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[Recensione] Vorrei che il cielo fosse imparziale di Vito Introna

Creato il 20 aprile 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Vorrei che il cielo fosse imparziale di Vito Introna

                                                                                   Titolo: Vorrei che il cielo fosse imparziale

Autore: Vito Introna

Editore: Diversa Sintonia

ISBN: 978-88-96086-08-7

Numero di pagine: 174

Genere: Narrativa

VOTO    

[Recensione] Vorrei che il cielo fosse imparziale di Vito Introna

Trama: Annalisa è una donna stanca. La fallimentare esperienza della grande città le ha lasciato il segno e seppur non troppo convinta, decide di ritirarsi nella tenuta di famiglia lasciata dai genitori ormai defunti. Il suo isolamento viene scosso dall’incontro con un gruppo di giovani musicisti, tra i quali spicca la figura di Gemma, una ragazza che risveglierà in Annalisa tutta la gentilezza del suo animo.

Recensione: Vorrei che il cielo fosse imparziale è un bel titolo e tra poesia e amarezza racchiude perfettamente l’essenza stessa del libro. La storia si muove dentro e fuori le righe mostrando una realtà attuale, dolorosa e a tratti spietata con chi non è in grado di sopportare il peso delle tante delusioni che una vita moderna, a volte, dispensa senza parsimonia. Annalisa è una donna ancora giovane ma sopraffatta dalle sconfitte personali che sembra, grottescamente, collezionare.

L’esperienza romana l’ha posta di fronte a dei limiti che, in fondo, ha sempre avuto coscienza di possedere. Un amore tiepido e inconcludente al quale pone brutalmente fine, sembra essere, al principio, l’unica manifestazione di buon senso. In verità, pagina dopo pagina, emerge un personaggio forte, dai solidi valori, che non si sente a proprio agio con le squallide dinamiche che troppo spesso animano i rapporti umani.

La scelta di una vita lontana dai clamori cittadini la costringe al confronto con i suoi demoni e la sua tendenza all’autodistruzione. Nel costante tentativo di dare prova dell’assoluta indipendenza da tutto e tutti, anima e corpo si lasciano andare tra eccessi alcolici e continui sbalzi emotivi.

L’incontro con il gruppo di giovani e singolari musicisti, impegnati in bizzarri riti legati al culto della natura, innesca una serie di reazioni a catena che la condurranno, nel bene e nel male, verso un equilibrio bramato da tempo. Le peripezie della fragile Gemma riaccendono il pensiero di una giovinezza non tanto lontana e corrono su un binario parallelo a quello della matura Annalisa, avvicinando sempre di più i destini delle due donne.

La figura di un uomo misterioso il cui unico ricordo è legato a un impeto di violenta e confusa passione, non abbandona un solo istante la protagonista la cui mente si pone sempre la stessa domanda: chi era quell’uomo?

La storia offre interessanti momenti di riflessione su come, a volte, sia maledettamente difficile il semplice vivere. L’autore ha dato prova di una rara capacità espressiva, mostrando la sensibilità necessaria a descrivere, attraverso il personaggio di Annalisa, un disagio comune a tanti esseri umani. Gli occhi della donna diventano, in questo modo, anche quelli del lettore. Avrei letto con piacere altre pagine confidando in un finale che meritava, forse, un po’ più di respiro, tuttavia la scelta dell’autore si rivela, probabilmente, a suo modo, coerente allo spirito della storia, carica di emozioni e cambiamenti, proprio come la vita.

Barbara de Carolis


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