Buongiorno
a tutti! Questa settimana mi sono dato alle recensioni e ai romanzi
brevi. Oggi, riflettori puntati su un'autrice criticatissima che, lo
scorso anno, aveva ambito al ruolo di mio Guilty Pleasure per
eccellenza, con le sue storie facili, innocue, giovani. Quest'anno,
mi sa, mi tocca trovarle un rimpiazzo. Suggerimenti? Sparate gli
autori più tamarri, grazie. Vi lascio, per oggi, con il mio commento, che
contiene spoiler sugli avvenimenti del primo libro. Ma li contiene
anche il titolo. E anche la copertina. Quindi niente. Un abbraccio,
M.
Avevi
ragione. Sei stato il mio primo e ultimo bacio.
Titolo:
Un disastro è per sempre
Autrice:
Jamie McGuire
Editore:
Garzanti
Prezzo:
€ 14,90
Numero
di pagine: 127
Sinossi:
Vuoi sposarmi?" Abby non ha
dubbi: è Travis l'uomo che vuole accanto a sé per tutta la vita.
Lui è l'unico in grado di leggerle dentro, l'unico a sapere cosa c'è
nel profondo della sua anima. "Sì." La risposta di Travis
viene direttamente dal suo cuore. Un cuore ferito. Un cuore che era
chiuso in una corazza impenetrabile finché non è arrivata lei,
Abby. Timida e silenziosa, ma la sua insicurezza nasconde in realtà
un grande coraggio. Qualcosa di speciale unisce Abby e Travis.
Qualcosa di intenso e indescrivibile. Ma lei sa bene che i guai non
sono mai troppo lontani con un ragazzo come Travis nei paraggi. Per
questo hanno davanti una sola scelta per realizzare il loro sogno:
volare a Las Vegas. Quando il fatidico momento si avvicina Abby e
Travis inaspettatamente sono nervosi. I loro dubbi si risvegliano
all'improvviso: sono giovani e si conoscono da pochi mesi. E
soprattutto, lui è il ragazzo sbagliato per eccellenza e lei una
ragazza in fuga da sé stessa e da un segreto difficile da
confessare. Eppure davanti all'altare, mano nella mano, occhi negli
occhi, non c'è più nulla da temere.
La recensione
“Il
mio augurio è che litighiate per poter stabilire chi dei due è più
bravo a perdonare.” Ops, I did it again. Come
direbbe Britney Spears, scuotendo sedere e codine bionde in uno
scenario da manga perverso. Mi avete beccato di nuovo, a
nemmeno un anno di distanza, con le mani nella marmellata... e con il
naso tra le pagine di un libro della McGuire. L'aggettivo nuovo è da
virgolettare. Come, com'è stato possibile. Cattive compagnie, noia,
solitudine da numero primo. E perché non affidarmi alle canne o al
porno, come fanno i tizi normali, santo cielo? Domanda lecita, la
vostra. Perché. Come ricorderete voi e gli avventori occasionali
incappati nel mio blog davanti al bel voto assegnato al libro più
chiacchierato dello scorso anno, gli Splendidi Disastri mi
avevano divertito. Rilassanti, romantici, innocui. Possibile causa
del femminicidio nel mondo – ok, la smetto di ridere -, io li avevo
letti per quel che erano. Né più, né meno. Un disastro è
per sempre perde l'aggettivo “splendido” e si concentra sul
lato meno “splendido” del primo romanzo. Quello che aveva fatto
storcere il naso a tutti, me compreso. Il matrimonio tra Pigeon e
Travis: spoiler degli spoiler! Ma se avete letto il titolo di questo
terzo libro, avrete sicuramente visto le fedi in bella mostra, giusto
sotto il primo piano di un lui e una lei – sempre gli stessi –
che ridono e fan cose da fidanzati:
abbracciarsi, scambiarsi saliva e
germi, evitare di mettere nel carrello una copia di L'amore
bugiardo. Troppo tardi. Per loro, di ripensare al loro grande sì;
per voi, di resettarvi. Ci siete arrivati, volendo o non. Poche cose
sono per sempre: il matrimonio, l'alopecia, l'alitosi, le unghie
incarnite. Sull'unghie incarnite non sono sicuro. Non faccio ricerche
su Google per evitare di imbattermi in immagini che potrebbero
togliermi il sonno e l'appetito. Cancellate quella quarta voce, su, e
sostituitela con Jamie McGuire. Jamie McGuire è per sempre. Nel
senso che non finirà mai, non che sarà ricordata doverosamente dai
posteri. Non finirà di scrivere le stesse storie, con gli stessi
protagonisti, gli stessi avvenimenti, gli stessi toni giovanili. Ha
congelato la storia che l'ha resa nota a livello internazionale e,
ogni tanto, apre il frigo costosissimo e strapieno che si ritroverà
e ne prende un pezzo. Scorte a vita di pizza surgelata e di surgelati
Abby e Travis Maddox. Il primo romanzo raccontava il loro
innamoramento, i loro tira e molla, la loro eterna promessa. Il
secondo raccontava il loro stesso innamoramento, i loro stessi tira e
molla, la loro stessa eterna promessa, ma da un punto di vista
maschile. Avevo riascoltato a cuor leggero e molto volentieri, lo
ammetto, un'altra traccia di quella sciocca canzone d'amore. Alla
radio, questo mese, ne è passata un'altra. La solita, ma con un
ritmo da marcia nuziale. Avete visto la valutazione finale, perché
avete visto la valutazione finale. Avete tirato un sospiro di
sollievo, perché avete tirato un sospiro di sollievo. Avete pensato
che ho visto la luce e che sono prodigiosamente rinsavito. Eppure non
è mica vero che Un disastro è per sempre l'ho detestato,
ehi: fa compagnia, è scorrevole, si legge. Ha quell'entusiasmo da
autore di fan fiction che fa una certa tenerezza. D'altronde, i
protagonisti sono diventati così famosi da meritarsene una tutta
loro, ormai. Peccato che questa sorta di fan fiction l'abbia firmata
la stessa Jamie McGuire: il confine tra intrattenere i fan e
“cantarsela e suonarsela” si fa labile, come quello tra il New
Adult e l'onesto Harmony da ombrellone. L'autrice avrebbe potuto fare
un sunto di queste 120 pagine, tagliare via un sospiro, un pianto, un
ripensamento, e inserire il poco che accade in questo libro
all'interno dei primi due. In comode rate mensili, magari. Del
resoconto del loro matrimonio a Las Vegas, invece, ha voluto fare una
novella, arrivata da noi come se fosse un romanzo a tutti gli
effetti. I quindici euro del prezzo di copertina, no?, sono gli
stessi pagati altre cento volte per una storia inedita, diversa, di
sicuro più interessante. Il font si fa per i non vedenti, i capitoli
sono brevi, spezzettati, a due voci. Ecco che quello che va negli
album, nelle foto ricordo, in lista nozze, finisce in un volumetto
unico. Loro non mi sono sembrati poi così carini, poi così
avventati. Anche il gesto di incontrarsi all'altare, dopo qualche
mese di convivenza forzata, ha trovato un perché vagamente più
razionale. Quel perché è opera di Abby, che mi è sembrata
manipolatrice, antipatica, melodrammatica. Ancora un volta, ancora di
più. La loro fuga d'amore è una fuga dalla notte in cui un incendio
arse un seminterrato e matricole innocenti. Tragedia che non mi era
sembrata tragedia, raccontata senza pathos, gravità, impegno. Mi era
importato di loro, non degli altri: insensibile io, vaga e frettolosa
la McGuire. In Un disastro è per sempre l'incendio, d'un
tratto, è diventato la seconda eruzione del Vesuvio. Lì dove poteva
essere profonda, lì dove poteva raccontare i sensi di colpa di
Travis e non il colore dei suoi occhi, si dà ai salti temporali e ai
voli pindarici.
Cede la patata bollente a Miss Simpatia che, in un
rigo, dice qualcosa come: “Travis, povero: aveva tanti, tanti sensi
di colpa” e stop. Il ragazzo bello e dannato, incubo tatuato per
mamme e padri di famiglia, diventa noioso. La sua dolce metà lo
tratta come un cane, lo tira per quel braccio che pare un guinzaglio.
Lui si limita a guardare i soffitti degli alberghi di lusso, a
sentirla sospirare al telefono, a essere un cane pazzo che insegue la
sua stessa coda. Un po' ebete. Hanno il sosia di Elvis alla
cerimonia, un donnone con un nome da torta come testimone di nozze,
addii al celibato tranquilissimi. Lei è bellissima in abito bianco e
tutta ingioiellata, lui attira gli sguardi di ogni milf con il suo
smoking grigio, la camicia senza cravatta e, tocco di classe, le
Converse ai piedi: apprezzo la scelta delle scarpe, davvero. Mi
conoscete. Altro che trasgressivi e diseducativi. Il matrimonio,
ancora prima di compiersi, li rende mansueti e assuefatti come Sandra
e Raimondo. In un capitolo, una prima notte di nozze che non osa
stramberie: standard - uno sotto, uno sopra. Qualche frase bellina
pronunciata ogni tanto, la visione di loro un anno dopo. Se non fosse
che costa troppo, per i curiosi, potrebbe essere una piacevole
lettura. Perché piacevole lo è, nulla da dichiarare. Sulla McGuire,
lo scorso anno, tra letture belle e letture brutte, era ricaduto il
ruolo di mio personale, semplice, segreto Guilty Pleasure – segreto
un corno, poi: l'ho recensita alla luce del sole e del blog, per ben
due volte. Questo suo racconto non mi è dispiaciuto, ma il prezzo
troppo elevato non me lo rende consigliabile senza riserve. C'è poco
da leggere, quasi niente da valutare. L'ho finito, però, con il
consueto sorriso – di superiorità, di spensieratezza. Senza la
tentazione di sposarmi ora e subito, di picchiare la gente in strada,
di farmi un tatuaggio, o – scempio, orrore, incubo! - di iscrivermi
in palestra.
Il
mio voto: ★★
Il
mio consiglio musicale: Bruno Mars – Marry You