù dei nostri struggenti eroi viene interrotta dal resto dei Cullen, perché Emmett vuole organizzare una partita di baseball. Ora, sono solo io a trovare l’idea di cinque vampiri centenari che giocano a baseball la cosa più idiota dell’intero libro? Ma perfino peggio di fatina Edward che luccica e scoreggia polvere di fata? Perfino più aberrante del fatto che non si sia visto un solo canino in un romanzo che parla di vampiri? Boh, sarò solo io…

Prima della partita, Abercrombie porta Bella a casa e lì i due si imbattono in Jacob e Billy. I due struggenti eroi si separano con la promessa di rivedersi al tramonto e Bella affronta i Black. Billy la mette in guardia sui Cullen e Bella è oltraggiata. Come osa, quella vecchia malelingua la cui famiglia si è scontrata per generazioni con i Cullen a nutrire riserve nei loro confronti? Pettegolo che non è altro! Oltraggiamoci tutti.

Liberatasi dai Black, Bella si reca con i Cullen nel bosco per assistere alla partita di baseball, durante la quale Alice, che aveva previsto l’arrivo degli altri vampiri qualche ora prima, si accorge che… il rumore di loro che giocano ha in effetti attirato i vampiri, difatti autoavverando la previsione. Ma dai.

Quindi arrivano tre nuovi vampiri, hanno l’aspetto di dei vagabondi e sanno di selvatico. Da cosa si capisce che sono cattivi? Non sono gnokki.

E quando una leggera brezza che sposta l’odore di Bella in direzione dei nuovi arrivati, i vampiri kattivi si rendono conto che la nostra amata eroina è un’umana e, meraviglia delle meraviglie, dopo sole trecento e passa pagine, compaiono le zanne di un vampiro.

E siccome nessuno perde la testa per Bella da più di trenta pagine, e questo è imperdonabile, James, il capo dei vampiri cattivi, decide che vuole Bella con tutto sé stesso. A portare in salvo la struggente Mary Sue arriva come al solito Abercrombie, che vuole portarla lontano da Forks. Bella pensa che il suo piano sia stupido e se ne esce con uno ancora più stupido: dirà a suo padre che si è rotta di Forks e che vuole tornare a Phoenix. Nella casa in cui non c’è nessuno. In piena notte. Da sola. Così, di punto in bianco. Non funzionerà mai.

Vero?

Ma manco per idea! Apparentemente, quel beota di Charlie trova perfettamente razionale acconsentire che sua figlia se ne torni da sola a Phoenix in piena notte e la lascia andare. Niente battuta. Vorrei riuscirmi a inventare qualcosa, ma l’idiozia di questa situazione ha inibito la mia ghiandola del sarcasmo.

Il clan Dolce & Gabbana Underwear si separa e mentre Abercrombie e il Dottor Bollore fanno una cosa maschia e vanno all’inseguimento di James, Bella McMarysue scappa in compagnia di Jasper e Alice. Il piano sembra – inspiegabilmente – funzionare, quando Bella riceve una telefonata da sua madre che, sembra, è stata rapita niente meno che da James. Oh, no, le sono così affezionato, visto che è apparsa il tempo di due paragrafi nel primo capitolo e anche lì la sua presenza era sommersa dai piagnistei di Bella! Spero che non le succeda nulla.

Avendo rapito la signora McMarysue, James ricatta Bella costringendola a lasciare la protezione di Jasper e Alice. Bella accetta senza riserve, visto che ama fare quello che gli altri le ordinano di fare e visto che due vampiri forti come Jasper e Alice sicuramente non le sarebbero di alcun aiuto.

Quindi, Bella si separa da Alice e Jasper e segue le istruzioni di James, che la conducono alla sua vecchia scuola di danza – un luogo che anche Alice aveva visto in una sua precognizione. James conosce quel posto perché… la trama dice così. Una volta lì, sorpresa sorpresa, scopriamo che il vampiro non-gnokko-quindi-cattivo non ha rapito affatto la signora McMarysue, ma ha usato nella finta telefonata a Bella delle vecchie registrazioni della sua voce prese da un video di cui James è entrato in possesso ancora una volta perché la trama dice così.

Arrivati al confronto finale , James dice a Bella che è affascinato da lei perché la ritiene priva di egoismo. LOL, è un bene che non sia in grado di leggerle la mente come ha fatto il lettore per tutto il tempo. Comunque, nonostante adori e veneri bella (e chi non l’adora, accipigna?!) le sue motivazioni sono ben diverse. James, arrivato per caso a Forks, vuole uccidere Bella perché – reggetevi forte – una volta voleva mangiare un’umana ma poi qualcuno l’ha vampirizzata trasformandola nel vampiro che ora si chiama Alice Cullen. BOOOOM!! E con questa rivelazione il libro rinuncia definitivamente ad avere un minimo di coerenza logica.

Va bene, le motivazioni del main villain che compare a cinquanta pagine dalla fine del libro sono stupide come un cane a una conferenza di astrofisica (cit.), ma per lo meno possiamo goderci un epico scontro finale all’apparenza impossibile tra una fragile umana determinata a sopravvivere e un potentissimo vampiro che non ha niente da… oh, fa niente, Bella McMarysue sviene e nel nuovo capitolo è sana e salva grazie ai Cullen. Davvero libro? È così che vuoi giocartela?

Tiriamo gli ultimi fili, in ospedale Bella chiede ad Abercrombie di vampirizzarla, ma Abercrombie è restio e le spiega che quando il Dottor Bollore ha vampirizzato lui, si trovava prossimo alla morte e, essendo tutta la sua famiglia già morta a causa della spagnola, non abbandonava niente che valesse la pena. Al che Bella, con vita sociale, madre e padre in buona salute, gli dice che per lei non c’è niente di importante a parte Abercrombie. Ecco, questo è un po’ il succo del personaggio: Bella è una figura femminile che esiste solo in funzione dell’amato e che molte tredicenni decerebrate prendono come un modello di comportameno. Agghiacciante.

Epilogo: Abercrombie in smoking e Bella McMarysue in abito da sera si preparano per un appuntamento. Dove andranno mai? si chiede Bella. Al ballo, risponde il lettore che è riuscito a conservare integre le sue facoltà cerebrali anche dopo le minchiate del climax. No, sul serio, Edward, dove mi stai portando? si domanda ancora una volta Bella. Al ballo, cretina, risponde il lettore ormai esasperato. E dove vanno? Al ballo. Uuuuuh, che cosa inaspettata.

E fu così che, grazie ad Abercrombie del clan Dolce & Gabbana Underwear, Bella McMarysue riuscì a superare la sua atavica paura del ballo e vissero tutti felici e struggenti.

Tranne Jacob Black che, anche quella sera, si ammazzò di pugnette. Ma avrà tempo di rifarsi, Masturbino, nell’eccitante (e sicuramente struggente) sequel New Moon!

Le struggenti conclusioni

Se partiamo dalla premessa che Twilight non è un romanzo, ma la risposta alla domanda: cosa produrrebbero cento scimmie che battono a caso i tasti di cento macchine da scrivere per cento anni, le conclusioni si traggono da sé. Volete che le tragga da solo lo stesso? Dopo le oltre 4000 parole di recensione che avete appena letto? Mi volete proprio male, eh…

Dunque, Twilight è un paranormal romance. Come dicevo nell’intro, i romanzi di questo genere sono caratterizzati dall’unione di due elementi: quello fantastico e quello romantico. Twilight riesce a fare schifo in entrambi.

Partiamo con la parte paranormal. I vampiri della Meyer fanno pena. Ogni volta che un nuovo vampiro veniva introdotto nel libro, sentivo distintamente il rumore di un coniglietto che piangeva. Come ho detto da qualche parte sopra, quelli della Meyer non sono veri vampiri, ma più che altro l’imitazione che Elton John farebbe di un vampiro. I Cullen non sono temibili eppure, per qualche misteriosa ragione, Edward non fa che ripetere a Bella che lui è pericoloso. Contento lui…

La figura mitologica del vampiro qui non è nemmeno reinventata. È proprio stuprata, piegata in maniera innaturale al solo scopo di farlo combaciare coi margini della storia d’amore.

La storia d’amore, appunto. Fa schifo anche quella. È scontata fin dal principio e, peggio del peggio, imposta dall’alto come un dato di fatto e non come una situazione psicologica in divenire. Bella non è attratta da Edward, ne è ossessionata. Viceversa, Edward sta con Bella solo perché ha un buon odore. Com’è romantico tutto ciò…

Ma vogliamo leggere il tutto in chiave metaforica? Con il vampiro che rappresenta la sessualità? No, vi prego. Se mi mettessi a reinterpretare tutti i riferimenti alla pericolosità di Edward in questa chiave ne uscirebbe un quadro ancora più sconvolgente.

La love story è dunque stupida, irritante, noiosa e descritta malissimo, ma la parte che dovrebbe essere action, in cui finalmente succede qualcosa e l’azione è spinta da un benedetto conflitto anziché dagli ormoni di Bella, invece di essere il punto in cui il libro si risolleva, diventa quello in cui la merda colpisce le pale di un ventilatore acceso. Le azioni dei protagonisti non hanno senso, sono illogiche e il finale è oltremodo deludente con Bella, passivissima, che sviene e che, ancora una volta, viene salvata dall’eroico Edward.

Io non ho niente contro le storie d’amore. Alcuni dei miei libri preferiti (uno su tutti La storia di Lisey di Stephen King, un vero e proprio capolavoro) sono impreziositi da storie d’amore bellissime e coinvolgenti anche per individui dal cuore arido come me. La questione non è il genere di Twilight, ma il fatto che la Meyer non sia assolutamente in grado di scrivere e che il libro, di conseguenza, sia una porcata totale.

Giuro, ho letto raramente un libro che facesse così schifo. Ma anche uno che fosse così involontariamente divertente. Bella non se ne rende conto, e nemmeno la Meyer, cosa ancora più grave, ma per un lettore non decerebrato il suo comportamento è talmente ridicolo che sembra di leggere una parodia dei romanzi d’amore piuttosto che qualcosa che voleva essere preso sul serio.

In ogni caso non mi sento affatto di consigliare Twilight, a meno che non siate masochisti. Sì, potrebbe divertirvi, ma è molto più probabile che vi annoi e finisca con l’irritarvi.

Voto finale


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