Descrizione: Cosa può scatenare uno sguardo intenso, inaspettato e profondo? Cosa si cela nella mente di una giovane ragazza alle prese con le prime turbolente passioni? Sono già trascorsi due anni, per Flora, da quando con la famiglia si è trasferita in un piccolo paesino del litorale romano e il distacco con la sua vita ancora le pesa. Eppure tutto sembra volgere al meglio quando, per un caso fortuito, i suoi occhi entrano in collisione con quelli di Fausto, giovane mantovano giunto per le sue stesse ragioni a lavorare quella terra arsa dal sole e carezzata dalla salsedine. Ma gli anni sono difficili e parlare tra loro è quasi impossibile. Siamo nel 1932, la terra chiama lavoro, il regime comincia a dettar legge e lo spauracchio del disonore grava sulla testa di Flora, specialmente da quando il nuovo fattore le ha messo gli occhi addosso.
Tra le vie di un paese rurale, bagnato dal mare e odoroso di grano maturo, una storia intensa e toccante che vi farà ricordare il primo vero battito di cuore, tra sguardi rubati e promesse taciute, perché la passione, quella vera, non può essere frenata e l'amore, quando bussa, reclama semplicemente il suo tributo...
L'autrice:
La mia recensione:
Flora pedala sotto il sole che scotta, l’odore della salsedine che le riempie le narici e le arriccia i capelli, benché il mare non sia visibile. Trasportare acqua da bere per i braccanti che sgobbano nei campi è il suo nuovo incarico in uno scenario altrettanto nuovo. Da poco la sua famiglia si è traferita dal nord Italia a Maccarese, un paesino agricolo sulla costa laziale. Un cambiamento esteriore che, nel suo caso coincide con un mutamento interiore: Flora, infatti, è un’adolescente, pian piano si sta trasformando in una donna e comincia a scoprire la sua sessualità.
Siamo negli anni ’30, un’epoca in cui il sesso era quasi un tabù e l’importanza di arrivare illibate al matrimonio era il massimo sull’argomento che si potesse apprendere dai propri genitori.
Il racconto, intriso di una fortissima carica erotica, si apre proprio su uno scorcio di intimità, mostrandoci Flora che nel silenzio della notte esplora il proprio corpo – stando attenta a non farsi scoprire dalla sorellina che le dorme accanto – e tenta di placare la strana smania scatenata dalla vista di Fausto, un nuovo bracciante giunto con la sua famiglia da Mantova.
Fra i due giovani è amore a prima vista, ma si tratta di un sentimento destinato ad attendere perché i dettami del tempo impediscono ai due ragazzi di frequentarsi prima di un fidanzamento ufficiale e perché Fausto possa chiedere la mano di Flora deve aspettare che cresca ancora un po’.
Un’attesa lunghissima per due cuori che scalpitano ma che alimenta il fuoco della passione e si riempie di fantasie, sguardi, sfioramenti a baci rubati, dando vita una sorta di rituale di corteggiamento che ormai si è perso con il mutare dei tempi e dei costumi. A movimentare, ma soprattutto a turbare, il sogno d’amore dei protagonisti interviene Renzo Lorenzin, il nuovo fattore, anch’egli giunto da poco in paese, noto per essere un donnaiolo. L’uomo mette gli occhi su Flora e pretende di averla a servizio a casa sua. Tutti, compresi i genitori della ragazza, sanno quali possano essere le implicazioni di una richiesta del genere, quali i rischi a cui la giovane va incontro. Tuttavia nessuno osa opporsi giacché contraddire un signore significa votarsi alla disoccupazione e alla fame.
Flora è dunque costretta ad arrischiarsi nella tana del lupo, nella speranza che il suo principe la salvi prima che sia troppo tardi e che il futuro le conceda l’agognato lieto fine.
È una cartolina d’epoca dai chiaroscuri vividi quella dipinta con maestria da Federica D’Ascani in Volevo solo te, uno spaccato storico tutto italiano che non manca di mettere in evidenza la condizione femminile – non certo idilliaca in una società fondata sul maschilismo –, e in grado di concederci anche uno sguardo sul modo in cui l’intimità era vissuta in quegli anni. Leggendolo mi è sembrato di riascoltare alcuni racconti di mia nonna – peraltro grande appassionata di romance che avrebbe sicuramente apprezzato – quando appunto mi descriveva l’amore ai suoi tempi e mi sono emozionata provando un pizzico di nostalgia.
Sebbene la trama segua un’evoluzione prevedibile e la narrazione risulti un po’ affrettata, per cui soprattutto da un certo punto in poi gli eventi sembrano precipitare con eccessiva rapidità verso la conclusione, a rimanere impressa è l’abilità con cui l’autrice sviluppa la parte più passionale, pregna di erotismo vero, quello fatto non solo di atti espliciti e ostentazione, ma che si gioca sugli sguardi, sugli odori, sul senso di attesa, traendo linfa anche dal potere dell’immaginazione.