S.S. Van Dine è noto per aver creato il personaggio di Philo Vance, detective dilettante protagonista dei suoi romanzi. In questo piccolo volume pubblicato a cura della Di Felice Edizioni, Van Dine elenca venti “Regole” che dovrebbero essere scrupolosamente seguite per scrivere un poliziesco. L’articolo apparve per la prima volta nel 1928 sul numero di settembre del “The American Magazine” e fu tradotto in Italia solo nel 1976. Tener conto dell’epoca in cui furono codificate queste norme è fondamentale: alcune di esse, infatti, oggi fanno sorridere e sono state disattese anche dai più grandi autori di genere. La ventesima ed ultima regola enumera una serie di tecniche da non usare, pena la dimostrazione dell’inettitudine e della mancanza di originalità dello scrittore. Una lettura rapida ed interessante per capire come avrebbe dovuto essere il poliziesco e come si è poi sviluppato realmente. In appendice si trova un “Decalogo” simile, stilato nel 1929 da Ronald Knox, anch’egli autore di libri gialli.
"S. S. Van Dine osserva che il romanzo poliziesco è un 'gioco intellettuale', ovvero uno svago che richiede uno sforzo mentale, come i cruciverba o il gioco degli scacchi (passatempi ugualmente soggetti a limiti stretti). Le venti regole di S. S. Van Dine (come il Decalogo di Ronald A. Knox, del 1929) servono a delimitare tanto il gioco stesso quanto i mezzi che utilizza per creare la situazione iniziale (il problema) e raggiungere quella finale (la soluzione). Si tratta solitamente di un oggetto letterario piuttosto specializzato nello stile e nella struttura. E piuttosto improbabile: una certa tranquilla zona della campagna inglese subí un numero altissimo di omicidi, per soddisfare la domanda dei lettori per racconti su Miss Marple." (Dalla Premessa di Anthony Robbins).
TitoloVenti regole per scrivere romanzi polizieschiAutoreVan Dine S. S.Prezzo di copertina € 5,00Dati2013, 48 p., brossuraTraduttoreRobbins A.EditoreDi Felice Edizioni (collana Mosaico)