Autore: Jamie McGuire
Editore: Garzanti
ISBN: 978-8811684442
Numero pagine: 335
Prezzo: € 14,90
Voto:
Trama: Camicetta immacolata, coda di cavallo, gonna al ginocchio. Abby Abernathy sembra la classica ragazza perbene, timida e studiosa. Ma in realtà Abby è una ragazza in fuga. In fuga dal suo passato, dalla sua famiglia, da un padre in cui ha smesso di credere. E ora che è arrivata alla Eastern University insieme alla sua migliore amica per il primo anno di università ha tutta l’intenzione di dimenticare la sua vecchia vita e ricominciare da capo. Travis Maddox di notte guida troppo veloce sulla sua moto, ha una ragazza diversa per ogni festa e attacca briga con molta facilità. C’è una definizione per quelli come lui: Travis è il ragazzo sbagliato per eccellenza. Abby lo capisce subito appena i suoi occhi incontrano quelli castani di lui e sente uno strano nodo allo stomaco: Travis rappresenta tutto ciò da cui ha solennemente giurato di stare lontana. Eppure Abby è assolutamente determinata a non farsi affascinare. Ma quando, a causa di una scommessa fatta per gioco, i due si ritrovano a dover convivere sotto lo stesso tetto per trenta giorni, Travis dimostra un’inaspettata mistura di dolcezza e passionalità. Solo lui è in grado di leggere fino in fondo all’anima tormentata di Abby e capire cosa si nasconde dietro i suoi silenzi e le sue improvvise malinconie. Solo lui è in grado di dare una casa al cuore sempre in fuga della ragazza. Ma Abby ha troppa paura di affidargli la chiave per il suo ultimo e più profondo segreto.
Recensione: La storia non brilla per originalità, ma è una questione su cui sono sempre disposta a sorvolare, quando si tratta di narrativa non di genere. Il problema è che per compensare una storia non originalissima serve comunque qualcosa, qualcosa che in questo romanzo proprio non sono riuscita a trovare, con tutta la buona volontà. Anzi, diciamo le cose come stanno: non ho trovato niente di buono.
Non avevo grandi aspettative nei confronti di questo libro, né ritengo che si debba leggere solo narrativa “impegnata”: questo per farvi capire che non ho letto Uno splendido disastro con l’intenzione di distruggerlo, pensavo seriamente che potesse essere un libro carino. E invece…
Partiamo dall’aspetto peggiore: i personaggi sono i più piatti e inutili che abbia mai visto. Nessuno ha personalità, tutti parlano allo stesso identico modo (addirittura Abby viene chiamata “zuccherino” da tre persone diverse che non hanno nulla a che fare l’una con l’altra), ognuno ricopre un ruolo e nulla di più: ci sono l’amica, il ragazzo dell’amica, il bravo ragazzo, l’ex ragazzo, i fratelli… Tutti senza un briciolo di personalità. Zero. I fratelli di Travis sono tutti uguali, tranne uno che si veste in maniera diversa (e sai che roba). Ognuno recita un copione per svolgere le azioni previste dall’autrice. In trecento e passa pagine non ho mai provato un briciolo di sorpresa, tutti si comportano esattamente non nel modo più sensato, ma in quello più banale. Tutte le azioni portano a conclusioni prestabilite, il più delle volte tali conclusioni prevedono che Travis spacchi il naso a qualcuno. O che Abby si ubriachi. O che Travis e Abby facciano sesso. UAU, CHE SUPER TRAMA. Tra l’altro ho trovato molto insipide anche le scene di sesso: ok che è un new adult e in quanto tale indirizzato a un pubblico abbastanza giovane, ma le scene erano quasi intercambiabili, visto che non succedeva mai niente di diverso.
Vi faccio un esempio dei personaggi con relativi ruoli:
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Il padre di Abby ha la funzione di far andare Abby a Las Vegas, una volta lì Travis prenderà a pugni un po’ di gente varia addestrata a uccidere (seriamente, un ragazzino che stende gli scagnozzi di un mafioso? Ma fatemi il piacere) e per motivi vari il loro rapporto andrà in crisi. Il padre di Abby non ricomparirà mai più;
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L’ex ragazzo di Abby compare a Las Vegas, le dice che essendo minorenne non può stare nel suo casinò a meno di non andare a cena con lui, e lei invece di alzare i tacchi e andare in un qualsiasi altro posto sulla Strip accetta il suo ricatto. Perché? Boh. Diciamo che al posto di Travis questa volta mi sarei incazzata anche io;
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Quelli che sfottono Abby hanno la funzione di farsi prendere a pugni per mostrare come Travis sia un vero uomo che protegge la sua amata (ma anche no);
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Parker è il classico bravo ragazzo inutile che l’autrice ha messo in mezzo per creare un inutile triangolo amoroso e per far risaltare la pazz-ehm, personalità forte e dominante di Travis;
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Il mafioso compare solo per mettere in crisi il rapporto tra i due protagonisti;
Poi ci sono gli individui senza una funzione ben definita (il che dovrebbe essere un bene) ma comunque patetici, tipo la compagna di stanza di Abby, un’entità che passa la propria vita in camera e che tratta sempre Abby con sufficienza per motivi non ben identificabili.
I personaggi secondari sono quindi i più inutili che si siano mai visti, ma parlando di protagonisti va anche peggio: Travis è un maledettissimo psicopatico stalker che dovrebbe essere denunciato. Davvero, è uno dei personaggi più creepy che abbia mai trovato. Prende a pugni chiunque, devasta il proprio appartamento, segue Abby e le impedisce di avere una vita, perché anche quando non stanno insieme minaccia/picchia tutti quelli che le si avvicinano. È un personaggio estremamente diseducativo. Non per il fatto di avere un sacco di rotelle fuori posto (adoro i personaggi psicopatici), ma perché viene mostrato come una persona normale. Parliamoci chiaro, non credo assolutamente che i libri debbano essere educativi, ma lasciar intendere che questo psicopatico sia normale e anzi, che sia un ragazzo da tenersi stretto, è decisamente troppo. Questo denota da una parte l’incapacità dell’autrice (la storia è irrealistica, tutti si relazionano con Travis come se fosse una persona normale quando invece nel mondo vero sarebbe dietro le sbarre: ha creato un personaggio stupido e malriuscito che si relaziona con altri personaggi stupidi e malriusciti), dall’altra è come se si dicesse alle ragazzine “ehi, il tuo ex mena tutti quelli che ti si avvicinano? Che bravo ragazzo, tiene proprio tanto a te”!
Volete qualche esempio pratico dei problemi mentali di Travis?
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Dopo che Abby se ne è andata mentre lui dormiva dopo aver fatto sesso, Travis devasta il proprio appartamento, spaccando oggetti anche costosi;
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Quando lui e Abby non stanno insieme (si lasciano temporaneamente) lei e l’amichetta vanno a ballare, Travis prende da parte ogni ragazzo che le si avvicina per intimargli di starle lontana;
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Spacca la faccia a tutti quelli che osano fare battute su Abby;
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Quando lei gli dice che è finita, lui comincia a stalkerarla impedendole quindi di tornare in camera propria;
E di sicuro tante altre cose che mi sono dimenticata. Ragazze, se il vostro fidanzato o ex mena a sangue tutti quelli che osano avvicinarsi a voi e se vi segue ovunque andiate impedendovi di rifarvi una vita non è dolce, non è un adorabile gelosone che vi ama tanto, è una persona che merita di essere denunciata.
Il dolcissimo psicopatico arriva anche a tatuarsi il soprannome di Abby (Pigeon) dopo pochissimo che stanno insieme. Non so voi, ma se il mio ragazzo dopo un mese o quello che è – ma anche dopo un anno – si tatuasse il mio nome addosso, credo che mi preoccuperei seriamente per la sua salute mentale.
L’unica nota vagamente (moooolto vagamente) positiva è stato il poker: mi è piaciuta l’idea di una protagonista ex-giocatrice di poker professionista, peccato che poi l’approfondimento su partite e simili sia pari a zero, ci viene solo detto che Abby vince sempre e basta. Inoltre è stato trattato l’argomento in modo inadeguato, per quel poco che è stato trattato: si parla un sacco di “fortuna”, il padre di Abby è un ex giocatore di poker professionista e dice che quando la figlia ha compiuto tredici anni “è finita la sua fortuna ed è cominciata quella di sua figlia”. Tuttavia, se uno arriva a livelli professionistici non è certo per fortuna, ma per bravura, e se credete davvero che i giocatori professionisti di poker siano dei gran fortunelli, be’, sbagliate.
In genere leggo sempre il seguito dei libri, anche di quelli che non mi sono piaciuti (magari a un certo punto li abbandono, ma una possibilità la do), solo perché magari l’autore è migliorato nel frattempo, magari la storia è più interessante o chissà cos’altro. Ma in questo caso rispondo a “Il mio disastro sei tu” con il gesto dell’ombrello, perché intanto è la stessa storia ma dal punto di vista di Travis (UAU) quindi la pappardella è sempre quella, e poi perché Uno splendido disastro è uno dei libri più insulsi che abbia mai letto. Lo stile è scialbo, i personaggi sono scialbi, la trama è scialba, il finale è scialbo.
Francamente, non riesco proprio a trovare un singolo motivo per cui qualcuno dovrebbe leggere questo libro.