[recensione] wanted: la storia criminale di grand theft auto (libro)

Creato il 11 febbraio 2013 da Rostislav @videogiochiword

Il mercato vidoe3ludiico oddierno è impregnato di titoli che molti definivano, definiscono e definiranno “di cattivo gusto”. Tali titoli sono spesso in contrasto con la moralità umana, con le leggi e con molte istituzioni. Troviamo ben volentieri espliciti messaggi politici e naturalmente molti dei titoli vengono aspramente criticati dai critici di qualsiasi cosa. Cosa ha portato il mondo a questo status? Chi è il precursore di un tale guasto nel sistema videoludico? Beh, la risposta è semplice: ROCKSTAR. Naturalmente più che “guasto”, era più idoneo un termine come “rivoluzione”, ma era sottinteso che era tutta un’ironia. Vi presentiamo quindi il libro WANTED: LA STORIA CRIMINALE DI GRAND THEFT AUTO.

Prima di parlare del libro vero e proprio credo sia doveroso dire quattro parole sulla casa editrice e su colui che ha scritto il libro. Il libro è edito da Multiplayer.it ed è disponibile nelle librerie, in ebook e online al prezzo di 19,90 (versione cartacea) e 12,90 (versione ebook). L’editore è ormai il celebre per aver pubblicato praticamente tutti gli altri libri che trattano il mondo videoludico. Il format del libro è: una copertina rigida lucida è coperta da una sovracopertina con il disegno in classico stile GTA, ma mostrando con l’esattezza alcune delle storie che ha vissuto realmente la compagnia. Il font del libro lo rende scorrevole e leggibile con una massima comodità visiva.

A scrivere il libro è David Kushner, famoso non solo per le sue conoscenze in ambito dei media moderni, ma anche per aver già scritto un saggio, Masters of Doom (Edito da M.it). David è giornalista e scrittore e collabora con numerose testate, tra le quali: Wired America, Rolling Stones, New York Times e cosi via dicendo. Appassionato di videogiochi, egli matura la sua percezione di questo medium e scrive dei saggi, che fanno il giro del mondo.

Per scrivere questo libro David ci mise qualcosa come dieci anni. Anni che sono stati necessari per raccogliere tutte le informazioni come le interviste, le indagini, le opinioni e cosi via. Infatti David ha dovuto intervistare non solo i responsabili di Rockstar, ma anche altri sviluppatori, avvocati e cosi via. Un lavoraccio per cosi dire.

Come ben sappiamo, la vita di Rockstar era sempre intrinseca di vari battibecchi, querele, processi e guerre legali. A provocare tali battibecchi era l’ingegno e la voglia di cambiare di Sam Houser, il creatore della stessa Software House. Il libro spiega i passaggi che hanno permesso a tale giovane di diventare proprietario di un azienda milionaria, ma sempre in guerra. Dopo il primo GTA era chiaro infatti che il gioco non era come il resto dei titoli disponibili all’epoca, ma era una cosa del tutto diversa e innovativa. La rivoluzione del gioco non era solo dettata dalla pressoché totale liberta d’azione, ma anche dal tipo di personaggio, che questa volta non era il classico paladino buono, bensì un criminale. Ciò naturalmente ha scatenato le critiche dei perbenisti e di coloro che credendo di far del bene hanno aizzato avvocati su avvocati contro la Software House, che però respinse tutti i colpi e continuo nel suo modo sfacciato e rivoluzionario. Il libro narra molto bene anche le vicende di Jack Thompson, l’avvocato che ha dato il cuore e l’anima per combattere contro Rockstar e in cambio ha ricevuto minacce di morte da parte dei fan più stupidi (perché ammettiamolo, non è da una persona equilibrata minacciare di morte qualcuno, ma sicuramente i ragazzi che lo facevano erano non solo dei decerebrati, ma anche la vergogna di tutti i videogiocatori). Cosi la storia prosegue seguendo le vicende di Sam, che continuava a sbancare il lunario con i vari titoli, che uno dopo l’altro conquistavano il pubblico e la critica.

Questo libro è interessante per diversi motivi. Uno dei quali è senza dubbio l’amore per una delle SH più complete di queste generazioni. Scoprire le dietro quinte dei loro lavoro, i vari aneddoti e le cause legali non può far altro che bene al lettore/videogiocatore. L’altro motivo è quello di essere più informati e quindi migliori.


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