Alakimdi Anna Chillon
Prezzo cartaceo: 23,90 euroPrezzo ebook: 6,99 euroPagine: 412Link utili: sito dell'autriceGenere: urban fantasy, adultEditore: Loquendo editrice
Alakim è un permanente divorato da una fame crudele. Reietto in cielo e braccato in terra da una schiera di guerrieri immortali, condivide il suo rifugio sotterraneo con due Nephilim, abili combattenti e fedeli compagni nella sorte. Di giorno è costretto all’oscurità, mentre la notte si aggira per le vie di una Marsiglia trasgressiva, in cerca di un modo per assolvere al patto stretto con Lucifero. È proprio durante questa ricerca che un prete dalle eccezionali capacità sensitive gli suggerisce un antico testo custode di segreti proibiti, portandolo così a imbattersi in Nicole, una giovane libraia animalista. La ragazza ingaggia una lotta impari per non venire travolta dall’indole tenebrosa di Alakim e dal suo spiccato gusto per la malvagità, ma l’ardore che scocca tra loro rapisce corpo e mente, lasciandola senza via di fuga, sopraffatta dall’impetuosità dell’immortale e dalla scoperta di una realtà troppo grande da accettare: una realtà per la quale occorre avere fede. Così, in un susseguirsi di eventi inaspettati, mettendo a rischio la propria esistenza, i suoi amici e Nicole stessa, Alakim fa di tutto per dare a Lucifero ciò che gli spetta, lottando, tracciando la sua strada nel sangue e spingendosi oltre i limiti. Perché avere una possibilità di scelta è l’unica cosa cui non è disposto a rinunciare, anche se quello da pagare è un inimmaginabile prezzo.
<<Lui era Alakim: ciò che stava tra il bene e il male, la lama a due facce che scindeva gli opposti, una terra di nessuno sulla quale nessuno poteva dominare, fino al suo ultimo respiro.>>
Voto: 4,5 tazzine! Un urban-fantasy sexy e spregiudicato, di grande potenza!
L'AUTRICE
Anna Chillon nasce a Modena nel 1977, si diploma come ragioniera ed esercita per anni in tale ambito, pur coltivando da sempre il gusto per la scrittura. Di giorno contabile e di notte autrice, spinta dalla voglia di mettersi in gioco, nel 2010 decide di rendere pubblici alcuni scritti tramite un suo blog di racconti che si rivela un successo inaspettato. Da ciò riceve il giusto incentivo per dedicarsi al progetto “Alakim”, un romanzo urban-fantasy che l’appassiona toccandola nel vivo con argomenti quali fede e amore.
INTERVISTA
1) Ciao Anna! E' un vero onore averti su Coffee&Books! Grazie di aver accettato di farti intervistare da me... Cominciamo subito a parlare di te e del tuo romanzo. Quando hai cominciato a scrivere?
Ciao Franci e mille grazie per questa occasione!Devi sapere che non c’è un momento preciso in cui ho cominciato a scrivere, questa è una passione che mi accompagna da sempre. Il fatto è che sono una persona molto timida, preferisco esprimermi scrivendo, a volte nemmeno in modo diretto, ma “raccontando” qualcosa di me stessa attraverso diversi personaggi. La prima forma di scrittura che ho sperimentato è stata quella del diario, seguito poi dalle lettere e dalle pagine di idee gettate bianco su nero, ma è solo da pochi anni che ho iniziato a cimentarmi in vere e proprie storie dando corpo alla mia fantasia.Sono sempre stata una sognatrice, come penso siano un po’ tutti gli scrittori. Fin da giovanissima avevo amici immaginari e costruivo nella mia mente delle scene simili a veri e propri film, mi esaltava l’idea di poter far funzionare le cose a mio piacimento. Scrivere mi ha dato la possibilità in parte di esprimermi e in parte di rendere più reali i miei voli pindarici. Come dice Terry Brooks in “A volte la magia funziona”: il sogno apre le porte della creatività. In quel libro Brooks racconta di aver fatto stampare cartoline postali con la sua fotografia ad occhi chiusi mentre si crogiolava al sole, e sotto la dicitura: “questo sono io che lavoro”. Un messaggio all’apparenza ironico, ma molto appropriato perché davvero, una volta cominciato non si smette mai!
2) Da cosa hai tratto ispirazione per scrivere la tua opera?
Da ciò che non volevo che fosse e in cui troppe volte mi sono imbattuta durante le mie letture. Volevo evitare di tracciare il profilo di un personaggio che appare come il duro e tenebroso di turno e non appena s’innamora si scopre che è il tigrotto più romantico e sdolcinato che ci sia. C’è oscurità in Alakim, c’è malvagità, non è un uomo che si lascia domare e in questo ho avuto la mia bella soddisfazione.Desideravo esprimere concetti come forza, dolore, sangue, lotta, passione ed erotismo. Senza volere mi sono poi lasciata influenzare dal mio passato e Alakim è diventato anche una storia di fede. Ho inserito versetti della Bibbia proprio perché ho voluto dare una connotazione religiosa piuttosto chiara. I personaggi hanno un rapporto difficile con la fede, alcuni di loro si sentono traditi da un Dio che dovrebbe amarli, esprimendo un sentimento nel quale credo che potrebbero rispecchiarsi molte persone.In più questo romanzo doveva essere un fantasy perché abbiamo questa magnifica capacità di fare cose con la mente che in realtà non sarebbero mai possibili e, cosa importantissima, doveva assolutamente contenere una storia d’amore molto tormentata. Ho voluto insomma unire tutti gli elementi che apprezzo in un romanzo e farli miei, curiosa di vedere che ne sarebbe uscito perché devo ammetterlo: ogni volta che scrivo lo faccio prima di tutto per me stessa.
3) Alakim è un romanzo di genere urban-fantasy, a tratti però sfocia anche nell'adult. Qual è il genere che prediligi, per eccellenza?
L’urban-fantasy senza dubbio, seguito a ruota dal genere erotico, quando ben scritto. Apprezzo molto la comparsa di elementi fantastici in uno scenario reale. A essere sincera subisco enormemente il fascino del vampiro: è la tipologia di personaggio che preferisco in assoluto, soprattutto quando si tratta di succhiasangue poco amichevoli, dall’indole predatrice e sensuale (guarda caso). Tra i tanti amo in particolar modo i vampiri di Laurell K. Hamilton, Nancy Kilpatrick e J. R. Ward.Qualche volta cedo anche ai romance storici e ai fantasy. In alcuni casi sono rimasta molto colpita da romanzi di autrici che a mio parere hanno il grandissimo talento di saper fondere il genere storico con il romance e il fantasy creando storie stupende e avventurose, come ad esempio Jaqueline Carey e Diana Gabaldon che hanno dato vita a due personaggi maschili tra i più carismatici.Beh, gli autori e le autrici da citare sarebbero davvero tanti in verità.Ho accennato anche all’erotico che ora è uno dei generi più in voga, ma ai tempi in cui cominciai ad appassionarmici era ancora difficile riuscire a scovarne uno in libreria. Adesso invece il problema è inverso, cioè riuscire a fare una cernita tra la moltitudine di uscite. Immagino che mi comprenderai se ti dico che la mia lista di libri da leggere è sempre stratosferica e continua ad allungarsi!
4) Quale è stata la parte più difficile da affrontare durante la stesura di Alakim?
La descrizione dei combattimenti, riuscire a trasmetterli nel modo esatto in cui li visualizzavo nella mia mente. Inizialmente mi sono preoccupata di fornire dettagli che rendessero chiare queste scene come se si stesse assistendo alla proiezione di un film, mentre in fase di editing sono state un po’ sfoltite in modo da rendere più veloce la lettura. A volte mi scordo che chi legge ama sì potersi sentire presente nella scena stessa, ma è dotato anche d’intuito e di una propria immaginazione.Un’altra difficoltà è derivata dal cercare di mettermi nei panni di chi avrebbe letto le mie frasi per la prima volta per capire se potessero dare l’effetto di suspense e di sorpresa desiderato. Poi ho concluso che non è possibile mettersi nella mente degli altri, posso solo descrivere una scena nel modo in cui io ne sarei colpita. A volte mi succede davvero, mi sorprendo quando riprendo in mano qualcosa di mio dopo molto tempo e scopro che il piacere della scrittura sta anche nel rileggersi e nel sentirsi avvolti dalle proprie parole come da una coperta calda e familiare.
5) Alakim è un personaggio davvero unico, un angelo che si nutre di dolore e malvagità. Come te li immagini tu gli angeli?
Se dovessi immaginare come potrebbe essere un angelo nella realtà credo che mi riuscirebbe difficile conferirgli una forma fisica, ma lo identificherei piuttosto come un’entità incorporea con un grado di giudizio e conoscenza superiore al nostro, magari un’evoluzione di un’anima umana. Certo è che continuerei a non considerarlo esente dal male… del resto perfino Lucifero è a tutti gli effetti un angelo, no?
6) Nel tuo romanzo ci sono vari personaggi che meritano attenzione. Il trio Alakim-Muriel-Samshat è davvero formidabile! Confessa, qual è il tuo preferito in assoluto?
Sono affezionata a tutti e tre poiché ciascuno di loro mi trasmette qualcosa di diverso, ma penso che tu conosca già la mia risposta a questa domanda, in quanto il mio eletto non potrebbe che essere Alakim. Tutti gli altri personaggi sono stati creati di conseguenza. Samshat è una roccia, è grande in senso fisico e spirituale, è l’uomo che sa dare protezione, che sa essere giusto, che c’è sempre quando ce n’è bisogno, è l’amico insostituibile. È anche un uomo con un potenziale frustrato, un difficile passato di guerra.Muriel è… sesso e ineguagliabile bellezza, è perfezione, ma è anche l’asceta, la conoscenza, l’esperienza. In lui vige il contrasto tra giovinezza e anzianità, e ha acquisito il meglio di ciascun aspetto. Ma è anche un individuo capace di distacco e freddezza, con una profonda disillusione interiore.Alakim è pura forza, la sua superiorità è quasi immateriale. Ha in se il bene e il male in lotta tra loro, lui esprime tutti i nostri conflitti interiori, le nostre sofferenze, lui le vive sulla sua pelle eppure non si arrende. Mai.Inoltre tra i tre è quello che detiene il livello di bastardaggine superiore e questo non può che porlo al top della mia classifica!
7) Questo è il tuo romanzo d'esordio (che spero preveda diversi seguiti! :P) ma scrivi anche molti racconti. Vuoi parlarcene?
I racconti hanno il grandissimo vantaggio di poter essere scritti di getto e concentrare tutta l’intensità possibile in poche pagine. Anni fa ho cominciato a impegnarmi un po’ più seriamente nella scrittura proprio con i racconti e con le fanfiction, e quasi nello stesso momento è nato anche il desiderio di poterli condividere. Così, con l’aiuto di mio marito (un professionista del web) nel duemiladieci ho creato Solosua.it utilizzando lo pseudonimo di Anita Rebelle, un blog nel quale i miei scritti sono tuttora disponibili gratuitamente. Mi piace poter dare alle persone la possibilità di leggere qualcosa di mio prima di acquistare i miei romanzi, anche se penso che il mio stile negli anni si sia affinato, cosa fortunatamente inevitabile.Con i racconti mi sono divertita a sperimentare vari generi, dal fantasy allo storico, dal futuristico al noir, c’è chi ha definito il blog dei miei racconti come la scatola dei cioccolatini di Forrest Gump: “non sai mai quello che ti capita”. Una costante però c’è ed è la fortissima componente erotica che li caratterizza, alcuni sono davvero molto spinti, anche se non è principalmente il modo di fare sesso dei personaggi che ho voluto raccontare, ma piuttosto il loro modo di soffrire, amarsi, odiarsi, scappare o redimersi. Voglio precisare che questi racconti non sono stati scritti sull’onda di una moda del momento, ma precedono la pubblicazione delle famose “cinquanta sfumature” con tutto ciò che ne è seguito. E concludo col dire che a Solosua attribuisco il pregio di avermi fatto maturare come scrittrice e di avermi messo in contatto con lettrici splendide che continuano a seguirmi, che mi sono di sostegno e che colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta.
8) Quali sono le tue principali passioni, oltre scrivere?
Leggere, ma penso che le due cose siano strettamente connesse. Negli anni ho sperimentato varie passioni (la danza, il figurinismo, la cucina…), ma nessuna mi ha coinvolto quanto la scrittura. In questo particolare momento della mia vita poi, in cui sono spesso in viaggio, è difficile avere la possibilità di coltivare una passione con costanza, ma non intendo lamentarmi perché mi rendo conto che viaggiare arricchisce comunque la vita e ha senz’altro i suoi lati positivi.
9) Il riscontro che hai ottenuto con il tuo romanzo è stato, finora, migliore o peggiore di quanto ti aspettavi?
Una volta che Alakim è stato pubblicato, nonostante la rassicurazioni di mio marito e del mio editore, sono rimasta col fiato sospeso chiedendomi che effetto avrebbe avuto. Non mi aspettavo commenti tanto entusiastici e soprattutto non mi aspettavo di ricevere così tanti messaggi privati, sia su Facebook che via email, di persone desiderose di complimentarsi con me. Ritengo senza ombra di dubbio che questo sia il miglior guadagno e che ripaghi davvero di tutti i sacrifici compiuti.
10) Che progetti hai per il futuro?
Ho da poco terminato un romance storico ambientato in una Inghilterra appena antecedente il periodo Regency. È un romanzo realizzato sulla traccia di un mio racconto con una forte connotazione erotica, che è stato accolto molto positivamente dalle case editrici e che dovrebbe essere presto pubblicato. Inoltre ho ripreso a scrivere proprio in questi giorni il secondo volume due di Alakim che prevedo richiederà un impegno di diversi mesi. Come ti dicevo, essendo spesso in viaggio con mio marito, al momento non mi è possibile fare progetti a lungo termine, cerco piuttosto di vivere il presente senza però precludermi nulla perché la vita spesso ci lancia dei segnali e se c’è una cosa che il viaggiare ci insegna è proprio quella di rimanere con la mente aperta, pronti a cogliere ogni opportunità.
11) C'è qualche consiglio in particolare che vorresti dare a chi, come te, intende cimentarsi con il mondo della scrittura?
Leggere, leggere, leggere. Scrivere, scrivere, scrivere.Ovvietà a parte, voglio dare un consiglio per i momenti in cui sembra di non riuscire a trovare le parole giuste. Veramente non è proprio un mio consiglio, è piuttosto un aneddoto di Pirsig su “Lo Zen e l’arte della manutenzione delle motocicletta” che mi è stato molto utile in più occasioni.Lo riassumo in poche righe.Pirsig racconta che Fedro assegna ai suoi studenti una relazione di cinquecento parole sugli Stati Uniti, ma c’è un’allieva che non riesce a scrivere nulla. Le dice di limitare l’argomento a Bozeman, ma ancora lei non trova alcuna ispirazione. Quindi le dice di parlare della strada principale, poi della facciata di un palazzo, senza avere da lei alcun riscontro fino a quando non le assegna il compito di descrivere il singolo mattone in alto a sinistra dell’Opera House. Lei va, siede a un chiosco, guarda il mattone e comincia semplicemente a scrivere cosa vede, da quello passa al secondo, al terzo e non riesce più a smettere. Ci riesce perché lo sta guardando esclusivamente con i propri occhi e non c’è nessuna idea precostituita alla quale si senta in obbligo di attenersi, le osservazioni sono soltanto sue.Ecco, io direi di partire da un’emozione, vecchia, nuova, non importa. Quando mi trovo all’inizio di un capitolo complesso mi limito a pensare solamente all’emozione che il personaggio sta provando in quel singolo momento senza avere alcuna fretta di arrivare al punto, con calma e cura, e una volta messo in moto il meccanismo diventa tutto più semplice. A mio parere è sbagliato scrivere per inseguire una moda o per dire qualcosa che pensiamo gli altri si aspettino, occorre farlo solo per esprimere noi stessi, quello che nascondiamo nel profondo. È proprio come tirare fuori uno scheletro nascosto, la gente che legge non si accorge che è il “tuo” scheletro perché l’hai mascherato proprio bene, ma tu lo vedi chiaramente, lo sai, e sai che finalmente l’hai buttato fuori!
12) 5 aggettivi per descrivere il tuo Alakime 5 buone ragioni per leggerlo...
Veramente questo vorrei domandarlo io a chi l’ha letto. Comunque, per come l’ho vissuto scrivendolo lo definirei: tenebroso, eccitante, provocante, intenso, incalzante e ne aggiungerei uno… blasfemo.Le cinque ragioni per le quali leggerlo te le dirò con parole non mie, ma di miei lettori:Per quelli che: “Un bastardo dev’essere tale fino in fondo, fino al midollo.”“Non so se ridere o arrabbiarmi.”“Com’è che mi sta piacendo perfino il più infame?”“Leggiamo sempre libri di autrici straniere, qualche volta potremmo essere curiosi di vedere cosa passa nella testa di autrici più vicine a noi e meno condizionate da certi standard.”“Lo prometto: ancora un’altra pagina e poi spengo la luce.”“Adesso che l’ho finito mi resterà in testa per un po’. Ho bisogno di elaborarlo.»Ne ho dette sei? Beh, facevo la ragioniera, ma con i numeri non ho molto feeling.
13) Una citazione dal tuo romanzo che ti porti dentro...
Difficile sceglierne soltanto una.Ho deciso di riportare questa perché coinvolge un altro personaggio fondamentale del romanzo, Nicole:Quel bacio era troppo intimo e profondo per essere soltanto il primo.Quel bacio non diceva: “Ti va di conoscermi?”.Quel bacio era sesso bello e buono, e proclamava: “Ti sto per fottere l’anima”.
14) L'intervista è terminata. Grazie per la tua disponibilità e gentilezza, è stato un piacere intervistarti e averti qui. Coffee&Books ti aspetta con il prossimo romanzo, sappilo! ;)
Il piacere è stato mio, ti ringrazio tanto per avermi dedicato questo spazio sul tuo blog e sono felicissima di accettare fin da ora il tuo invito, perciò a presto!
Spero abbiate gradito questa bella intervista. Sono davvero contenta di aver potuto ospitare Anna Chillon sul blog e mi auguro di leggere presto una sua nuova opera!
A presto!
xoxo