Pubblicato da Gabriella Parisi
“Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile.”
Cari lettori, vi parlo oggi di un eccezionale libro di debutto per R.J. Palacio (pseudonimo di Raquel Jaramillo), un caso letterario nel 2012 sia in USA che in UK. Un libro che ha vinto numerosissimi premi, fra cui la prestigiosa Carnegie Medal e il Premio Bonnet Blue Texas (il che significa che ogni studente della scuola media nello stato del Texas lo ha letto o lo sta leggendo). Un libro per ragazzi che in molti paesi vedrà anche un'edizione per adulti (in cui cambierà solo la copertina), perché Wonder è un libro che tutti dovrebbero leggere.
RECENSIONE
Mi chiamo August, per inciso. Non mi dilungo a esprimere il mio aspetto. Tanto, qualunque cosa stiate pensando, probabilmente è molto peggio.
E non è solo Auggie che deve essere coraggioso, ma tutti coloro che gli stanno intorno, che devono convivere con la realtà del suo viso e con le reazioni che scatena fra gli sconosciuti. August non è mai andato a scuola, ma sua madre, che gli ha dato un'istruzione fino a quel momento, decide di fargli frequentare una normale scuola media come tutti i suoi coetanei. Il libro racconta l'esperienza di questo anno scolastico coraggioso ed eccezionale per August e per alcuni dei suoi compagni di scuola.
So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali, naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l'X-Box. E cose come queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire dentro. Ma so anche che gli altri ragazzini normali non fanno scappare via gli altri ragazzini normali fra urla e strepiti ai giardini. E so che la gente non li fissa a bocca aperta ovunque vadano. Se trovassi una lampada magica e potessi esprimere un desiderio, vorrei una faccia così normale da passare inosservato. Vorrei camminare per strada senza che la gente, subito dopo avermi visto, si volti dall'altra parte. E sono arrivato a questa conclusione: l'unica ragione per cui non sono normale è perché nessuno mi considera normale.
"Un giorno ero seduta su una panchina con i miei due figli e ho visto passare una bambina che aveva evidentemente la sindrome di Treacher-Collins, una rara malattia ereditaria che colpisce le fattezze di una persona lasciando inalterato tutto il resto. Ciò che mi ha colpito non è stata la ragazzina, ma la mia reazione: sono stata presa dal panico, temevo che mio figlio di tre anni vedendola avrebbe reagito urlando, come aveva fatto alla festa di Halloween. Mi sono alzata di scatto, come punta da una vespa, ho chiamato l'altro figlio e mi sono allontanata di corsa. Alle mie spalle ho sentito la madre della ragazzina che, con voce molto calma, diceva: 'Forse è ora di tornare a casa'. Mi sono sentita un verme e non sono riuscita a dimenticare questa esperienza." Da un'intervista con The Telegraph.
Eppure nella sua enorme sfortuna August è fortunato, perché ha intorno una famiglia e degli amici che affrontano ogni nuovo giorno assieme a lui, rendendolo una persona meravigliosa dentro, una persona speciale e coraggiosa, che riesce a fronteggiare la sua vita di ragazzino con una forza e una maturità eccezionali. Persone altrettanto coraggiose ed equilibrate, che hanno saputo trasformare la sindrome di August in un punto di forza e di coesione che le ha rese a loro volta persone straordinarie.
continuano a tornarmi in mente le parole di miranda: l'universo non è stato gentile con auggie pullman. ci sto pensando parecchio, e a tutto quello che questo può significare.ha ragione su questo. l'universo non è stato generoso con auggie pullman. che cosa ha fatto quel piccolo per meritare la sua punizione? che cosa hanno fatto i suoi genitori? o olivia? una volta olivia mi ha raccontato che qualche dottore ha detto ai suoi genitori che le probabilità che qualcuno sia colpito dalla stessa combinazioni di sindromi che si sono messe insieme per creare la faccia di auggie erano una su quattro milioni. ma questo non fa dell'universo una gigantesca lotteria, dunque? quando nasci compri un biglietto. e dipende tutto dal caso, se è un biglietto buono o un biglietto cattivo, è solo questione di fortuna.
Il libro è considerato un middle-grade, ma io non mi sento di limitarne la lettura a una fascia di età e lo vorrei consigliare a tutti, soprattutto ai genitori, che possono trarre consiglio su come educare i propri figli ad approcciarsi a qualunque genere di diversità con apertura, sensibilità e intelligenza.
PRECETTO DI DICEMBRE DEL SIGNOR BROWNE LA FORTUNA AIUTA GLI AUDACI. Tutti dovevamo scrivere un brano su un momento della nostra vita in cui avevamo fatto qualcosa di molto coraggioso e raccontare come, per questa ragione, ci fosse poi successo qualcosa di bello.
Ci ho pensato su un bel pezzo a essere sinceri. Devo dire che la cosa più coraggiosa che ho mai fatto è stato diventare amico di August. Ma non potevo scrivere questo, naturalmente. Avevo paura che fossimo costretti a leggerlo a voce alta, o che il signor Browne avrebbe esposto i nostri temi sulla bacheca, come faceva a volte. Perciò, ho scritto invece questa cosa un po' sghemba su come, quando ero piccolo, avessi paura dell'oceano. Era stupido, ma non sono riuscito a farmi venire in mente niente di meglio.
Mi domando che cosa abbia scritto Auggie. Mi sa che lui ha avuto l'imbarazzo della scelta.