RECENSIONE L’Egitto è sempre stato fucina di grandi artisti; menti brillanti e uomini pieni di ingegno. Fin dai tempi della nahda — il risveglio sociale, politico e culturale del mondo arabo-islamico, avvenuto tra l’Ottocento ed il Novecento — questo Paese ha dimostrato di saper essere sempre all’avanguardia. Di più: l’Egitto è stato proprio il ventre da cui questi cambiamenti sono scaturiti. Inoltre, non possiamo dimenticare che è la patria di autori coma Nagib Mahfouz, primo arabo a vincere il Premio Nobel. Oggi l’Egitto consegna al mondo letterario internazionale un altro figlio: Ahmed Mourad. Permettetemi di scommettere su di lui, perché ritengo che questo giovane ragazzo — dall’aria posata e sveglia — farà grandi cose con le sue storie.
Il suo romanzo d’esordio, Vertigo, è un piccolo gioiello narrativo che vi consiglio di non lasciarvi scappare. Prima di analizzarlo, però, mettiamo in chiaro una cosa: avete presente l’Egitto delle Piramidi, dei grandi Faraoni, delle storie dal sapore biblico, delle principesse imprigionate in un amore proibito e della sabbia del deserto? Perfetto. Dimenticate tutto. Vertigo è un romanzo vero e potente sulla realtà odierna. È una storia audace, coraggiosa, di denuncia ironica e per niente velata. Il background culturale di cui gli egiziani vanno, giustamente, molto fieri, c’è, ma non è in primo piano. È uno sfondo su cui le vicissitudini attuali poggiano, gravando con il loro peso.
Leggendolo mi è venuto in mente un paragone, per nulla azzardato, con alcuni romanzi di Mahfouz (mi riferisco, in particolare, a quelli ambientati proprio nell’antico Egitto). Un confronto sui tempi più che altro: Mahfouz ha scritto la trilogia dedicata all’antico Egitto servendosi di un espediente molto utilizzato tanto dagli scrittori arabi del suo tempo, quanto da quelli occidentali: ambientare le storie nel passato per poter parlare più liberamente del presente. La censura era sempre in agguato, dunque criticare apertamente le autorità era un rischio che si pagava anche con il carcere. Comunque la produzione di Mahfouz è piuttosto ampia, ci sono anche libri di pubblica denuncia, scritti, però, quando i tempi e la fama dell’autore lo hanno consentito. Mourad, invece, ha scritto un giallo ironico, spiazzante e molto critico nei confronti del regime, senza usare alcun velo protettivo. Niente espedienti, solo la verità. Attenzione, questo non è un discorso sul coraggio narrativo, ma una riflessione sull’evoluzione della società egiziana e sul ruolo della censura. Una frase detta da Ahmed Mourad durante un’intervista potrà chiarire meglio: “Il regime non ha letto il libro. A queste persone non piaceva affatto leggere. Credo sia stata la mia fortuna". Ai tempi di Mahfouz, invece, i rappresentanti delle autorità leggevano parecchio.
Veniamo alla storia: Ahmed è un giovane fotografo che, un giorno, si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Assiste, infatti, all’esecuzione di due uomini d’affari all’interno del lussuoso Bar Vertigo. L’impulso (o deformazione?) professionale lo spingono a scattare foto del massacro senza fermarsi e non per amore dello scoop. Ahmed prova a rendere pubbliche le immagini, ma ben presto si rende conto che i media manipolano la verità, la spremono per trarre ciò che a loro serve per vendere più copie possibile. Nel frattempo, il giovane inizia a lavorare in un locale alla moda ma di dubbia fama. Lui non lo sa, ma questo è l’inizio di un “vortice” che lo trascinerà nei meandri oscuri di quelle verità che devono rimanere per sempre sepolte sotto la sabbia del deserto.
Non vi anticipo altro, Vertigo è un libro che va scoperto. Leggendolo vi renderete conto che la storia si “avvita” proprio come se fosse un mulinello che sprofonda fin dove la purezza della luce non arriva. Corruzione, tradimenti, volgarità, malvagità, denaro, avidità, lussuria sono gli ingredienti di Vertigo. La speranza è incarnata proprio dal protagonista: un ragazzo schietto, per bene e un po’ sfortunato a cui la vita non ha regalato nulla. È lui la personificazione dei giovani egiziani e dell’Egitto moderno. Un uomo qualunque, che tenta di farsi spazio in un mondo soffocante e poco “a misura di ragazzi”, che può cambiare le cose, o almeno provarci. Ahmed, insomma, è un simbolo di rinascita e di un futuro migliore. Ha lo stesso nome del suo autore, con cui condivide il mestiere e anche la necessità di portare gli occhiali.
Interessanti sono le sue vicissitudini con la sorella, che ha sposato un uomo esaltato dallo zelo religioso ed in bilico sul baratro del fondamentalismo. La ragazza, donna colta, ha abbracciato in tutto e per tutto la follia del marito, deviando dall’educazione che i genitori le avevano impartito e che, invece, Ahmed non abbandona mai. Questa situazione è uno spunto di riflessione importante, oltre che una critica, al fervore religioso che sa di estremismo e anche alla condizione femminile, a cui fa da contraltare la vita delle attricette e ballerine che si svendono a uomini ricchi e potenti pur di fare carriera e una vita comoda. A tal proposito bisogna segnalare la vivacità delle descrizioni che riguardano i locali notturni come il Casino Paris, in cui Ahmed finisce per lavorare e del fiume di soldi, lascivia ed arroganza che regna in tali posti.
Lo stile di Mourad è fresco, vivido, ironico, sarcastico, pungente e privo di fronzoli. L’autore ha dei tempi comici fantastici. La sua è una scrittura leggera ma piena di significato e di riflessioni profonde. Le citazioni dell’opera Palazzo Yacoubian, capolavoro di Al Aswani e del celebre intellettuale egiziano Taha Hussein, riportano il lettore alle radici più moderne dell’Egitto descritto da Mourad. Diario di Pensieri Persi ha dedicato un’anteprima a questo romanzo, evidenziandone il significato politico e l’impatto sociale. Un romanzo contro il potere marcio; una storia d’attualità sulla ribellione di un popolo. Vertigo ha le carte in regola per diventare un classico di portata mondiale.
Curiosità Dal libro di Mourad è stato tratto uno sceneggiato (musalsal) programmato nelle tv egiziane durante questo Ramadan. Ecco il trailer. Sul blog della casa editrice Marsilio trovate, invece, una simpatica intervista all’autore. Ed infine il booktrailer del libro.