RECENSIONE Al giorno d’oggi sono tante le donne che non riescono a trovare l’uomo giusto e decidono di dedicarsi totalmente al lavoro. Si innesca, cosi, un circolo vizioso: ci si butta nell’attività lavorativa, non trovando nessun appiglio per un seria vita sentimentale, ma pian piano gli impegni lavorativi si fanno cosi pressanti che non si ha neanche più il tempo di avere una vita privata. Da questa situazione parte anche Sam, la prima protagonista del libro di Lesley Lokko, “Un Perfetto Sconosciuto”. Quando, finalmente, si prende una meritata vacanza a Marrakesh, incontra l’uomo della sua vita. O meglio, quello che crede sia l’uomo della sua vita. Che gran fortuna aver trovato l’uomo perfetto senza aver dovuto faticare. Ma è davvero l’uomo perfetto o si tratta di un perfetto sconosciuto?
Mai come in questo caso il gioco di parole è doveroso. Sam vuole credere di aver trovato l’anima gemella e, nonostante l’infallibile (o quasi) intuizione femminile crei una zona d’ombra nel suo cuore, lei non vuole lasciarsi sviare da quella che potrebbe essere l’occasione di raggiungere la felicità. Già, perché noi donne, talvolta, siamo così prese dalla ricerca della persona con cui trascorrere la vita da lasciarci sfuggire dei dettagli non proprio indifferenti. Proprio questi particolari, insieme alla scelta di Sam, sono il motore della storia narrata con maestria da Lesley Lokko.
Il libro si apre su una terribile scena di violenza, che rimane avvolta nel mistero, per poi catapultarci nell’incontro tra Sam e Nick, con uno stacco netto che ci fa già intuire le ombre che aleggiano sulle protagoniste. L’azione si sposta, poi, sulle vite delle altre donne, anime di questo avvincente romanzo: Meaghan, Abby e Dani. Cosa le unisce? Come possono queste quattro vite, cosi diverse tra loro, avere qualcosa in comune?
Tutte e quattro subiscono una inesorabile evoluzione dall’inizio alla fine del romanzo ed il loro presente viene alternato, con il sapiente uso di flashback, al loro passato travagliato. A dire il vero, ognuna di loro, all’inizio del romanzo, ha già subito notevoli trasformazioni e ciò che noi vediamo non è che il risultato delle loro storie piene di ostacoli e vicissitudini. Sam è un brillante avvocato e una donna molto affascinante. Ma non è stata sempre cosi: in passato ha sofferto di un complesso di inferiorità nei confronti della sorella a causa del suo aspetto fisico e ha avuto un’adolescenza difficile proprio a causa di questi complessi. Meaghan è una donna felicemente sposata con un ufficiale, anche lei con una giovinezza travagliata alle spalle per colpa, stavolta, di un padre-padrone, il cui unico linguaggio era quello della violenza e della sopraffazione. Meaghan sfugge a questo ambiente chiuso ed ignorante per entrare in quello rigido e a tratti misogino dei militari. Nonostante ciò è una donna indipendente, che ha imparato fin da subito cosa vuol dire essere la moglie perfetta di un ufficiale. Abby è moglie e figlia di esponenti dell’esercito. Lei ha imparato fin da bambina il significato di decoro e dignità, dell’essere moglie e madre perfetta. Ha sacrificato tutto a questo ideale, annullandosi nella famiglia fino a sembrare una bellissima marionetta. Dani, invece, ha imparato troppo presto ciò che c’è di brutto e degradante nella vita. Nonostante ciò è riuscita a ricostruirsi una vita, impegnandosi nell’aiuto e nella protezione di donne che hanno subìto quello stesso trauma che tiene chiuso in fondo al cuore. Un sottile filo di amore, amicizia, tradimenti e rivalità lega queste figure di donne, con le loro fragilità e le loro paure.
La tensione del romanzo cresce fino al sorprendente e travolgente finale, che farà capire al lettore quanto la perfezione sia un concetto relativo e, spesso, di facciata. Non a caso questa parola è stata usata più volte nella presente recensione. Gli uomini descritti in questo libro non fanno figure particolarmente brillanti; sono causa dei dolori delle donne, impegnati nel loro lavoro, che conta più di qualunque altra cosa, e nel dimostrare sempre e comunque forza e virilità. Quasi che le loro donne siano appendici messe lì per facilitare loro la vita e la carriera, pronte a sottomettersi e ad inghiottire i rospi. Ottime, infine, le descrizioni dei luoghi, fondamentali in questo romanzo, e la descrizione della vita nelle basi militari, con tutto il suo bagaglio di necessità, situazioni scomode o pericolose, rigida disciplina e chiusura verso il mondo esterno.
Eccellente il lavoro di Lesley Lokko nel tenere le fila di tanti personaggi con storie molto complesse e uno stile ricco di descrizioni, aneddoti e dettagli, che costruiscono figure a tutto tondo e molto realistiche. Ben descritte anche le scene d’amore e di violenza, contrassegnate da un linguaggio realistico, mai scontato e da situazioni non banali e dense di sensazioni e parole evocative. Vi lascio con alcuni spunti di riflessione tratti proprio da “Un Perfetto Sconosciuto”: vale la pena dipendere da una persona? Soprattutto da un uomo? Si arriva mai a conoscere pienamente la persona che si ha vicino? O forse conta di più la propria dignità, anche di fronte all’amore (bene o mal riposto che sia)? Pensateci e leggete questo romanzo denso di temi e di emozioni.