La storia (titolo originale Le mors aux dents), scritta nel 1937, quindi molto vicino ai fatti descritti (l'autore era in Russia durante la rivoluzione di ottobre, fino al 1921 e la descrisse in 1001 jours), parte tra le mille difficoltà di reperimento delle fonti, poi prende la mano e via via vi farete trascinare in questa lotta grondante sangue, impiccagioni, frustate e sogni impossibili, attraverso il territorio della Mongolia, tra cinesi del Manchukuo, giapponesi in attesa di sfondare in Asia e l'esercito russo bolscevico ormai impadronitosi completamente del potere. Il barone, condottiero sanguinario e al tempo stesso carismatico ed affascinate, in preda al delirio di onnipotenza e a visioni religiose buddhiste e tibetane, scivola a poco a poco verso l'inevitabile sconfitta, tra follia e delirio di onnipotenza fino alla condanna alla fucilazione di un tribunale del popolo, anche se, per la verità, la sua fine è controversa e secondo alcuni storici, morì invece di morte naturale, mentre secondo altri fu visto negli anni '50 sorbire tranquillo un caffè al Mozart di Vienna. Sia come sia, al castello Ungern sono stati recentemente segnalati fenomeni di "infestazione psichica", quindi ce n'è per tutte le versioni. Per gli appassionati di storia, un libro da non perdere.
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