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Recensione "Verrà il Giorno" di Gabriela Adamesteanu

Creato il 07 novembre 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Francesca Rossi Un romanzo pubblicato nel 1975, ormai entrato nei classici della narrativa contemporanea. Una storia che arriva ora in Italia e senza censure. Il destino di una ragazza tristemente uguale a quello di tante altre che vivono la realtà del regime e, nello stesso tempo, dolorosamente diverso. Recensione Titolo: Verrà il giorno Autore: Gabriela Adamesteanu Casa editrice: Cavallo di Ferro Pagine: 383  Prezzo: 18 euro Anno: 2012 Trama Letizia abita con sua madre e lo zio Ion in una cittadina della provincia romena. Vivono tutti e tre in una stanza in affitto perché suo padre è stato arrestato e lo zio; che aveva davanti a sé una brillante carriera da intellettuale, è stato trasferito in una piccola scuola di paese. La vita quotidiana è dura e i giorni trascorrono tutti uguali, così Letizia comincia a temere che niente di eccezionale le capiterà mai. Dopo il diploma sarà finalmente il momento di trasferirsi a Bucarest per l'università, in mezzo ad altre ragazze come lei, lì dove ci sono biblioteche, caffè, ragazzi, sale da ballo. La città incarnerà il luogo dove poter dare forma alle proprie ambizioni e inseguire quella vita migliore che ha sempre desiderato. Tuttavia, per una giovane di provincia, con un dossier politico familiare come il suo, non è facile integrarsi, fare le scelte giuste, non perdere il passo con un mondo più moderno plasmato sull'ideale comunista che ha portato la Romania alla dittatura di Ceausescu. Verrà il giorno, pubblicato nel 1975, oggi diventato un classico della letteratura contemporanea, ha avuto numerose riedizioni in Romania e traduzioni all'estero. Questa versione, la prima pubblicata in Italia, è ampliata delle parti che all'epoca vennero censurate.
RECENSIONE Prima di addentrarci alla scoperta di Verrà il Giorno, romanzo forte e poetico insieme, vorrei darvi una brevissima panoramica del background esistenziale dell’autrice, che ci servirà a capire meglio i temi affrontati nel libro. Gabriela Adamesteanu ha vissuto gran parte della propria vita sotto i regimi comunisti di Gheorghiu Dej e Ceausescu. La sua famiglia è stata vittima dell’oppressione, poiché suo zio è stato imprigionato fino alla morte con l’accusa di essere un oppositore politico. Dunque ciò che noi leggiamo nel romanzo Verrà il Giorno non è solo il racconto dell’evoluzione di una ragazzina che diventa donna ed affronta il mondo, ma anche una narrazione autobiograficaIn una intervista al quotidiano Libero del 7 settembre 2012, la stessa autrice ammette che la storia della protagonista (Laetitia) sia, in parte, la sua.

La Adamesteanu ha visto da vicino le deviazioni e le aberrazioni del modello comunista in Romania: se l’era di Gheorghiu è famosa per il graduale distacco dall’influenza dell’Unione Sovietica e per l’emarginazione della minoranza ungherese presente in Romania, quella di Ceausescu è l’emblema della repressione. Culto della personalità, problemi economici e sociali interni, miseria, controllo su ogni aspetto della vita romena, da quello religioso a quello storico, hanno contribuito al collasso del regime nel 1989, a cui prese parte anche la Adamesteanu. Su tutti questi tasselli politici, storici, sociali e culturali si fonda il romanzo Verrà il Giorno.

Laetitia, la protagonista, vive con la madre e lo zio in provincia. È lei il simbolo della generazione che ha subito i regimi. Suo padre è stato arrestato, lo zio Ion vive un’esistenza fatta di frustrazioni da quando gli è stata tolta la cattedra universitaria, la madre si è dovuta separare dal padre di Laetitia per non diventare il facile bersaglio della polizia di regime. Laetitia affronta le diverse tappe esistenziali che appartengono a tutti noi: l’adolescenza monotona in cui si forma la personalità indipendente ed anche un po’ ribelle, il passaggio all’età adulta con il trasferimento a Bucarest per motivi di studio e la scoperta dell’amore. Quello di Laetitia è un viaggio che tutti compiamo, ma per lei, dato il background politico della famiglia, tutto è più difficile, perfino l’esame di ammissione all’università.

Tutto il romanzo è permeato da una sensazione di oppressione, di proibizione e di terrore. Perfino l’atteggiamento di Laetitia nei confronti del giovane e disonesto professore Petru Arcan si muove in bilico tra rassegnazione, ammirazione e timore. Arcan, ex allievo dello zio Ion, rappresenta l’intellettuale senza scrupoli, mentre Ion è il dotto all’apparenza passivo che viene abilmente sfruttato da Petru. 

Quando la protagonista si rende conto della vera personalità di Arcan, smettendo di idealizzarlo e aprendo finalmente gli occhi non solo sul singolo individuo ma, di rimando, su tutta la concezione della società al tempo dei regimi, avrà finalmente la chiave di se stessa, per guardare al futuro senza più paura di nulla.

Verrà il Giorno è un romanzo di formazione, di crescita, di sviluppo interiore ed intellettuale (non dimentichiamo che alla protagonista piace leggere) e di coraggio di esprimersi, di difendere delle idee, di lottare per affermarsi. Tutto questo oggi ci sembra scontato, ma non è cosi. Per chi ha dovuto subire l’oppressione ogni passo avanti, ogni parola o pensiero autonomo è una conquista che spesso si paga a caro prezzo.

Lo stile dell’autrice scorrevole, intriso di descrizioni poetiche ma vere, reali di un mondo che appartiene ad un passato non lontano. Gabriela Adamesteanu ha il pregio di fare entrare il lettore nella storia che narra, di fargli vivere le paure, le speranze ed i desideri di Laetitia. Un avvertimento al lettore, però, è d’obbligo: il romanzo ha uno stile pulito e si lascia leggere molto bene, ma questo non deve trarre in inganno. Verrà il Giorno non è un libro «facile» e dovrebbe essere letto accompagnandolo con una attenta riflessione sui cambiamenti e la storia della Romania. Senza pregiudizi. Questa è la storia di un popolo, dalla caduta alla rinascita e non può essere sottovalutata.

Infine una curiosità: facendo delle ricerche sul significato del titolo originale, Drumul egal al fiecărei zile ho scoperto che la traduzione italiana non è letterale e c’è una sfumatura importante da cogliere; la vera traduzione dovrebbe essere “lo stesso percorso di ogni giorno”, “il percorso fatto ogni giorno” che rende la ripetitività dell’esistenza con cui la protagonista si scontra nella prima parte del libro (se qualcuno di voi lettori conosce il romeno e vuole farmi la traduzione letterale, l’aiuto sarà molto gradito). Vi consiglio di leggere questo classico contemporaneo. Vi aiuterà a scoprire il vissuto di una nazione di cui, purtroppo, conosciamo ancora troppo poco e su cui aleggiano troppi pregiudizi.
Recensione
L'AUTRICE
Gabriela Adameşteanu è una scrittrice, saggista, giornalista, traduttrice romena, ed è considerata tra i più grandi scrittori romeni contemporanei ed esponente di spicco dell'intellighenzia post-decembrista. Autrice dei romanzi La strada uguale di ogni giorno (1975), Una mattinata persa (1983), L'incontro (2003) e Provvisorietà (2010), nonché di volumi di novelle e pubblicistica, è stata attivista della società civile ed è membro del Gruppo per il Dialogo Sociale (GDS). Fino al 2005 è stata caporedattrice di Revista 22, l'unica rivista indipendente della Romania post-decembrista.

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