Recensione - VOLEVO SOLO TE di Federica D'Ascani

Creato il 18 marzo 2016 da Linda Bertasi @lindabertasi
Oggi vi presento il romanzo erotico di Federica D'Ascani dal titolo "Volevo solo te".Federica torna a trovarmi con quest'opera breve ma intensa. Andiamo a conoscerlo meglio.

SINOSSI: Cosa può scatenare uno sguardo intenso, inaspettato e profondo? Cosa si cela nella mente di una giovane ragazza alle prese con le prime turbolente passioni? Sono già trascorsi due anni, per Flora, da quando con la famiglia si è trasferita in un piccolo paesino del litorale romano e il distacco con la sua vita ancora le pesa. Eppure tutto sembra volgere al meglio quando, per un caso fortuito, i suoi occhi entrano in collisione con quelli di Fausto, giovane mantovano giunto per le sue stesse ragioni a lavorare quella terra arsa dal sole e carezzata dalla salsedine. Ma gli anni sono difficili e parlare tra loro è quasi impossibile. Siamo nel 1932, la terra chiama lavoro, il regime comincia a dettar legge e lo spauracchio del disonore grava sulla testa di Flora, specialmente da quando il nuovo fattore le ha messo gli occhi addosso.
Tra le vie di un paese rurale, bagnato dal mare e odoroso di grano maturo, una storia intensa e toccante che vi farà ricordare il primo vero battito di cuore, tra sguardi rubati e promesse taciute, perché la passione, quella vera, non può essere frenata e l'amore, quando bussa, reclama semplicemente il suo tributo...

ANNI '30. Flora è una giovane donna di origini mantovane che si è trasferita con la famiglia a Maccarese. E' un'acquarola e la sua mansione è trasportare taniche di acqua nei campi per i contadini. Un giorno la ragazza incontra Fausto Padovan e niente sarà più come prima. L'attrazione tra i due è palpabile, difficile da domare o nascondere. Il sentimento sboccia improvviso e irruento e conduce i due ad avvicinarsi, ma giunge qualcun altro in paese ed è Renzo: il nuovo fattore.Il padrone non tarderà a mettere gli occhi sulla bella Flora e il desiderio s'insinuerà tra le pighe del suo cervello sino a trasformarsi in ossessione.Quale sarà il futuro per il tenero sentimento sbocciato tra Fausto e Flora? E le mire di Renzo si limiteranno a torbide occhiate o la passione malsana provocherà conseguenze spiacevoli?
Partiamo dall'ambientazione. Il lettore percepisce l'odore dei campi, il colore delle colture, la salsedine che sale dal mare, il sole che pizzica la pelle. Un'immagine che mi è rimasta impressa è quella della protagonista che sfreccia tra i sentieri a bordo di una bicicletta: la gonna ondeggiante, i capelli al vento e il profumo di estate e di passato ad accompagnarla.Personalmente ho percepito questo tipo di scenario, tra l'altro molto suggestivo ma, data la premessa da parte dell'autrice, avrei voluto sapere qualcosa di più sul luogo che Federica porta nel cuore, visitare i luoghi limitrofi e respirarne l'aroma. La caratterizzazione dei personaggi è buona, Flora è una ragazza ingenua ma non troppo, una sognatrice e, quando incrocierà gli occhi di Fausto, non riuscirà più a dimenticarli. Inizierà a sognare il ragazzo di notte e le sue fantasie galopperanno al ritmo di sospiri e gemiti soffocati. Ho trovato molto realistico il rapporto che Flora ha con i genitori, il timore che la accompagna nel ricevere una ramanzina, il silenzio e l'obbedienza propri dell'epoca. In questo, l'autrice ha riportato esattamente le dinamiche famigliari di quegli anni, quando i figli rispettavano profondamente i genitori. Da un certo punto di vista, però, Flora è anche moderna visto il coraggio che sfodera nel recarsi agli appuntamenti notturni con Fausto, contrapposto alla sua purezza e  al timore di trasgredire le regole dettate dalla famiglia.Fausto è il classico eroe romantico, bello da togliere il fiato, aitante, accende il desiderio anche nel lettore ed è difficile dimenticare il suo fisico e il suo fascino. E' un giovane onorevole, che non desidera solo vivere una scappatella con la ragazza avvenente del paese, ma si rivelerà capace di atti di coraggio e ribellione per difendere la donna che ama e il loro amore.Renzo, il fattore, è uno dei personaggi negativi del romanzo. Assetato di sesso e di potere, tratta i contadini come schiavi, non ha rispetto per la moglie e si sollazza nei bordelli senza il benchè minimo rimorso. Abituato a ottenere sempre ciò che vuole, desidera Flora e vuole giacere con lei a qualunque costo. E' un personaggio particolare con quell'aria da benefattore e uomo di mondo, in verità nasconde un animo abietto e codardo, sotto certi aspetti.Uno dei personaggi che ho amato particolarmente è Gioconda, la prostituta preferita da Renzo. La donna sensuale, a mio dire molto più della protagonista, cela un passato di dolore e coraggio di cui mi sarebbe piaciuto conoscere di più. Una donna con la "D" maiuscola, affascinante e intrigante.Un altro personaggio interessante è quello della madre di Flora, il cui comportamento quasi intransigente nei confronti della figlia, naconde un trascorso impregnato di paura, teme che la figlia possa commettere i suoi stessi sbagli e, per questo, finisce per commettere errori nell'educarla. Con questo personaggio Federica ha ritratto una costante che ancora oggi ritroviamo in certe dinamiche famigliari: l'impedire ai figli di sbagliare, per consentire loro un futuro migliore, inconsapevoli che così facendo si arreca più danno che altro.

'Quello sguardo le bruciava dentro ogni volta che chiudeva gli occhi Occhi azzurri come mai ne aveva visti prima. Un azzurro che dalle sue parti non era consuetudine riscontrare nei volti. Un azzurro così intenso da togliere il fiato E struggere nell'animo. Tipicamente noridico, come lo era stata lei fino a due anni prima.'
 
Il sesso è protagonista del romanzo, le scene hot abbondano e travolgono il lettore: dal desiderio solitario della protagonista, agli amplessi tra i due innamorati. L'erotismo raggiunge altissimi livelli e ci mostra due lati di una stessa medaglia: quella sognante della passione pulsante, nata da uno sguardo, a quella malsana dell'ossessione di possedere ciò che non ci appartiene.Uno dei messaggi del romanzo è proprio questo: il desiderio che s'insinua tra i pensieri e ci spinge ad azioni, a volte coraggiose a volte deplorevoli. Ho intravisto anche una sottile morale sull'attenzione ai particolari che spesso sfuggono: Flora si agghinda per rendersi provocante per il suo innamorato, inconsapevole che la sua stessa bellezza, spinta all'eccesso, possa attirare sguardi inopportuni di chi nasconde un animo pericoloso. I temi affrontati sono: la violenza sessuale, il sesso, la condizione del contadino che doveva sottostare al padrone, la maternità, il tradimento e l'amore. Vorrei soffermarmi su quest'ultima tematica: ho apprezzato il sentimento che lega Fausto e Flora, ma avrei voluto conoscere meglio il progredire del loro legame, fatto non solo di desideri carnali ma anche di palpiti del cuore; sicuramente la causa è da imputare alla brevità del testo e non alla capacità indubbia dell'autrice.

'Si fissarono e Flora seppe che non c'erano discorsi da fare, parole da cercare, frasi a effetto da cantare Le loro labra si cercarono nello stesso momento e si trovarono, di conseguenza, iniziando a rincorrersi in un gioco sconosciuto a entrambi ma naturale come lo era bere.'
"Volevo solo te" è la storia di un amore impetuoso, di un desiderio che s'insunia tra le pieghe della ragione e spinge gli amanti a volersi, a congiungersi di nascosto dai genitori, con il buio della notte a fare loro da complice. L'amore genuino che si scontra con l'amore violento e i soprusi dettati da chi detiene il potere.Ho intravisto un grido di protesta sulla condizione dei contadini, sul loro chinare la testa e tacere di fronte alle ingiustizie, e un plauso alla condivisione e al cameratismo tra concittadini, capaci di fare fronte comune e lottare per la verità.Un affresco storico che si divora velocemente, la scrittura fluida della D'Ascani è riconoscibile e un marchio di garanzia.Consigliato a chi ama il romanzo erotico italiano, a chi vuole lasciarsi avvolgere dal clima degli anni Trenta e respirare l'ambiente rurale di Maccarese.
'Lui era l'amore, era lui l'unica cosa per cui valesse la pena provare dolore e piacere assieme.'

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