Ho almeno cinque bellissimi romanzi di cui scrivere la recensione e volevo parlarvi oggi di Dov’è finita Audrey? di Sophie Kinsella, ma ieri sera ho finito il volume numero due della serie After e la recensione è uscita talmente di getto da non poterci fare niente. Non me ne voglia chi lo ha amato, anzi, mi spieghi piuttosto il motivo perché davvero vorrei intavolare una discussione critica e non solamente dettata dai feels. Per chi invece non l’ha letto: ci sono spoiler e citazioni utilizzate per spiegare i punti che volevo evidenziare; chiudete la pagina o proseguite a vostro rischio e pericolo, insomma.
di Anna Todd
TITOLO ORIGINALE: After we collided
EDITORE: Sperling & Kupfer
TRADUTTRICE: Ilaria Katerinov
ANNO: 2015
PAGINE: 465
La serie After è così composta: #1 After (After) | #2 Un cuore in mille pezzi (After we collided) | #3 Come mondi lontani (After we fell) | #4 Anime perdute (After ever happy)
Dopo il loro incontro, niente è stato più come prima. Superato un inizio burrascoso, Tessa e Hardin sembravano sulla strada giusta per far funzionare le cose. Tessa si era ormai arresa al fatto che Hardin… è Hardin. Con il suo carattere, la sua rabbia. Ma anche simpatico, divertente, dolce – quando vuole – e dannatamente sexy. Eppure la rivelazione sulle origini della loro relazione ha lo stesso l’effetto di una bomba. Tessa è sconvolta, fuori di sé. La sua vita prima di lui era così semplice e chiara. Ora, dopo di lui, è solo… dopo. Chi è davvero Hardin? Il ragazzo di cui si è perdutamente innamorata nonostante tutto? O uno sconosciuto, un bugiardo fin dal principio? Vorrebbe allontanarsene. Ma non è così facile. Non con il ricordo delle sue braccia intorno a lei. Della sua pelle. Del suo tocco. Dei suoi baci affamati. E non è sicura di poter sopportare un’altra bugia, un’altra promessa non mantenuta. Per lui, ha messo tutta la sua vita tra parentesi – l’università, gli amici, il rapporto con sua madre, un ragazzo che l’amava sul serio, e forse anche una promettente carriera nell’editoria. Ora Tessa deve andare avanti. Con o senza di lui. Ma Hardin sa di aver commesso un errore, forse il più grande della sua vita, e non ha intenzione di arrendersi senza combattere. Saprà cambiare? Cambiare … per amore?
· Recensione ·
Sono masochista, in fatto di letture. Scorrendo la lista delle recensioni si può ben capire quanto mi piacciano quelle che mi lasciano a pezzi (e forse dovrei parlarne con qualcuno, direte voi a buona ragione) e al tempo stesso mi butti a capofitto su libri che già in partenza so che finirò per odiare a morte. After, credo sia inutile anche dirlo, è uno di questi ultimi. Insomma, non ho apprezzato praticamente nemmeno la punteggiatura del primo, come potrei averlo fatto col secondo che è addirittura peggiore? Ecco, quel che segue è una recensione brutta, negativa e tendenzialmente anche cattiva. Mi spiace per chi ama questa serie, ma non ne capisco il motivo, dal mero punto di vista letterario e qualitativo. Non discuto l’apprezzare cose che sono orribili e inutili (se solo sapeste quanto ami i programmi trash di RealTime & co. mi togliereste il saluto), ma proprio il suo essere definibile romanzo fatto e finito. Su quali basi? Secondo quale logica? Non quella che riguarda una qualità – oggettivamente mancante – ma semmai una che risponde solamente a scelte di marketing, a mio avviso. Ma vabbe’, facciamo che vi racconto quanto è orrido il suo contenuto, ok? Ricordate dove eravamo rimasti alla fine del primo capitolo? Tessa aveva brutalmente scoperto che Hardin l’aveva in sostanza portata a letto per scommessa, mostrando addirittura (dio, che schifo: come si può pensare cose del genere e giustificarle?) le lenzuola sporche del suo sangue e il preservativo usato quella sera ai suoi amici per riscuotere la vittoria. Raggiunto quest’apice di umiliazione, si penserebbe che non voglia mai più avere a che fare con quel ragazzo che probabilmente non l’amava abbastanza. E invece no! Sì, va bene, inizialmente – nei primi cinque capitoli o giù di lì – fa la ritrosa, grida, piange e si dibatte, incapace di comprendere come abbia potuto, domandandosi pure se l’abbia mai amata ma dopotutto bastano due scuse in croce per far sì che lo riaccetti nella sua vita. E nel suo letto. Di nuovo, ripetutamente, come se si divertisse a sbagliare e a esser presa a offese e ceffoni volanti.
Non lo so, davvero, cos’altro scrivere. Forse sono anche un po’ pessima nell’aver provato anche a leggere il secondo ben sapendo cosa ci avrei trovato dentro e un pochetto mi sento persino in colpa nel recensirlo in questo modo. Però poi penso che un book blogger è lì per dire la sua, anche quel parere che spesso e volentieri nel settore nessuno direbbe, e so che mi sentirei doppiamente in colpa nell’esser stata zitta visto cosa nascondono alcuni dei grandi successi editoriali del momento. Questa è merce scarsa, sbagliata e persino mal scritta (perché, voglio dire, almeno le ripetizioni e gli usi sbagliati di verbi possiamo evitarle): davvero di meglio non si può chiedere ai romanzi che leggiamo? Io dico di sì. E vi dico anche che questa serie la finirò e recensirò. Bastarda, tanto, ma testarda ancora di più.
1/5
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